Le molestie ci salveranno (dall’estinzione)?

slipFLAVIA PICCINNI

Fare violente avances sessuali non è una molestia. Almeno in Russia. È questo il verdetto di un giudice russo che ha assolto un manager molestatore sostenendo che “provarci” sul luogo di lavoro è utile «a garantire la sopravvivenza della razza umana: se non esistessero le avances sessuali non ci sarebbero bambini».
Niente di nuovo in un Paese il cui presidente Vladimir Putin, di fronte alle accuse rivolte all’omologo israeliano Moshe Katzav di aver violentato dieci donne del suo staff, si era detto ammirato, complimentandosi con lui perché era un «vero uomo».
E la storia che il verdetto consegna alla cronaca ha qualcosa di già visto in Russia, dove un recente sondaggio che ha rilevato che il 100% delle lavoratrici è stata molestata sul luogo di lavoro, il 7% addirittura violentato e l’80% si è rassegnato all’idea che senza sollevare la gonna con il capo non si può fare carriera. Filtrata con questa ottica l’impiegata 22enne che si è vista chiudere le porte del suo ufficio dal capo prepotente sembra essere naturale: No sex? No work.
Anche in Italia i dati non sono molto più rassicuranti. L’Indagine multiscopo dell’Istat “Sicurezza dei cittadini” effettuata nel 2002 tramite indagine telefonica, selezionando un campione di 60 mila famiglie per un totale di 22 mila 759 donne di età compresa tra i 14 e i 59 anni ha rilevato che sono più di mezzo milione (520 mila), le donne dai 14 ai 59 anni che nel corso della loro vita hanno subito almeno una violenza tentata o consumata; si tratta del 2,9% del totale delle donne di 14-59 anni. Ma era il 2002. I dati aggiornati confermano che circa la metà (9 milioni 860 mila) delle donne in età 14-59 anni hanno subito nell’arco della loro vita almeno una molestia a sfondo sessuale; si tratta del 55,2% del totale delle donne di 14-59 anni. Sono poi 373 mila (il 3,1%) le donne di 15-59 anni che nel corso della vita lavorativa sono state sottoposte a ricatti sessuali sul posto di lavoro: in particolare l’1,8% per essere assunte e l’1,8% per mantenere il posto di lavoro o avanzare di carriera.
Anche negli Stati Uniti la situazione è disastrosa e per risposta arriva la campagna choc della fotografia. Non basterà, ma almeno spinge a riflettere, anche solo per un minuto, su che cosa è la violenza dei tempi moderni.

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