“Il mio mestiere? Accalappiavoti”

votaAntonioAmici, di cosa dobbiamo parlare? Chi vi parla è da dieci anni che sta nel Parlamento europeo. Cortesemente un po’ d’attenzione, fate silenzio! Dobbiamo recuperare la fiducia degli elettori. E dai, parlate almeno a bassa voce!”.
Incredibilmente la sala del Crowne Plaza di Caserta, dove Forza Italia ha raccolto il meglio del suo meglio, non lo sta riconoscendo. Non ha capito che alla tribuna è stato chiamato Aldo Patriciello, funambolico, straordinario, stupefacente mietitore di voti molisani. “Modestamente”, sussurra. E modestamente ha ragione lui: settantamila voti nel 2004 con l’Udc, 120 mila nel 2009 nel Popolo della libertà, oggi punta a sbalordire.
Non conoscete Patriciello? È l’unico candidato con lo sponsor, come solo i fuoriclasse dagli ingaggi stratosferici possono esibire. Questa sua campagna elettorale è offerta anche da Neuromed, istituto neurologico mediterraneo, dal gruppo Malzoni (radiosurgery e casa di cura privata) e da Villa del Sole. I loghi bene impacchettati nell’agenda politica del nostro campione: “La mia Europa per voi”. Patriciello è un plurimprenditore dotato di uno spiccato senso per il bene comune: il suo campo d’azione principale è la sanità e le sue imprese, come detto bene in vista sul sito internet, sono fiori all’occhiello, centri di eccellenza della ricerca scientifica. Da Venafro governa, gestisce e cura anche processi industriali più avanzati, è attento all’energia, ai grandi drammi della società industriale matura come pure alle piccole emergenze della gente comune.
ALDO È UNO SPORTELLO VIVENTE, il principe dell’ascolto, ottimista per eccellenza. Non si dà mai per vinto e quando gli capita un piccolo guaio, per esempio quando fu condannato in via definitiva per un piccolo finanziamento illecito, ma è storia di molti anni fa e comunque la condanna è stata a soli quattro mesi di reclusione, il nulla praticamente, non si è perso d’animo e ha ricominciato. Concretista ma anche idealista, profondo estimatore di Adenauer e dei principi classici del popolarismo europeo. Pochi giorni fa, in un comizio in Calabria, ha precisato l’obiettivo della sua azione continentale: liberare l’Italia dall’imminente pericolo comunista. Fermo nelle convinzioni ma aperto al dialogo. Amico del governatore del Molise Frattura (di centrosinistra ma in passato di centrodestra) e cognato di Vincenzo Cotugno, consigliere delegato alla programmazione regionale della forte giunta progressista. Dunque equivicino: contro la sinistra ma in qualche caso a fianco ad essa. Sempre, l’abbiamo già detto, per coltivare il bene comune. Che nell’urna restituisce il favore sistematicamente. L’onorevole Patriciello, buona stazza d’uomo, surclassa il suo compagno di sedia Clemente Mastella (tono dimesso e tintura dei capelli sbiadita ma pop, doveva essere un terre di Siena) che qui nei momenti di gloria era veramente forte e oggi naviga come quelle squadre in zona retrocessione: “Sono contento di essere qua” (in sala si chiacchiera). Siamo a Caserta, la punta di diamante del partito berlusconiano, il quartier generale dei facitori di consensi, degli accalappiavoti, dell’urna porta a porta. Il Casertano è un grande serbatoio, è il fortino che ha reso ricco Silvio e che oggi, purtroppo, sembra in ambasce. Il coordinatore regionale De Siano: “Dobbiamo convincere il vicino di casa a votare Berlusconi”.

PURTROPPO PER l’elettore, Silvio non compare sulla scheda, causa aggressione della magistratura, e dovrà rinunciare persino a votare, per via di quella maledetta condanna. Però oggi è la giornata dell’orgoglio, forza, cantate in coro: “Azzurra libertà, è il sogno che c’è in noi…”. Tutti al Crowne Plaza con tutti i candidati ad ascoltare almeno Berlusconi (dal palco: “Amici, siamo in attesa frenetica della telefonata”). Ci sono Raffaele Fitto e Nitto Palma, Mastella e Barbara Matera. La ricordate? La bellissima Barbara, ragazza pugliese rapita da una passione incredibile per la politica a poche ore dal voto, che nelle scorse elezioni staccò il biglietto per Bruxelles con un comizio lampo di trentadue secondi. Ora è qua e l’esperienza di Strasburgo le consente di avviare una riflessione più problematica sull’Europa in crisi. Ascoltiamola: “Mi hanno insegnato che è importante saper parlare e arrivare al nocciolo della questione in tre minuti. Io rispetterò questo insegnamento e farò un intervento breve ma conciso”. Dalla sala, uomo sulla sessantina: “Benissimo!”. Barbara: “Guardate il mio volantino, ne ho solo uno purtroppo e forse è anche un po’ piccolo e dunque poco visibile, ma non temete, ve lo descrivo io. Il mio slogan, la parola che più mi rappresenta è “Esserci”. Io per cinque anni sono stata presente al Parlamento europeo col 142 per cento di produttività (urlo isolato dalla sala, stesso signore anziano: “benissimo!”). C’è scritto anche sul volantino. Esserci è la promessa che anche stasera voglio fare qui. Voglio essere la vostra rappresentante al Parlamento, datemi fiducia e non vi deluderò. Vi ringrazio e vi abbraccio”. da: Il Fatto Quotidiano 23 maggio 2014

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