La banca del tempo, dove la crisi non esiste

orologiodigitaleMARCO MORELLO

È una banca che non è stata nemmeno sfiorata dai venti della grande crisi. Anzi, anno dopo anno ha aumentato i correntisti e gli sportelli, 23 nella sola capitale, distribuendo assegni a oltre 8mila romani. Dipenderà dal fatto che come moneta non usa gli euro ma le ore, sarà perché come obiettivo non ha il profitto ma lo scambio di favori e servizi.
Stiamo parlando della «Banca del tempo», un istituto di credito parecchio sui generis aperto a Roma nel 1996. Che oggi funziona a pieno regime e in maniera gratuita per i cittadini, le associazioni, gli enti privati o chiunque desideri entrarne a far parte. Di più: solo nel 2007 ha reso possibili oltre 88mila ore di prestazioni, facendo risparmiare al Comune una cifra stimabile in un milione di euro.Continue reading

L’urgente bottino di guerra

villariNon è mai troppo vero che il mediocre ha come unico orizzonte il presente. La mezz’ora che lo separa dal pomeriggio.
Prendiamo, è un caso di scuola, la vicenda Villari. Se letta a pezzetti dà il senso di un enorme teatro, il teatrone della politica. Attori professionisti e dilettanti, mestieranti in cerca di una qualche occupazione…
Se invece la riannodiamo tutta abbiamo il senso vivo di questo tempo così mediocre.
Il rompicapo istituzionale, l’ingresso e poi l’espulsione dell’epatologo napoletano dalla commissione di Vigilanza, la furia, la fretta con la quale si è congegnato l’ordigno e poi lo si è disinnescato è figlia di un’impellenza elementare: nominare dieci nuovi capiredattori, tre direttori di tg, altrettanti di rete. Realizzare insomma un urgente bottino di guerra.
La commissione di Vigilanza sulla Rai non serve a niente. La Rai ha già comitati di controllo e a più livelli (il consiglio di amministrazione nominato dai partiti cos’è? E l’Authority per le Comunicazioni cos’è?). Ma c’è bisogno di questa ulteriore scala lottizzatoria.
La politica senza idee e senza passioni non ha granchè da fare che misurarsi con l’attività manipolatoria: possedere la televisione, deciderne i servizi, i volti, e i messaggi.
Tutta una vita dietro al pastone politico del Tg1…

Giornalismo liberissimo

Io non sono mai stato un giornalista professionista che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. Sono stato giornalista liberissimo, sempre di una sola opinione, e no ho mai dovuto nascondere le mie profonde convinzioni per fare piacere a dei padroni manutengoli.

Lettere dal carcere

Appassionamento

informagiovani“Spesso le grandi imprese nascono da piccole opportunità”
Demostene

SERENELLA MATTERA

A Fucecchio, ventimila anime, tra Firenze e Pisa. “Mediocri” sotto il braccio. Si parla di talento e passione, a uso e consumo di chi sta per decidere che farne.
All’ultimo anno di licei e istituti tecnici, un manipolo di diciottenni è incappato in un servizio comunale: Informagiovani. Un gruppo di persone sveglie, li aiuta a “orientarsi”. In teoria, si fa in tutte le superiori d’Italia. In teoria. Nella pratica, quello del Valdarno è un esempio virtuoso.Continue reading

Seconda edizione

Il libro è giunto alla seconda edizione. E’ una soddisfazione e un piacere per me comunicarlo. Dà anche il senso di una fatica comune che ha ottenuto un primo, importante premio. Chi scrive domanda anzitutto di essere letto. L’obiettivo è stato raggiunto in tempi brevi.
Spero che chi è passato su questo blog e ha poi deciso di sfogliare le pagine di Mediocri non se ne sia pentito.
Spero che ancora altri seguiranno.
E comunque: grazie a voi per questa buona notizia.

Chiedete lo scontrino

scontrinoCARLO TECCE

Non si scrive in prima persona. Non si deve confondere il giornalismo con il protagonismo. E’ successo a me, però. Devo raccontare. Mi scuso. Dicevo: è successo a me, sarà successo a centinaia, migliaia di persone. Sabato sera sono andato al ristorante. Il sabato al ristorante è una tradizione, più forte della recessione reale o finanziaria (che prima o poi sarà pure reale). Il locale è pieno, stretto, invaso da odori della vicina cucina, minuscola e più affollata della sala. Non ho mai fatto ristorazione né il commerciante, ma scommetto che questa osteria – esclusiva, sempre stracolma – incassa migliaia di euro al giorno. Non fa la fattura, non fa lo scontrino. Niente. Ti presenta un conto su foglio bianco, paghi e alla prossima. Lunedì è stato sciopero dei trasporti. I taxi sono felici, dovrebbero baciare le licenze, se non le hanno già trasformate in reliquie da venerare, visto che un foglio del genere ti cambia la vita ormai. Dieci metri prima dell’arrivo, guardo il contatore: dice 5 euro e 70 centesimi.Continue reading

Le allegre gite di Marrazzo

marrazzoMARCO MORELLO

Quando la cultura chiama, Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio, risponde con verace entusiasmo. Sgombra subito l’agenda con una pennellata decisa di bianchetto e non dà nemmeno un’occhiata distratta al portafoglio. In fondo, perché dovrebbe? Tanto a saldare il conto, e che importa se è parecchio salato, provvedono ancora una volta i cittadini.
I fatti: a inizio settembre il governatore viene invitato a Venezia per partecipare alle «Giornate degli autori», una rassegna autonoma che si sviluppa in parallelo alla celeberrima Mostra organizzata dalla Biennale. Il governatore deve intervenire a un’affollata tavola rotonda fissata per il pomeriggio di martedì 2, alle ore 15.30. E i cui relatori sono in tutto una dozzina, chiamati a esprimersi su un tema di indubbia attualità e urgenza: «un’analisi aggiornata dei rapporti tra cinema, reti e nuove piattaforme tecnologiche».
Occorre sostegno morale, il dibattito rischia di infuocarsi fino a diventare scottante, il sudore può scorrere copioso, e allora Marrazzo decide di premunirsi: parte alla volta del lido portando con sé non una, non due, non tre, ma la bellezza di cinque persone. Con lui si muovono il segretario generale, due gentili signore della segreteria delle relazioni esterne e comunicazione, il responsabile delle relazioni di cui sopra e un membro della scorta. Una claque ben strutturata, i cui spostamenti costano all’incirca 8mila euro, per la precisione 7.970 iva inclusa. Ovvero poco più di 1.300 euro a testa per uno spostamento di meno di 48 ore. Più o meno quanto una crociera ai Caraibi di una settimana. Esattamente quanto una cena per quattro persone a Villa Piccolomini, secondo il listino in vigore a fine ottobre 2007. E ogni riferimento è puramente casuale.
Il conto della sortita in laguna, l’avrete già capito, è andato a pesare sul già disastrato bilancio della Regione, per effetto di una determinazione datata 29 agosto 2008. Un documento che, peraltro, abbonda di spunti di riflessione già nelle prime righe: quella cifra, a ben vedere un po’ altina per sei viaggiatori, si giustifica con «l’urgenza di provvedere tempestivamente, in vista della prossimità dell’evento, e l’impossibilità di procedere alla consultazione di più agenzie di viaggi nel limitatissimo tempo disponibile». Detto in altro parole: non solo sono partiti in massa, ma si sono affidati a una sola agenzia senza consultare le altre, scartando l’eventualità di trovare uno sconto o, magari, un last minute. Quella è roba per i cittadini, gente semplice, che deve fare economia, mentre 7.970 euro sono una spesa «ritenuta congrua» per il governatore e il suo staff, come beffardamente si afferma in chiusura di determinazione.Continue reading