Beppe, Matteo e l’odiosa fame di voti

L’occhio vuole la sua parte. E anche l’orecchio esige rispetto. “Sono molto peggio di Berlusconi, credimi”, dice Ivan Scalfarotto, un ex morigeratissimo. Il tratto “eversivo”dei loro lineamenti lo nota persino Cuperlo, anch’egli un ex sobrio, e il collega calabrese Stumpo se fosse consentito dai regolamenti parlamentari darebbe una legnata tra capo e collo, senza differenza di genere: grillino maschio o femmina. L’importante è fare male. L’invincibile alfabeto dell’odio conduce Pd e i Cinquestelle alla prova ultima della loro inimicizia. I primi sentono che forse li stanno fregando: “La velocità di Renzi gli fa perdere la testa. Se facciamo le riforme loro sono fritti”. E il solo pensiero conduce Davide Faraone, uno dei giovanotti entrati nella stanza dei bottoni del Nazareno, alla propria fanciullezza. Sorride al pensiero, come i bimbi intenti a scartare i regali sotto l’albero, e gli piace, si vede che gli piace.
LE ELEZIONI SONO VICINE e l’odore dei voti si fa sentire. Affamato Renzi, affamato Grillo. Continue reading

M5S, vietato pensare da soli

Beppe Grillo usa il mercurocromo con il suo movimento. Lo disinfetta da ogni possibile contaminazione, lo pulisce dalle abrasioni e dalle passioni della politica svuotando periodicamente (come fosse una bacinella piena d’acqua) la sua rappresentanza parlamentare di ogni senso politico. Da deputati portavoce a cittadini portaordini. Da attuatori ed elaboratori di un programma comune a esecutori muti del disegno d’origine. Succede sempre, ed è successo anche ieri quando Grillo, leggendo forse i giornali, ha scoperto che i suoi senatori erano riusciti per la prima volta a imporre a tutta la politica di interrogarsi se la questione del secolo, il flusso dei migranti dal sud al nord del mondo, potesse essere gestita solo con il codice penale e un variegato bouquet di misure di pubblica sicurezza. Proponendo l’abrogazione del reato di immigrazione clandestina (l’emendamento approvato così statuisce) il Parlamento si sarebbe trovato nella necessità di indicare e promuovere misure alternative e sperabilmente più efficaci di quel colabrodo che oggi è la legislazione di emergenza. Grillo ha allora preso in mano il mercurocromo e disinfettato la ferita provocata dagli incapaci senatori: il tema non è nel nostro programma, non è stato discusso, dunque è fuori dal codice di comportamento dei 5Stelle. Perciò l’emendamento è nullo. La firma congiunta con Casaleggio al post ha alzato il livello di apprensione tra i parlamentari e indicato la strada, la via maestra. Cioè il dietro-front.Continue reading

Democrazia diretta? I Cinque Stelle leggano Aristotele

LA GRECISTA EVA CANTARELLA E LA POLITICA DI OGGI: “I NOSTRI RAPPRESENTANTI NON HANNO PIÙ PAROLE PERCHÉ NON HANNO IDEE: SFOGLINO L ’ODISSEA, FAREBBE BENE A TUTTI”


Manca l’impegno, l’approfondimento, l’applicazione quotidiana. Manca lo studio, dilaga l’ignoranza. “La politica non ha più parole perché non possiede idee. Che nascono se si dispone al pensiero, allo studio sistematico, alla fatica. Secondo lei hanno mai letto Omero?”. Eva Cantarella è una grecista di fama internazionale, i suoi libri, i suoi studi sul diritto romano e la Grecia antica sono noti in tutto il mondo, e si inquieta all’idea dei senza idee. Professoressa, almeno cento sui mille del Parlamento avranno letto, altri cento avranno solo sfogliato il suo libro preferito. “Non chiedo di leggere tutta l’Odissea , che pure è uno strepitoso libro sulla vita, sull’esistenza, un viaggio alla ricerca di se stessi mescolato alla potenza della fantasia. Almeno lo tenessero sul comodino e lo sfogliassero qualche volta. E lo alternassero con un volume fondamentale di John Rawls: La teoria della giustizia. Basterebbero solo alcuni passi per capire di più il mondo e persino il nostro tempo”.Continue reading

Prevale un furore leninista e il comico non fa più ridere

Beppe Grillo dovrebbe fare un grande respiro e pensare che, dopotutto, lui è un comico. Ha fatto molto più di quel che poteva, ma resta un comico, non un leader, nemmeno un capo. Un ispiratore, un suggeritore, un grande e fortunato movimentatore di idee. Di più non sa fare e si vede. Un leader non è un poliziotto e la sua autorevolezza non si sostiene con le sanzioni. Ha creato un movimento non un carcere. E i suoi militanti non sono secondini del pensiero, indagatori delle altrui intelligenze, esploratori delle vergogne comuni. I militanti sono per lo più brave persone che hanno voglia di fare qualcosa per l’Italia. Promuova i migliori, non i più fedeli.Continue reading