Roma sprofonda, Marino ringrazia

Roma fa schifo, dicevano a Ignazio Marino. Non c’è dubbio che Roma fa schifo e il sindaco sembra una nuvola in cielo, stupito persino che la città non apprezzi la dimensione caotica del suo governo. L’avevamo lasciato con la sua Panda rossa in divieto di sosta, e la vicenda chiudeva al suo interno fenomeni dilettanteschi, con spunti di toccante comicità e prove di assoluta inadeguatezza.
Le gesta di questo signor fanfarone sono però nulla rispetto al raccapriccio di una politica asservita oramai alla malavita, lambita e poi perforata in ogni suo ambito dalle percussioni mafiose che la conducono al grado infernale di città perduta. Era Roma ladrona, ora diviene Roma mafiosa. Davanti a questo teatro del malaffare che costa sia ai cittadini romani sia ai contribuenti italiani centinaia di milioni di euro l’anno, tanto è grande il buco di bilancio provocato dalla rete di corruttela che agisce in ogni ambito della municipalità, persino l’opacità di Marino si trasforma in corazza d’oro.Continue reading

Parabole capitoline. Ignazio, che sa procurarsi molto danno con poco

Ignazio Marino ha la capacità di procurarsi il massimo danno col minimo sforzo. Riesce miracolosamente a sovvertire le leggi della fisica e a dimostrare, in una città in cui hanno dimorato e continuano a risiedere parecchi ladroni patentati, come si possa rischiare di andare incontro a un processo penale e magari anche alle dimissioni da sindaco per una Panda in divieto di sosta. Colpisce qui la dimensione fanciullesca della marachella e l’elevato standard dilettantesco del suo staff. Ignazio in questo episodio sembra un incontrollabile Ciccio Capriccio mentre prova a far sostare l’auto, che dichiaratamente odia, nell’unico spazio preclusogli. L’accumulo di multe, volontarie o meno, hackerizzate o no, dà un saldo di qualche centinaia di euro, per intenderci l’equivalente di un solo pasto da Pasqualino al Colosseo consumato a scrocco da Franco Fiorito, il mitico Batman della Pisana che regalava tagliatelle quotidiane al centrodestra del basso Lazio.Continue reading

Peggio di Alemanno non c’è nessuno

Si può essere scettici perché questi tempi giustificano il timore che ci si imbatta di nuovo in una promessa farlocca, nel classico dico e non faccio. Si può dunque dubitare, e anche legittimamente, delle promesse di Ignazio Marino di cambiare il volto dell’amministrazione capitolina, una macchina gigante di produzione del consenso e dello spreco, parentopoli perenne in cui legami familiari e correntizi sporcano ogni iniziativa. Non si può però fare confusione tra lui e Gianni Alemanno. Si prenda la biografia di ciascuno, il senso dell’etica e persino il livello degli infortuni occorsi per avere sotto gli occhi la distanza siderale che separa il primo dal secondo. La giunta Alemanno ha mostrato un tale ragguardevole score di insuccessi e di immoralità da restare senza fiato. Continue reading

Roma: Marino primo Alemanno insegue, gli elettori scappano

NELLA CAPITALE BALLOTTAGGIO TRA I FAVORITI (MA MANCANO ALL’APPELLO MEZZO MILIONE DI VOTI)
Colpisce il numero della grande diserzione: cinquecentomila romani hanno lasciato a casa la tessera elettorale. Ed è risultato perfetto, nella sua conseguenza, lo slogan del vincitore, Non è politica. È Roma, che trascina a una vetta praticamente insuperabile, oltre il 40 per cento dei voti, Ignazio Marino, solitario cercatore d’oro, appiedato dal suo partito e perciò – forse – agevolato nell’impresa. Colpisce, prima ancora della disfatta di Gianni Alemanno, il capitombolo del Movimento 5 Stelle che ruzzola all’ingiù restituendo all’Italia l’immagine di un gruppo politico caotico, più parolaio che costruttore di sogni, incapace di tradurre la voglia di cambiamento in qualche segno visibile. Grillo lascia a casa la metà dei voti che due mesi fa aveva ottenuto e il suo leader capitolino,Marcello De Vito, si conferma gregario senza speranza. Il risultato, una piccola catastrofe, è ricondotto nei binari della normalità da De Vito: “Nulla di drammatico”. Invece, forse, qualcosa è successo.Continue reading