No Olimpiadi, no grandi eventi. All’Italia servono le piccole manutenzioni

Proiettato oltre i confini della ragione il premier Enrico Letta segna l’orizzonte del riscatto: l’Italia alla conquista della candidatura per le Olimpiadi del 2024. Dico subito che l’unico apprezzamento che sento di ricordare e riconfermare a Mario Monti è stata la sua decisione di negare alla città di Roma, indebitata fino al collo, di spendere altri milioni di euro per candidarsi alle Olimpiadi del 2020. Se non ricordo male il piccolo Letta era tra i grandi sostenitori del governo Monti, e un pizzino consegnato nelle mani dell’allora premier (e intercettato dai fotografi a Montecitorio) confermò l’amore vero, totale per il governo del Professorete: “Ritienimi a tua completa disposizione”.
Oggi quel Letta ha nuovi amori e non ricorda più che i grandi eventi hanno massacrato le casse pubbliche e sviluppato una lunga teoria di malversazioni. L’Italia è ammalata di opere faraoniche e incompiute, di progetti costosi e inutili. Il mare tra Scilla e Cariddi ha inghiottito circa un miliardo di euro grazie al fantastico progetto del Ponte sullo Stretto, oggi seppellito. I Mondiali di nuoto hanno lasciato a Roma cadaveri milionari, scheletri di cemento, piscine mai entrate in funzione, stazioni ferroviarie destinate all’abbandono, alla ruggine, ai vandali. Abbiamo prodotto la più orrida mistificazione, erigendo a La Maddalena un monumento alla ignavia nazionale, una frode continuata alle nostre tasche in nome del G8. Siamo stati capaci persino di bruciare 18mila euro per l’acquisto dei posaceneri (posaceneri, si!) a L’Aquila per l’orrida messa in scena del vertice internazionale sul luogo della morte e del dolore.Continue reading