Parate parallele, Matteo il pedone e Silvio il pavone

IL 2 GIUGNO SECONDO I DUE PREMIER. RENZI LASCIA L’ALTARE DELLA PATRIA PER UN BAGNO DI FOLLA A FAVORE DI TELECAMERE. BERLUSCONI E IL SORRISONE ALLA CROCEROSSINA, SOSIA DELLA LARIO
La parata Renzi si è svolta il 2 giugno, il giorno giusto, senza mezzi meccanizzati e con ridotte attività di intelligence. Molto più impressionante il seguito di pistole e auricolari che Silvio Berlusconi subiva come cinta necessaria alla difesa del suo corpo sacro, come sempre capitava quando la Repubblica lo festeggiava. Perchè è certo che come ai tempi di re Silvio anche il nostro caro super leader abbia voluto trasferire a sé stesso i festeggiamenti organizzati per la nascita della Repubblica. Festa, e qui si scrive tra parentesi, molto sobria, costata soltanto un milione e ottocentomila grazie a un appalto chiavi in mano che l’Italia intera ha affidato a una Spa. Nel tutto compreso anche una nutrita pattuglia di metronotte che ha sorvegliato i Fori imperiale e difeso da attacchi di terra le forze armate. Al ministero della Difesa hanno infatti spiegato che la legge vieta inderogabilmente ai militari di tutelare la sicurezza nelle aree civili. O c’è la guerra o niente.

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