Sicilia al voto per i politici transgender

aranceIl campo di calcio ha una linea orizzontale che lo taglia al centro. Netta, chiara. Anche la politica avrebbe una linea di centrocampo: di qua la destra, di là la sinistra. In Sicilia, e per adesso fermiamoci all´isola, questa benedetta linea non c´è, e se c´è sembra sia a zig zag. Quindi accade quel che non dovrebbe essere possibile… Ecco le nuove figure che compaiono in campo: i politici transgender. Mezzo corpo di destra e mezzo di sinistra.
Partinico è un paesone purtroppo conosciuto per fatti di mafia. Ha trentamila abitanti, dista poche decine di chilometri da Palermo. Oggi si va a votare come nel resto della Regione (quattro milioni alle urne per un’importante tornata amministrativa). A Partinico 382 cittadini hanno accettato di candidarsi. Non sembra più attuale riferire il tasso di incompatibilità (siamo comunque sul cinque per cento) di coloro che non dovrebbero per carichi penali pendenti o altri accidenti, eppure lo fanno. Tra i tanti corre anche un militante e sindacalista della Cgil, Salvatore, detto Totò, Bono. Totò ha 35 anni, cura le faccende del patronato, pensioni, invalidità e infortuni, e ha una sincera fede politica. È di sinistra. Ambientalista e di sinistra. Infatti è candidato alle elezioni provinciali con i Verdi, in alleanza con il Partito democratico. Bono è uno dei tanti che raddoppia la candidatura: prova anche nel consiglio comunale della sua città di farsi valere. Ma qui è il bello: a Partinico il candidato verde indossa la casacca degli avversari. In poche parole: si è mobilitato, vota e fa votare contro il centrosinistra.Continue reading

Messina nel pallone

scudettomessinaCARLO TECCE

Nel campionato della raccolta differenziata le cose vanno male: 95esimo posto nel 2005 e una percentuale del 2,7, ultimi su 103 città nel 2007 con l’1,5%. La qualità della vita migliora: penultimi nel 2004, tra i primi 80 negli anni successivi. Il tasso di disoccupazione sfiora l’11%, ma il miracoloso Ponte donerà ricchezza e posti di lavoro. Una sfilza di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, l’invalidamento delle elezioni del novembre 2005 per una faida tra i socialisti (per questo si saranno estinti?), otto mesi di commissario prefettizio, un’emergenza (l’ennesima) dei rifiuti pronta a implodere: eppure il nuovo sindaco di Messina, una città da zona retrocessione, sarà scelto tra chi avrà gestito meglio la crisi del Messina calcio. Si vota domenica e lunedì prossimi, per la terza volta in cinque anni. La stabilità non interessa, interessano i soldi per salvare il Messina (serie B) dal fallimento. La famiglia Franza ha mollato la società in un’ora di conferenza stampa: «Il titolo sportivo è a disposizione delle istituzioni». Quali? E i soldi? Soprattutto, i debiti.Continue reading