Ragazze e soldati

violenzadonneMANUELA CAVALIERI

È notte. La città è lontana, ma effonde tutta la sua poesia antica.
Giovani e innamorati, in una piccola utilitaria si scambiano dolci effusioni.
Lei fa l’impiegata, ha ventun’anni: una “bella ragazza italiana”; lui, operaio, ne ha compiuti ventiquattro.
D’un tratto il fragore, inatteso, di un finestrino che va in frantumi.
L’auto è circondata. Sono in cinque. È il terrore.
Picchiano selvaggiamente il ragazzo e lo sbattono nel portabagagli.
Poi i loro occhi cadono su di lei. La ragazza trema; terrorizzata si porta al volto le mani.
La violentano a turno. Uno; due; tre; quattro; cinque.
L’inferno è in questo angolo della provincia di Roma.
Lui, rinchiuso, inghiotte lacrime amare. Uno; due; tre; quattro; cinque.
“Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze italiane, credo che non ce la faremmo mai…” ha detto sorridente il premier. E questo è “…un complimento alle ragazze italiane che sono alcuni milioni. Io penso che in ogni occasione serva sempre il senso della leggerezza e dell’umorismo…”