Congetture e confutazioni

FRANCESCA SAVINO

All’onorevole Gabriella Carlucci certe cose non vanno giù. La parlamentare di Forza Italia, che di coerenza di curriculum se ne intende, non ha proprio digerito la candidatura del fisico Luciano Maiani alla presidenza del Cnr. Il problema è che Maiani è un fascista. Non in senso politico, altrimenti ci sarebbe un’altissima probabilità per Gabriella (anzi “Gabriella divenuta Onorevole Carlucci”, da leggere tutto d’un fiato sul sito della Camera), di trovarlo fra i suoi compagni di scranno e di coalizione. No, è un fascista “esistenziale”, visto che non si può che definire tale «uno che impedisce ad un altro di parlare». Certo. Infatti il punto della questione è la firma di Maiani in calce alla lettera dei docenti della Sapienza contro l’invito al Papa per l’inaugurazione dell’anno accademico. Di fronte alla candidatura di Maiani, a febbraio Onorevole Carlucci dà il via a una corrispondenza di bellicosi sensi. Scrivendo a Prodi, Mussi e Modica (qui, ma anche qui e il riassunto qui, per quanto malato di “recentismo”) che è inaccetabile: non già per il mancato papismo di Maiani (requisito essenziale di questi tempi per uno scienziato italiano), ma perché, a ben guardare il suo curriculum, il suo passato accademico nasconde terribili segreti.
Maneggiando disinvoltamente le categorie di vero e falso, che hanno sviluppato la straordinaria capacità di attrarre i politici molto più che gli scienziati, Onorevole Carlucci demolisce, o più che altro ci prova, la figura di Maiani come fisico e come presidente del Cern. Non paga, sul blog valorielibertà, una community moderata che si ispira in apertura a un aforisma di Ezra Pound, pubblica i documenti da lei eroicamente scovati dei suoi presunti errori scientifici. La faccenda fa il giro del mondo, via web ancora prima che sui giornali, e giunge anche alle orecchie di Sheldon Glashow, premio Nobel nel 1979 per la fisica, citato da Carlucci come detrattore dello scienziato italiano. Le due lettere di Glashow a Onorevole Carlucci, reperibili qui e qui, sono un capolavoro di incomprensione culturale. Glashow parla la lingua di un ricercatore, Carlucci, che è già portatrice di verità, non può comprenderlo a fondo. Il premio Nobel non difende solo Maiani quando scrive «Gli scienziati pubblicano risultati speculativi non perche’ essi siano veri, ma perche’ potrebbero essere veri. Se si trattenessero dalla pubblicazione delle loro speculazioni per paura che possano essere non vere, non ci sarebbe progresso nella scienza. Perfino i nostri piu’ grandi eroi, Galileo, Newton e Einstein, hanno pubblicato speculazioni che si sono poi rivelate abbastanza sbagliate -e aggiunge con un colpo da mestro –Posso fornirla di citazioni, se lei desidera controllare le loro competenze scientifiche». La scienza, prova a spiegare Glashow citando Popper, procede per congetture e confutazioni. La scienza, infatti, ma questa è politica.

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