Indifferenti

“Chi vive veramente non può non essere cittadino e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. L’indifferenza è il peso morto della storia.

L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.
Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo.
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Daniela sì, Piero no. Candidati e famiglie

Mai entusiasmarsi troppo. Solo due sere fa, scrivendo il mio post, valutavo che il moto d’indignazione popolare fosse servito a qualcosa. Ritenevo, e tuttora ritengo, che la sorte capitata a Clemente Mastella e al suo partito-famiglia, liquefatto in quattro settimane, fosse il sintomo che qualcosa sta cambiando. Cambiando, forse sta cambiando. Ma, c’è da dire, non troppo.
Oggi sono state pubblicate le candidature del Partito democratico. E Veltroni, dietro la scintillante prima fila, ha accettato di imbarcare, imbucare, traghettare, un bel po’ di parenti, portaborse, segretari vari. Ho letto che ha detto no al deputato siciliano Salvatore Cardinale, ma ha detto sì a sua figlia Daniela. Peggio è capitato al deputato salernitano Vincenzo De Luca, sindaco della città, ricordate? fiero avversario di Antonio Bassolino. Lui, De Luca, uomo tutto d’un pezzo. Che infatti ha accettato di non ricandidarsi e però ha consigliato: prendete Piero, mio figlio. Veltroni, chissà perchè, gli ha detto no.
Nell’attesa delle liste elettorali del centrodestra, vi consiglio la lettura di questo articolo pubblicato oggi da dagospia.
http://www.dagospia.com/
Quando Rino Formica nel 1991 coniò la fortunatissima espressione “corte di nani e ballerini” in riferimento all’assemblea del Partito Socialista piena di soubrette e personaggi dello spettacolo, credeva di fare un dispetto al suo arcinemico Bettino Craxi. E invece non fece altro che contribuire alla sua santificazione postuma. Ma oggi il modello craxiano sembra ancora più maestoso in confronto allo spettacolo desolante regalato dalla chiusura delle liste del Partito Democratico, che ieri ha visto riuniti per tutta la giornata Walter Veltroni, Goffredo Bettini e Dario Franceschini alla sede della Margherita per la limatura finale. Perlomeno i nani sono divertenti e le ballerine per definizioni so’ bbone. Invece dagli elenchi di candidati/nominati che sono usciti dal Loft emerge una mirabolante lista della serva con forte incentivo al mercato della verdura e degli ortaggi. Sì, per posizionarsi davanti a Montecitorio e tirarne a più non posso a chi entra ed esce. Pagina per pagina, dai nomi piazzati nelle postazioni sicure viene fuori una lunga sequela di “figlie di”, “mogli di”, amiche delle “mogli di”, grigi addetti stampa e portavoce, sconosciute segretarie, collaboratori vari e avariati, capi segreteria. Leader e mezzi leader del Pd hanno passato le ultime ore a trattare per imbottire il nuovo parlamento dei propri famigli e collaboratori. Da Veltroni a Prodi, da Franceschini a Fioroni fino a Visco, non manca praticamente nessuno all’appello. Fabio Martini sulla “Stampa”, in maniera apparentemente pudica e in quindi ancora più maligna, la chiama “valorizzazione senza precedenti degli staff”. Almeno il Cavaliere ha sempre avuto il buon gusto di infarcire le proprie liste con stuoli di avvocati che popolano gli studi legali che lo difendono. Insomma, gente che in ogni caso un mestiere ce l’ha. I nuovi gruppi parlamentari del Pd, invece, avranno il proprio pilastro su fenomenali personaggi che fino ad oggi hanno sguazzato nel sottobosco politico e tra due mesi saranno onorevoli e senatori della Repubblica. Nella categoria delle “figlie di” non c’è solo l’ormai arcinota Marianna Madia, il cui padre era amico di Veltroni e consigliere comunale della lista civica che in Campidoglio ha portato il suo nome, e il cui zio è il celebre avvocato (tra gli altri di Mastella) Titta Madia. Per non parlare poi della celeberrima trimurti che sponsorizza la fighetta del Loft: Enrico Letta-Giovanni Minoli- Da segnalare, infatti, nel collegio Sicilia 1 alla Camera il caso di Daniela Cardinale, figlia dell’ex ministro Salvatore Cardinale cui è stato impedito di candidarsi personalmente. “Adesso è tutto ha posto. Lafamiglia conserva il seggio a Montecitorio. E noi sappiamo che, nel 2008, si può diventare deputati anche per diritto ereditario”, chiosa sarcastico non Feltri su “Libero” ma Sebastiano Messina su “La Repubblica”.Sul fronte “mogli di” si è riproposto lo scenario del 2006. Anna Serafini, la battagliera Lady Fassino che aveva sputato veleni corrosivi contro Veltroni quando per la regola dei tre mandati rischiava di rimanere fuori, viene tranquillamente confermata con un seggio sicuro al Senato in Sicilia. Stesso destino per Anna Maria Carloni, al numero 3 nella circoscrizione Senato in Campania: Veltroni dice di voler fare fuori il marito, Antonio Bassolino, ma intanto si tiene stretta la moglie.Vanno forte segretarie e segretari. Il ministro dell’Istruzione e mariniano storico, Giuseppe Fioroni, ha imposto la sua segretaria Luciana Pedoto in un posto sicuro niente meno che in Campania 2 alla Camera, certamente per le sue proposte forti in tema di rifiuti, soprattutto per quanto riguarda la pulizia degli uffici… La dura e pura Rosy Bindi non ha voluto sentire storie: il suo collaboratore Salvatore Russillo figura al quarto posto nella circoscrizione Basilicata alla Camera.Sotto la casella “addetti stampa e portavoce” figura, oltre al solito Silvio Sircana, portacroce di Prodi transitato dalla Camera al collegio senatoriale della Campania, anche Piero Martino, portavoce di Dario Franceschini piazzato nella circoscrizione Sicilia 1 alla Camera. Sandra Zampa, invece, è a metà tra questa categoria (come capo ufficio stampa di Palazzo Chigi) e un’altra, quella delle “amiche delle mogli di”, in quanto candidata alla Camera Emilia Romagna anche come intima confidente di Flavia Franzoni Prodi. A proposito del Professore, il suo staff è stato infilato al completo: il delegato alle questioni di San Marino, Sandro Gozi, alla Camera in Umbria; il responsabile “contegno british”, Ricky Levi, alla Camera Sicilia 2; l’ex “saggio” del Pd in quota prodiana, Mario Barbi, alla Camera Piemonte 2. Anche il segretario Veltroni ha deciso di promuovere un mazzetto dei suoi collaboratori: il capo segreteria Vinicio Peluffo alla Camera in Lombardia 1; il responsabile del sito internet Francesco Verducci alla Camera nelle Marche; lo storico capo segreteria prima a Botteghe Oscure e poi in Campidoglio, Walter Verini, in Umbria diretto anche lui a Montecitorio.

Parla Barbato, l’ultimo della diaspora

«Ma come? Proprio Clemente ci ha riunito venerdì sera e ci ha detto: io vado con la Dc di Pizza, voi siete liberi di fare ciò che volete». L´Italia ha conosciuto Tommaso Barbato per via di quel proiettile di saliva indirizzato – durante la seduta che piegò il governo Prodi – al volto del collega Nuccio Cusumano, il “traditore” di Mastella. «Ancora con quella storia. E basta, e fatemi la cortesia!». Mai Mastella avrebbe potuto pensare che lei… anche lei, Barbato? «Anche io cosa?». Quoque tu. «Non ho tempo da perdere». Lo tradisce finanche il più fedele dei dirigenti, il più fermo e intransigente tra i pretoriani. «In effetti sempre con Clemente sono stato: Ccd, Cdr, Udr, Udeur». Perciò fa molto impressione che proprio un combattente del suo spessore…«Ho un mio progetto politico». È anche vero che se il segretario vi ha dato libera uscita… «Con la Dc di Pizza lui va, a quanto ne so». Quindi lei si è solo difeso. Si è trovato a piedi. «È così». A piedi un po´ tutti. «Ho un mio progetto politico». Mastella si è messo a ridere quando ha letto questo suo proposito. «Non mi faccia dire altro». Appare davvero molto sereno. «Ho dato tanto al partito, queste sono scelte dolorose». Lei è molto radicato sul territorio. «Faccio politica da sempre a Marigliano». Berlusconi promise che non avrebbe mai riproposto gli intemperanti. Lei però si candida con Raffaele Lombardo. «Non so se mi candido. Voglio solo dire che per Mastella ho faticato tanto, ho dato tutto me stesso». Si è visto senatore, si è visto eccome. «Una trottola al Senato: di qua e di là». Lei non ha nemmeno pienamente condiviso il voto contro Prodi. E però si è comportato da soldato. «Non mi faccia parlare». Al momento dell´addio a Mastella ha ceduto alla commozione?«A che serve?». Difatti non serve commuoversi: la politica è sangue e arena. «Volevo intendere: a che serve dirlo?». Di Barbato si ricorda solo lo sputo, il senatore dello sputo. Invece appare sottotraccia questo suo tratto di umanità. «Al Senato mi hanno voluto tutti bene». Ne parlano, vero. «Destra e sinistra». Di lei si rileva la grande duttilità.«Sgobbavo».Abbiamo già detto, era una trottola. «Nel senso pieno». All´Udeur ha dato veramente tutto: anima e corpo.«Da quando è nato a quando è morto».

(da La Repubblica del 4/3/2008)