Il dizionario fatto con il cuore

dizionariocuoreFLAVIA PICCINNI

Il dizionario è qualcosa di inquietante. Racchiude tante parole e altrettanti significati in centinaia di pagine rilegate, che sembrano infinite se strappate e messe su un tavolo. Il dizionario racchiude la lingua italiana perché la lingua è fatta di parole, singoli lemmi e singoli significati. Degli incastri, poi, ognuno è responsabile.
Deve aver pensato proprio agli incastri Matteo B. Bianchi, scrittore e autore televisivo, quando ha deciso di iniziare a costruire il dizionario affettivo degli autori italiani. Ci ha messo due anni di lavoro, oltre quattrocento contatti e, fra rifiuti, litigate, apprezzamenti, grazie all’aiuto dell’editor Giorgio Vasta, ha costruito quello che si può definire il dizionario del cuore, che fandango ha pubblicato e io ora ho qui in mano.
Ci sono oltre trecento autori per trecento lemmi. C’è Andrea Camilleri, Giancarlo de Cataldo, Sandro Veronesi e poi Paolo Giordano, Elena Stancanelli, Giuseppe Genna. Insomma, una piccola fotografia degli autori attivi in Italia e dei loro personalissimi gusti in fatto di parole. Non deve essere stato facile, comunque, soprattutto per chi lavora quotidianamente con i vocaboli, selezionare in quel grande bagagliaio che è il lessico un solo lemma. Una sola parola per esprimere qualcosa di emotivo, esclusivo, sensibile. Fra ricordi personali, considerazioni linguistiche, giochi di parole e precisazioni stilistiche, ogni parola sembra quasi il ritratto di chi la cita. Quasi che la lingua sia il solo e unico specchio (credibile) di chi la usa.

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4 Comments

  1. il salame era una parte per il cibo, la maschera dei capelli per la bellezza. effettivamente, tutto è relativo. c’è chi vuole leggere per capire, indagare in sé e chi preferisce guardarsi allo specchio.

  2. mi chiedi un commento, flavia, e dunque ti dirò: poco sopporto la vacuità di parole scritte solo per essere vendute, e allora divento sospettosa.
    tutto qui.
    un caro saluto

    p.s. per la verità, la maschera per capelli (meno il salame) mi è necessaria, il dizionario no. ma ovviamente tutto è relativo…

  3. questa ottica per cui tutto deve avere una funzione puramente utilitaristica mi sconvolge. parliamo di libri, mica di maschere per capelli o salami; comunque a mio parere è fondamentale – oltre che a tracciare una mappa degli scrittori attivi al momento in italia – a riflettere sull’ultizzo delle parole e sui loro coinvolgimenti affettivi. ma tutto è relativo

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