Case chiuse

GIUSEPPE NAPOLI

Metti una procace venezuelana ed una caliente spagnola tra le lenzuola del pruriginoso immaginario sessuale. Aggiungi un appartamentino fuori mano lontano dagli occhi indiscreti di moglie e fidanzata e shekera il mix infilandoci nel reggiseno dell’una o dell’altra un bel regalino da 100 euro. Essì, perchè la tariffa è questa: 100 euro per mezz’ora di sesso sfrenato. Senza tabù. Senza freni inibitori. E del resto non potrebbe essere diversamente visto che si tratta di sesso a pagamento, con buona pace di tutti quei falsi puritani ed inquisitori del sant’uffizio che continuano ad imprecare di fronte al frenetico e bollente viavai di maschietti con la camicia fuori dai pantaloni. E’ il boom, nemmeno poi tanto sommerso, delle case chiuse. Nascoste in normalissimi condomini del centro cittadino o dell’agglomerato suburbano. Meglio ancora in periferia. Appartamentini in fitto. Monolocali dall’arredamento essenziale trasformati in harem del sesso. Vere e proprie case-chiuse a conduzione singola. Disseminate ovunque. A gestirle sono donne insospettabili della porta accanto, cordiali e sorridenti. Impiegate di giorno o anche nullafacenti che fino a poco tempo fa battevano il marciapiede della costa sud di Salerno per pochi euro. Ma, ora, a letto si sono trasformate in irriducibili mercenarie del sesso. Vere e proprie contabili dell’hard. Altro che 20-30 euro. Manager di se stesse e, soprattutto, del proprio corpo. Altro che schiave. Il do ut des legato alla scambio soldi-sesso diventa un feticcio nelle mani di prostitute capaci di concedersi, adesso, per non meno di 100 euro. Denaro al netto di qualsiasi forma di tassazione legalmente riconosciuta. Questo è sesso no tax, con buona pace di chi continua a dibattere sull’opportunità o meno di riaprire le casine del piacere chiuse dalla legge Merlin. Fiumi di denaro che finiscono dritti nelle tasche di queste assatanate prostitute-manager dal conto in banca a cinque zeri. E che rappresentano l’immagine più evidente delle nuove frontiere del mestiere più antico del mondo. Messo al bando negli ultimi tempi dallo scatto morale di quelle istituzioni che si sono ricordate dei boulevard del sesso gestiti dalla criminalità rumena ed albanese. Nigeriana e nostrana. Esattamente com’è accaduto a Salerno. L’esempio lampante ce l’abbiamo davanti ai nostri occhi, con le decine e decine di ragazze dell’Est denunciate ed espulse dal territorio chissà quante altre che continuano, malgrado le “imbarcate” di vigili urbani, polizia e carabinieri, a battere la litoranea. In maniera forse inconsapevole, si è persi di vista il problema nella sua complessa articolazione. Perchè la risposta delle prostitute (ma in particolare di quelle italiane) di fronte alla repulisti c’è stata ed in misura decuplicata. E’ il boom degli affitti la prima cartina di tornasole. La prima traccia di un fenomeno partorito dalla dicotomia causa-effetto che viaggia su internet e si consuma tra le quattro mura di una “casa chiusa”. Basta dare uno sguardo alle pagine web di due siti che pubblicano gli annunci-esca per abbordare il cliente (nel nostro caso basta digitare sul motore di ricerca google la parola chiave “annunci salerno” e, voilà, il gioco è fatto). Nella sezione, l’amministratore del portale, prima dell’accesso, rammenta ai naviganti che «le Categorie della Sezione Incontri sono riservate esclusivamente ad un pubblico maggiorenne»; che «tutti gli annunci devono rispettare le leggi vigenti» e in particolare «la Legge Merlin»; che non è consentito alcun tipo di annuncio contenente riferimenti a prestazioni sessuali a pagamento». E fin qui ci siamo, ma l’inganno è dietro l’angolo. Nascosto (si fa per dire) tra le parole dell’annuncio stesso. Raccolto in quelle «rose» citate dalla stragrande maggioranza dei casi che profumano di euro. A testimoniarlo sono proprio loro, i clienti delle prostitute. Riuniti nel forum dei “puttanieri campani” nel quale si confrontano su listino prezzi, reale corrispondenza tra le foto pubblicate nell’annuncio e le “misure” della prostituta (non sono rari i casi di bluff), consigli utili su quale ragazza puntare e quale, invece, depennare dalla sex list. Ecco allora che “keeper” (è uno dei nick scelti dai clienti) scrive: «stamani ho chiamato Aida trans molto dolce mi ha chiesto 150 per due prestazioni volevo sapere se qualcuno l’ha incontrata mentre Carla ( no trans) gentilissima mi ha chiesto 100 senza fretta e incontra in litoranea». Per i neofiti c’è anche il buon samaritano che si sbilancia in veri e proprio “report”: «Simona bionda da Nocera riceve in albergo prende 100 euro per lei e 30 per la camera». Le inserzioni presenti disegnano una mappa dettagliata delle “case chiuse” disseminate tra Salerno e provincia. Vien da chiedersi se qualcuno tra istituzioni dormienti, polizia municipale e forze dell’ordine se n’è accorto.

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