Lo spirito di scissione

Uno studio di come è organizzata di fatto la struttura ideologica di una classe dominante: cioè l’organizzazione materiale intesa a mantenere, a difendere e a sviluppare il «fronte» teorico o ideologico. La parte piú ragguardevole e piú dinamica di esso è la stampa in generale: case editrici (che hanno implicito ed esplicito un programma e si appoggiano a una determinata corrente), giornali politici, riviste di ogni genere, scientifiche, letterarie, filologiche, di divulgazione, ecc., periodici vari fino ai bollettini parrocchiali. (…) La stampa è la parte piú dinamica di questa struttura ideologica, ma non la sola: tutto ciò che influisce o può influire sull’opinione pubblica direttamente o indirettamente le appartiene: le biblioteche, le scuole, i circoli e clubs di vario genere, fino all’architettura, alla disposizione delle vie e ai nomi di queste.
Non si spiegherebbe la posizione conservata dalla Chiesa nella società moderna, se non si conoscessero gli sforzi diuturni e pazienti che essa fa per sviluppare continuamente la sua particolare sezione di questa struttura materiale dell’ideologia. Un tale studio, fatto seriamente, avrebbe una certa importanza: oltre a dare un modello storico vivente di una tale struttura, abituerebbe a un calcolo piú cauto ed esatto delle forze agenti nella società. Cosa si può contrapporre, da parte di una classe innovatrice, a questo complesso formidabile di trincee e fortificazioni della classe dominante? Lo spirito di scissione, cioè il progressivo acquisto della coscienza della propria personalità storica, spirito di scissione che deve tendere ad allargarsi dalla classe protagonista alle classi alleate potenziali: tutto ciò domanda un complesso lavoro ideologico, la prima condizione del quale è l’esatta conoscenza del campo da svuotare del suo elemento di massa umana.

Quaderni del carcere
Materiale ideologico, Passato e presente

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1 Comment

  1. “…la prima condizione del quale è l’esatta conoscenza del campo da svuotare del suo elemento di massa umana.”

    Pneso che questo ultimo passaggio sia paradigmatico della incapacita’ dell’attuale “establshiment” di sinistra. Nei fatti, chi, in qualche modo, si colloca a “mancina”, mostra una conoscenza pressocche’ nulla del “campo da svuotare del suo elemeto di massa umana”. Oderwas, come direbbero i tedeschi, le platee dinanzi a taluni spettacoli mediatici – televisivi in primo luogo – si svuoterebbero progressivamente. Cio’ e’ segnale che la politica “culturale”, messa in campo dalla fine degli anni settanta da una certa parte, le cui propaggini sembrano essere piu’ che mai diaboliche ed invincibili, non ha trovato un competitore degno ed agguerrito in grado di svuotare il bacino di consensi che si e’ andato riempiendo oltre ogni livello di guardia. Nella realta’, la sinistra istituzionale ha subito una trasformazione antropologica che, con il passare del tempo e la caduta degli schemi ideologici, e’ stata contraddisitinta da un viraggio verso il rosa del proprio tono di colore politico. Un tale viraggio ha avuto come connotato principale una polarizzazione dell’attenzione verso aspetti radicali della societa’ – sicuramente da garantire in una societa’ soi disant democratrica- ma distanti e totalizzanti a sufficienza dalle contingenze immediate delle classi storicamente definite subalterne da fare in modo che dette fasce della popolazione tendessrero a scegliere – nell’urna, davanti al televisore, in libreria – chi pareva conoscere meglio il loro campo, i loro bisogni, i loro desideri, e perche’ no, i loro sogni.

    Ci rendiamo conto o no della “rivoluzione” messa in atto dal nostro “Citizen Kane”? Ci rendiamo conto delle illusioni che il “magnate” porge in dono ad una qualsiasi casalinga di Centocelle quando – durante uno degli spettacoli del sabato pomeriggio – le permette di diventare un critico srtistico a tutto tondo ed anche spietato nei confronti di una ragazzina che potrebbe essere sua figlia? Perche’ una donna cosi’ non dovrebbe scegliere il centro-desta? Dall’altra parte cosa le viene proposto? Il solo perorare cause da “radical-chic” – diritti degli omosessuali, il crocefisso in classe, la urla isteriche delle maestrine dalla penna rossa – non e’ certo una dimostrazione tangibile della esatta conoscenza di cui Antonio Gramsci andava scrivendo dal carcere.

    Veicolare taluni appetiti di stomaco, talune urgenze uterine; temperarli con una dialettica lontana dalle gradinate degli stadi, e dei ritrovi in riva al Po. Questa dovrebbe essere la consegna per una sinistra moderna che volesse tentare di svuotare il campo.

    Salute e lunga vita,

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