Il cratere dell’indifferenza (e dei famigli)

L’ incolpata arriva davanti ai suoi giudici: cinquecento poltrone vuote. L’emiciclo sembra un cratere dell’indifferenza, la solita immortale scena del me ne fotto. È venerdì, e pure mattina presto. A quest’ora, sono le nove e mezza, di questo giorno della settimana (è 17 sul calendario!), “mai mai e poi mai” un deputato potrebbe essere nel luogo in cui è stato chiamato, nel centro esatto dei suoi interessi, dei suoi obblighi e, in linea teorica, anche delle sue passioni. Hanno fatto tutti la valigia la sera precedente: ragazzi di prima nomina e signori di antico pelo. Trentenni e settantenni, quelli col panciotto e le signorine sportive in jeans. Di destra, di sinistra e di centro. In alto e in basso. Senza grilli per la testa o anche grillini sputafuoco già accomodati all’uso in vigore nelle stanze dei bottoni: ricordarsi solo di passare alla cassa. Continue reading

La Lega è il miglior alleato dell’anonima Kyenge

La questione da politica si fa psicanalitica, e ci sarebbe bisogno di un approfondimento diagnostico per conoscere le cause che stanno spingendo i leghisti al contrassegno barbarico del corpo di Cécile Kyenge, del colore della sua pelle in luogo delle sue idee. È evidente la regressione spaventosa da movimento del Nord, voce alterata ma credibile di un vasto umore popolare, a sparuto conservatorio della cafoneria razzista, espositore dei più antichi e scoraggianti cliché su noi bianchi e loro neri, anzi negri. Noi civili e loro no, noi dolci e loro sgraziati, noi puliti e loro sporchi. Noi belli e loro? “Quando la vedo penso a un orango” disse lo statista Roberto Calderoli, aprendo le danze antropologiche e consegnando questa donna allo sputo collettivo, alla denigrazione personale. E così di volgarità in volgarità si è giunti al calendario delle apparizioni pubbliche della Kyenge sulla Padania, forse per tener viva la sputacchiera. Per non farci mancare niente ieri la deputata Iole Santelli, che leghista non è ma calabrese di Forza Italia, dunque teoricamente in grado di conoscere le sofferenze di chi emigra e anche le violenze e le umiliazioni a cui è sottoposto, ha amabilmente ricordato che le donne nere (o negre?) hanno la fortuna di non doversi truccare, e Cécile, che è nera (o negra?) pure naturalmente.Continue reading

La vita è un treno, la seconda puntata: “Cristo si è fermato a Gioia Tauro”

La Calabria, la stazione di Cosenza, gigantesco monumento allo spreco. Le ferrovie calabresi dissestate. Quattro ore per fare 80 chilometri, un tratto interrotto dove bisogna abbandonare il treno e salire sulla corriera. E Gioia Tauro, una stazione fantasma dove l’ultima ragazza assunta come capostazione vende i biglietti per l’autobus. Questo l’argomento della seconda puntata della docu-serie de ilfattoquotidiano.it dedicata alle tratte delle ferrovie italiane prima dismesse e poi abbandonate.

‘La vita è un treno’ è firmata dal giornalista e scrittore Antonello Caporale e dal regista Enzo Monteleone. Un viaggio sentimentale e un atto di denuncia civile. Un percorso lungo tremila chilometri seguendo la traccia della ruggine dei binari.

Casa De Girolamo Tra vecchi vizi e familismo

IL MINISTRO RESISTE ALLO SCANDALO BENEVENTANO
IL SUO PARTITO (GLI ALFANIANI): “CHIARIRÀ IN PARLAMENTO”
Nunzia De Girolamo nasconde sotto i suoi quarant’anni non ancora compiuti il curriculum completo dei vizi dell’eterno dominio meridionale. La propensione ad arraffare il potere e confinarlo in cucina, tramandando nel rito familistico la specie dei brontosauri di provincia. Portaborse e tirapiedi prendono appunti, eseguono. Altro che caduta di stile: casa Nunzia è il luogo della diaspora delle passioni, quelle a cui lei si rifaceva in ogni presenza tv avanzando con la sua gioventù il diritto a provare a governare in modo diverso. E s’è visto il modo! La sanità tenuta sotto i tacchi del suo scarpino ferrato, dove portantini e primari, nel gioco eterno dell’appartenenza, replicavano i fasti altrettanto intramontabili della servitù politica. Sull’assenza dell’incriminazione penale lei prospetta un altro indiscusso primato della politica italiana.Continue reading

La vita è un treno, la prima puntata: Il treno fantasma dell’Irpinia

Partendo da Avellino, una stazione che apre ad ore, come un ufficio postale, attraversiamo le terre del post- terremoto. Il Ponte Principe a Lapìo, una meravigliosa architettura, una torre Eiffel adagiata su un fianco, che dorme arrugginita. Anche sulle ferrovie si è speculato, si è creato a San Mango sul Calore un inutile polo industriale mai utilizzato. E poi la “Transiberiana d’Italia” il treno che attraversava il Parco Nazionale d’Abruzzo, un treno che un gruppo di volontari appassionati cerca ancora di mantenere in vita.

 

Less than zero: L’America al gelo tra brividi e giochi

DOPO LE NEVICATE, TEMPERATURE FINO A -50. LA STAMPA INGIGANTISCE IL MALTEMPO, MA (QUASI) TUTTO FUNZIONA

Mentre mi dirigo verso Spring Street a Soho, il quartiere meridionale di Manhattan, un amico di Udine chiama: è il caos? Ho appena fatto colazione da Starbucks e tutto sembra uguale a ieri. Fa freddissimo come ieri e prendo posto al solito tavolo, il solito muffin al cioccolato, il caffè americano. C’è la neve è vero, ma sono centimetri che rendono possibile sia passeggiare che guidare. Fare compere, entrare nei musei, prendere la metro. Funziona tutto e gli spalaneve non perdono un angolo. È sabato, e dovrebbe essere il giorno della quiete dopo la tempesta. Ieri però ha fatto freddo come oggi, e anche l’altro giorno non è stato male. Ma anche l’anno scorso. E due anni fa i newyorchesi ricordano la Mela imbiancata. Questa volta è diverso dal solito, così decreta la tv. Questa volta non è una nevicata ma una tempesta. Hercules Storm. Se esci per strada questa volta puoi rimanere secco, e se guidi puoi trovarti piallato dalle lamiere. Questa volta Hercules non perdona comunicano i siti meteo: soffiano venti che ci spingeranno fin sulle nuvole, e fiocchi di neve che saranno grandi quanto medaglioni di vitello. Anzi, a dirla tutta: la neve non farà in tempo a posarsi che gelerà, si trasformerà in ghiaccio durante il tragitto discendente. Non aprite l’ombrello, aprite il cervello: state in casa e accendete la tv. Seguite le previsioni meteo e pregate.Continue reading