Piccole esistenze e grandi storie: la vita è un Origami

origamiÈ IL PASSO doppio della vita: di qua la tua piccola esistenza, di là la grande storia. Quel passo segna dapprima i tuoi anni attraverso gli eventi che hai visto scorrere, poi li cuce dentro i grandi fatti della cronaca che hai narrato. Anna Maria Mori – istriana di Pola – vuole fare la giornalista. E da esule inizia il pellegrinaggio tra le redazioni, la lotta quotidiana per un contratto sia pur piccolo, un lavoretto sia pur breve. Siamo negli anni Cinquanta, lei è precaria proprio come decine di nostri colleghi oggi, ma non arretra mai. Nel filo rosso della memoria allinea i personaggi del mondo che ha raccontato per anni principalmente su Repubblica, il giornale in cui è stata chiamata fin dalla sua fondazione. “Origami”, edito da Einaudi, è il denso taccuino degli appunti, alcuni decisamente originali, come gli interminabili applausi che i suoi compagni di università tributavano a ogni lezione a Giorgio La Pira, il politico illuminato, pur di allontanarlo il più possibile dalla lezione. Mori racconta mezzo secolo di storia mettendo in fila i grandi che ha incontrato e le prove da cronista che ha dovuto superare. Il passo – appunto doppio – della vita.

Alberto Asor Rosa: “Le mancate risposte del M5S: da qui deve ripartire la sinistra”

alberto-asor-rosaMatteo Renzi ha posto il Partito democratico fuori dai confini del centrosinistra. Con lui il Pd ha subìto un mutamento antropologico e questo giovane leader, tra l’altro assolutamente legittimato dal voto degli iscritti del suo partito, dimostra di essere cresciuto in ben altre temperie. Come lui si pensi nel confronto politico non dice, dove egli si pensi non sa”. Inizia con un de profundis all’identità del partito che tuttora è l’erede testamentario della grande mamma – il Pci –il colloquio con Alberto Asor Rosa, letterato e pensatore, sulle speranze, le parole e i confini della sinistra in Italia. “Parlare dei confini della sinistra significa volermi chiedere dei confini dell’universo. È una richiesta irricevibile”.

Professore, le chiedo se la sinistra ha una ragione per continuare a vivere, un modello da emulare, un pensiero da difendere e dei volti da proporre.

Potrebbe mai darsi che io le rispondessi di no?

Potrebbe però darsi che lei spiegasse perché la sinistra trova vigore e un ruolo nella battaglia politica solo quando si affida a leader piuttosto vintage. Dapprima l’ottima performance dell’americano Sanders, poi la vitalità dimostrata da Corbyn in Gran Bretagna. In Italia chi appare più in sintonia con il linguaggio di sinistra appare Pier Luigi Bersani, non proprio un giovincello.

Buona domanda da fare a un 84enne. La più grande sciocchezza è immaginare che per rappresentare i giovani ci vogliano i giovani. Ci vogliono le idee, un pensiero accettabile: chi vuoi rappresentare, in quale mondo mi vuoi portare, e come vorresti edificarlo e poi difenderlo. Detto che anche in Germania i socialdemocratici non sono rappresentati da un ragazzo di primo pelo, la risposta è dentro il senso di ciò che è accaduto negli Usa o in Gran Bretagna. Il popolo ripone la sua stima in coloro che hanno una storia personale credibile, una reputazione inappuntabile. Si appoggia chi si ritiene essere capace di rispondere alla crisi straordinaria – che è insieme economica, culturale e civile – che stiamo attraversando.

In Italia invece la sinistra non sembra avere idee, né volti da spendere. Ma ha ancora un popolo che la voterebbe.

I volti seguono le idee. Ho appena proposto quella che ho chiamato una Costituente della sinistra, o come la si voglia definire. Si ritrovino insieme, si mettano a discutere, raggiungano un accordo su quel che c’è da fare, come farlo e soprattutto quali ceti rappresentare. Vedrà che poi il nome lo trovano.

Quali domande dovrebbero farsi?

Piuttosto direi: quali risposte dovrebbero dare? Prendano allora le grandi questioni sollevate dai grillini. Sono temi necessari per costruire una sinistra nuova. L’altroieri sera ho ascoltato per dieci minuti l’intervento conclusivo di Grillo a Genova: in che mani siamo caduti! La protesta targata Grillo è quanto di più sbagliato ci possa essere, ma le domande che avanza, i temi che affronta meritano una risposta. Ecco: una sinistra efficiente, contemporanea, attiva dovrebbe impegnarsi a dare le disposte che i grillini non sanno offrire.

E nulla proprio da fare con il Pd?Continue reading