Beppe, Matteo e l’odiosa fame di voti

L’occhio vuole la sua parte. E anche l’orecchio esige rispetto. “Sono molto peggio di Berlusconi, credimi”, dice Ivan Scalfarotto, un ex morigeratissimo. Il tratto “eversivo”dei loro lineamenti lo nota persino Cuperlo, anch’egli un ex sobrio, e il collega calabrese Stumpo se fosse consentito dai regolamenti parlamentari darebbe una legnata tra capo e collo, senza differenza di genere: grillino maschio o femmina. L’importante è fare male. L’invincibile alfabeto dell’odio conduce Pd e i Cinquestelle alla prova ultima della loro inimicizia. I primi sentono che forse li stanno fregando: “La velocità di Renzi gli fa perdere la testa. Se facciamo le riforme loro sono fritti”. E il solo pensiero conduce Davide Faraone, uno dei giovanotti entrati nella stanza dei bottoni del Nazareno, alla propria fanciullezza. Sorride al pensiero, come i bimbi intenti a scartare i regali sotto l’albero, e gli piace, si vede che gli piace.
LE ELEZIONI SONO VICINE e l’odore dei voti si fa sentire. Affamato Renzi, affamato Grillo. Continue reading

Carissimi nemici, prossimo rottamato : Giorgio Napolitano

DA QUANDO ENTRÒ NELLA CORSA PER PALAZZO CHIGI A QUANDO IMPALLINÒ L’AMNISTIA: INCONTRI E CONFLITTI TRA RENZI E IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Lui amava Coppi, l’altro tiene per Bartali. Lui tifa per sé, l’altro appoggia Letta. La studiatissima fuga dal Quirinale di Matteo Renzi non è solo una perfetta messa in scena di teatrale distanza dal Palazzo e dai suoi riti, i suoi giochi e anche i suoi patti. In questo caso il fuggitivo, dileguandosi tra i vicoli di Roma, rifiuta la tutela del capo dello Stato e rinunzia a quella dose di consigli che privatamente gli erano pervenuti. Uno fra tutti: delimitare meglio il campo politico dentro cui approvare la riforma della legge elettorale. Invece ieri, il solito bastian contrario: “Il confronto è aperto a tutti”.Continue reading

Il tramonto dal Quirinale

D’ALEMA, CASINI: IL PICCOLO MONDO ANTICO SI RITROVA PER IL LIBRO DI NAPOLITANO
È un mondo antico e in qualche modo declinante. Vederlo riunito, come ieri è accaduto a Montecitorio, consegna la foto di un gruppo che è fuori dal registro anagrafico dell’attuale classe politica, in difficoltà crescente nel guidarla e con il disagio di trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Ieri Giorgio Napolitano ha convocato Massimo D’Alema e Pier Ferdinando Casini per presentare “La via maestra”, un suo dialogo sull’Europa firmato da Federico Rampini. Doveva essere, nelle intenzioni, un libro postumo alla sua permanenza al Quirinale. Il capo dello Stato è invece in carica e regge con qualche affanno “i sommovimenti” di questo tempo. La sua leadership politica è messa in crisi dalla inconcludenza di uno schieramento politico (le larghe intese poi divenute strette) sul quale, accettando la rielezione, aveva puntato tutto. E l’Europa, l’altra frontiera che Napolitano ha sempre visto come la sola capace di tenere unita l’Italia nello sviluppo della sua democrazia e della sua economia, fallisce miseramente la sua missione. Crisi interna e internazionale. Crisi politica, economica e adesso anche sociale. Napolitano che doveva garantire la exit strategy, registra, come un notaio, l’assoluta inconcludenza del Palazzo, il suo autismo, la separatezza con una società azzoppata.Continue reading

I rischi del “tutti a bordo”. Renzi e la rottamazione amorale

Se Matteo Renzi, come scrive nel suo programma, vuole “spalancare le porte del partito alla curiosità, alla passione”, perciò a militanti veri, senza altra pretesa che l’ascolto della propria idea, il giudizio su un loro pensiero, inizi a dare l’esempio e spalanchi, per farsi capire ancora meglio, pure le porte della sua corrente. Faccia leggere i nomi delle decine di nuovi supporters, e – curiosità per curiosità – inizi a spulciare i curricula di molte decine di essi. Prenderebbe posto forse lo stupore di vedere avviata in contemporanea la rottamazione dei vecchi vizi grazie all’aiuto dei portatori sani e indiscutibili del ciclo produttivo della poltrona arrotolata sotto al mento, teorici delle pratiche illustrate da De Gaulle: il potere non si conquista, si arraffa.Continue reading

Li chiamavano rottamati, l’alfabeto dei convertiti a Matteo

Pier Luigi Spompo no, ma Nico Stumpo? Chi potrà negare anche a un fedelissimo dell’ex capo Bersani – appena ritargato da Renzi come signor Spompo (da spompato, consumato, diesilizzato, dunque finito), come Nicola il calabrese, pancia dell’apparato del Pd, calcolatrice vivente di Pierluigi, una improvvisa ma legittima crisi di coscienza? Se persino la F di Fioroni si rialloca e si riadegua, con la V di Veltroni già stabile e posizionata a fianco di Matteo, e la D di D’Alema, dopo un periodo interrogativo (“Volevo conoscere che libri leggesse, quale fosse il suo pensiero. Non l’ho capito”), sembra essersi adagiata nei pressi del sindaco, sta per concludersi la più riuscita operazione di salita sul carro. Con le migliori o peggiori intenzioni, la fila indiana s’ingrossa e il carro già è diventato treno. Tempo qualche settimana che sarà bastimento e per Renzi il Sol dell’avvenire s’alzerà dietro casa senza un filo di nebbia o una nuvola a fargli ombra.
NON SARÒ Brontolo e non voglio il partito dei sette nani”, assicura lui. Continue reading

La sconfitta di Matteo mister Improvvisatore

NON HA I NUMERI PER INCIDERE IN PARLAMENTO E ANCHE I SUOI SI SENTONO ABBANDONATI. LUI: “NON MOLLO”
Corre, sorride, abbraccia. Spiega mentre pensa, decide mentre parla da virtuoso del pensiero mobile, istantaneo, fulminante. Ieri Matteo Renzi, mister Improvvisatore, era irrintracciabile al telefonino e i suoi senatori, costretti a dire sì o no alla difesa di Angelino Alfano, si sono visti persi e come gattini ciechi hanno chinato la testa e accolto l’altolà di Guglielmo Epifani. Non sapevano cos’altro fare, e tutti insieme hanno convenuto che sarebbe stato meglio attendere l’apparizione del leader in tv. “Fossimo meglio organizzati, sbaraccheremmo il ceto dirigente del Pd in due giorni. Ma si va avanti un po’ così, senza un piano, un coordinamento, un pensiero condiviso. Si fa quel che dice Matteo se si riesce a sapere da lui cosa vuole. Altrimenti si procede come stasera, e le figuracce sono assicurate. Speriamo che Matteo in tv ci riscatti con un colpo di teatro. Lui li sa fare”. Così l’anonimo parlamentare (la cautela è principio costituente della politica).Continue reading