Scaramanzie

“Al nord la Lega, al sud la Camorra”. L’Italia sembra già separata e divisa in due metà perfettamente uguali. E il Mezzogiorno lasciato al suo destino, alla percezione che la propria vita debba essere regolata dalla barbarie criminale, dai regolamenti di conti: a pistolettate o anche, come è successo tra i giovani del Pd di Salerno, a cazzotti.
E’ significativo, e suona come illuminante (e sinistra) conferma, che a Battipaglia, città piegata dalle faide, capitale della piana del Sele, luogo per eccellenza del lavoro nero appaltato ai nuovi schaivi maghrebini, il nuovo sindaco abbia scelto di combattere la tradizione di anarchismo democratico con la scaramanzia.
Gianni Santomauro ritiene che l’ufficio del primo cittadino porti sfiga. Nella storia recente troppi sono stati i tranelli e i tradimenti che hanno mandato a tappeto i predecessori. Imponente la mole di episodi di malcostume. Un mondo politico corrotto nell’animo.
Così Santomauro per ripristinare la legalità, o almeno per tentare di rendere evidente che il livello del degrado raggiunto è ai massimi, ha deciso di rifiutare di occupare la stanza che tanta sfortuna ha portato ai suoi predecessori. “E’ vero, non lo nascondo affatto, la mia decisione è legata alla scaramanzia visto che quella stanza ha portato tanto male a tanti sindaci”.
Ecco dunque che l’antidoto al malcostume, in perfetta coerenza col genius loci, è un corno rosso.
Occhio e malocchio e incenso. Contro la camorra e la malapolitica l’idea è vincente: facciamo intervenire il mago Otelma.

(da Repubblica.it del 16 luglio 2009)

Piccola Stella con troppo cielo

gelminiCARLO TECCE

Da Rovigo a Caltanisetta i teoremi di Euclide, matematico greco e dunque meridionale estremo, cambiano per vari motivi: preparazione degli insegnanti, cromosomi degli studenti, livello del mare, vicinanza alle Alpi. Né la filosofia di Giordano Bruno, nolano arso vivo a Roma, può avere gli stessi significati a Cuneo come a Catanzaro. Né Giovanni Verga ha parentela alcuna con Alessandro Manzoni. L’Italia è diversa nella sua cultura e nei suoi maestri, avrà pure ragione il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. E’ un suo teorema. Dimostrabile fin quando una Mariastella Esposito di Cercola (non s’offendano i cercolesi) diventi ministro oppure – meglio ancora – il giovane Mario Stellino Pizzomunno sia travolto da una carriera così verticale e repentina al pari dell’avvocato di Leno specializzatosi a Reggio Calabria. Per avere il curriculum bianco e vergine, a differenza della Gelmini, Pizzomunno dovrebbe cassare la sfiducia per inoperosità firmata da sette consiglieri di maggioranza e otto di opposizione al comune di Desenzano sul Garda (atto 33 del 31 marzo 2000), quando il futuro ministro era presidente del consiglio. E magari, successivamente, il meridionale Pizzomunno, seppur sedendo all’opposizione, avrebbe racimolato più delle due, tre misere presenze. Né Pizzomunno avrebbe censurato l’enciclopedia libera di Wikipedia, dove questi “particolari” – che per ragionamento induttivo conducono al generale – sono stati taciuti: il blog di Fabio Filisetti, studente di Desenzano, aiuta a capire.Continue reading