Piccole tragedie da campagna elettorale. Quelle degli esclusi dalle liste. O, peggio ancora, quelle dei candidati perdenti in partenza, perché tanti altri hanno la precedenza. Per alcuni di loro, i suoi, Marco Pannella ha iniziato uno sciopero della sete. Per denunciare un’ingiustizia, il mancato rispetto dei patti, il venir meno alla parola data. «L’accordo era per nove candidati radicali eletti e quindi in posti sicuri», ha detto. Veltroni gliene ha piazzati solo sei, «forse sette». E Pannella smette di bere. Chissà se avrà emuli tra gli esclusi dalle liste del Popolo della libertà.
Intanto la casella delle e-mail inizia a intasarsi di inviti a non votare, a boicottare la Casta, perché tanto sono tutti uguali. Ma c’è chi alle urne non vuole mancare. Perché «andare a votare è importante». Più importante anche della gita di fine anno, prima della maturità, quella che si ricorda per tutta la vita. Possibile? Pare proprio di sì. Un gruppo di studenti della V D dell’istituto tecnico commerciale Pareto di Milano è pronto a rinunciare al viaggio di istruzione a Berlino, dall’11 al 15 aprile, per poter andare alle urne per la prima volta. «Hanno dato per scontato che a noi non interessasse votare» ha detto Silvia ad Annachiara Sacchi, del Corriere della Sera. E il problema ora per i ragazzi è grosso, perché se rinunciano alla gita, perdono i cento euro di caparra. Vai a credere agli adulti. Gli avevano assicurato: «Potrete votare in ambasciata». Niente da fare, naturalmente. E ora loro ci stanno pensando, a rinunciare alla gita. Vogliono votare. A dispetto dell’antipolitica. A dispetto del fatto che i candidati sono nominati dai partiti. A dispetto del fatto che già si sa chi di loro sarà eletto e chi no. A dispetto di questo e tanto altro. Ma forse è proprio così che deve essere. Perché da giovani si va dritti per la propria strada, fregandosene di tutto e tutti.
e io vado in gita e non voto…i programmi dei due schieramenti sono uguali e poi..governeranno assieme