Miss clandestina

missclandestinaMANUELA CAVALIERI

“Solo la miseria è senza invidia”
Giovanni Boccaccio

Vent’anni. Curve sinuose, sorriso seducente. Bellissima. Ha un sogno: diventare Miss Muretto. Poi, chissà? Beatrice quest’estate ha incantato giurie e sbaragliato avversarie. Dopo essere stata eletta miss Optex a Pontebba e Miss Biopoint a Lignano, si è qualificata per la semifinale di Miss Muretto 2008. Giovedì è al villaggio olimpico del Sestriere con le altre finaliste. Scelgono il trucco, provano gli abiti. D’un tratto un suono sordo interrompe le risate, due carabinieri bussano alla porta della camera A32. La ragazza li guarda e in un istante capisce che tutto è perduto. L’illusione si sbriciola pietosamente. Non è più la bella e affascinante Beatrice, per i carabinieri è solo Mame Diarra Bousso Ramatu Ndiaye: senegalese e clandestina. Sulla scrivania della questura di Udine c’è una lettera, ovviamente anonima; racconta meticolosamente la vicenda, il vero nome, l’irregolarità, il decreto di espulsione. Povera Mame! Forse una sera hai sommessamente sussurrato a qualcuno la tua storia. Volevi alleggerire per un attimo il peso che ti gravava sul cuore, augurandoti di avere presto tra le mani quel maledetto permesso di soggiorno, passaporto per la felicità. Ma l’invidia è stata più forte. La miss non c’è più. Avanti la prossima.