Sindaci furbetti: mille trucchi per tenersi la doppia poltrona

LA “LITE PENDENTE” CONSENTE DI NON ESSERE COMMISSARIATO E CANDIDARSI IN REGIONE ECCO IL CATALOGO RAGIONATO DEGLI IDEATORI DEL CAVILLO COME TECNICA DI GOVERNO
Siamo ai derivati di Cetto La Qualunque. Al pacco e contropacco di Forcella. All’uni verso delle comiche. È un breve catalogo dei furbissimi, che purtroppo di mestiere fanno i sindaci, chiamati a far rispettare la legge e che invece la frodano, la deturpano, la irridono. Sorridere prego.
IL SINDACO di San Sebastiano al Vesuvio, il signor Pino Capasso, esponente del Partito democratico, si è fatto togliere una multa di 41 euro per divieto di sosta direttamente dal capo dei vigili urbani della città, il signor Alfredo Baldisarra. L’evento ha comportato un conflitto tra il sindaco e l’ente da lui rappresentato e il consiglio comunale – immediatamente convocato – ha promosso una questione di incompatibilità. La seduta, iniziata alle 8:30 del mattino, è stata sospesa alcune ore dopo e aggiornata a nuova data. C’è da dire che il capo dell’opposizione, secondo atto della commedia, è corso alle Poste e gli ha pagato la multa. Ma la legge non ammette inganni! Essendo la lite già pendente e la burocrazia già in cammino, gli atti già firmati e vidimati a norma di legge, il sindaco non dovrà dimettersi per candidarsi alle prossime elezioni regionali in Campania. Pertanto il consiglio non dovrà essere sciolto, e la sua attuale poltrona la terrà in caldo il vice sindaco. Furbissimi si nasce o si diventa?
MEGLIO DI LUI solo il sindaco di Agropoli Franco Alfieri, che pochi giorni fa ha indicato la via della beatitudine. Sostando in centro città con fare spavaldo ha trovato un suo sottoposto, vigile attentissimo e integgerrimo, a rovinargli la giornata: 41 euro pure a lui! Alfieri, il cui volto illumina la raffinatezza della strategia politica, ha immediatamente offerto – forte del soprannome che si è conquistato, il Santissimo – la versione ufficiale della multa. Da ritagliare e conservare: “Si tratta di un escamotage per evitare i danni che deriverebbero dal commissariamento. Non è solo una mia decisione, ma c’è una forte spinta popolare che vuole che io vada ad occupare un posto alla Regione per risolvere i tanti problemi che ci sono sul territorio e sono stati causati, o comunque aggravati, da cinque anni di amministrazione regionale del centrodestra”. Una spinta fortissima per questo santissimo riformatore. Alla Regione non aspettano che lui. Per apprezzare la filosofia del Santissimo bisogna aggiungere che ha già inviato in Parlamento una sua devota, la signorina Sabrina Capozzolo. Prima di divenire deputata (e ora addirittura nella segreteria nazionale del Pd, responsabile per le politiche agricole) ha svolto ad Agropoli, la ridente città cilentana, uno stage politico proprio come vigile urbana stagionale. Nel resto dell’anno si dedicava con disciplina ed entusiasmo alla tammorra, tipico strumento musicale delle bande folk. Alfieri – e qui la catena di comando non lascia scampo – è a sua volta devoto di Vincenzo De Luca, candidato governatore della Campania, ideatore del cavillo come regola di governo. In virtù del cavillo è riuscito a non dimettersi da sindaco di Salerno quando era vice ministro alle Infrastrutture. Ed oggi è candidato sebbene per legge non possa fare il presidente di Regione. De Luca nei mesi scorsi ha fatto in modo – tra ricorsi e controricorsi, pacchi e contropacchi – di allungare la vicenda giudiziaria e non dimettersi mai. Lui, il teorico del cafonismo come carattere territoriale, ha scelto la strada cafona al potere.
MA SI SA CHE AL FONDO non c’è mai fondo. Perchè di queste ore è la missione che si è dato il sindaco di Giffoni Valle Piana, un altro del Pd che ambisce alla promozione in Regione. Si chiama Paolo Russomando e, lavorando di fino, ha evitato di coinvolgere i vigili urbani. Ha opzionato una buca stradale. Dunque: un giorno viaggiando con l’auto nel suo Comune è incappato in una buca. Assi e semiassi rotti? E allora pacco e contropacco. Chi deve sorvegliare le strade? Il Comune. Da qui una lite pendente, una fantastico ingaggio giudiziario: Paolo contro Paolo. L’automobilista Russomando diligente e affranto contro il sindaco Russomando, inoperoso e distratto. Lite pendente anche qui? Sembra proprio di sì. E sarà un piacere per il Pd proporre un terzetto niente male a sostegno di De Luca sulla poltrona di governatore che la legge Severino gli impedisce di occupare in ragione di una disgraziata condanna penale. Al terzetto – già in cammino sulla via maestra della furbizia eletta a sistema di governo – si sta per unire un quarto campione della legalità. Il sindaco di Fisciano, comune salernitano della Valle dell’Irno. Qui niente vigili, niente buche. Il sindaco, Tommaso Amabile, ha solamente affidato alla banca di cui è membro del consiglio di amministrazione, l’incarico di tesoriere comunale. Affidamento andato in porto ma lite assolutamente pendente. Perchè il controllore, in questo caso il sindaco, coincide anche con il controllato, essendo al comando della Banca. Solo il centrosinistra avanza nella furbizia? Dopo un primo sbandamento anche il centrodestra ha preso le misure. E un corridore delle prossime regionali, il primo cittadino di Sant’Egidio Monte Albino, a sud di Napoli, ha scelto di fare copia e incolla. Alla guida dell’auto ha pregato un vigile di elevargli la multa. Cosicché – a frode avvenuta – la lite col comune si è condensata nel solito deliberato di incompatibilità. Furbissimi e votatissimi.
da: Il Fatto Quotidiano 20 marzo 2015

Share Button