Mirello e “zio Pino” tra l’università e i grandi affari

angelino-alfanoLa vicenda che sembra partire da Enna, dalla piattaforma polifunzionale dell’università Kore, insieme polmone culturale e giaciglio clientelare di Mirello Crisafulli, sembra in realtà giungere a Roma, nelle stanze del ministro dell’Interno, da Bronte, luogo eletto delle virtù e della potenza politica di Giuseppe Firrarello, asso isolano dell’Ncd. Nel cuore di Alfano, questo è sicuro, c’è Bronte e non Enna, ed è certo che Crisafulli ha stretto un legame talmente forte con Firrarello che la frequentazione si è trasformata negli anni in amicizia cara, e il nome dell’ex senatore, suocero del sottosegretario Giuseppe Castiglione, Mirello sembra lo pronunci così: “Zio Pino”.

I nomi di Crisafulli e Firrarello compaiono e scompaiono, si sovrappongono e si ricompongono ogni qual volta in Sicilia nuove e straordinarie opere pubbliche o private aprono le porte a investimenti ora attesi, ora solo annunciati, ora finiti nella nebbia delle promesse. Crisafulli avanza nel potere e lo incardina attraverso la sua università, negli anni da assessore alla Funzione pubblica e programmazione del governo regionale del diessino Antonio Capodicasa (‘98-2000), con il delegato all’Agricoltura che ha il nome di Totò Cuffaro.

CAMBIANO le giunte, Cuffaro diviene governatore e sulla poltrona di Crisafulli si siede Giuseppe Castiglione, genero di Firrarello. Siamo nei primi anni Duemila e la Sicilia è gonfia di soldi, e magnati si fanno avanti per dare all’isola una nuova ricchezza. Viene messo sul tavolo il grande progetto del più grande parco tematico d’Europa a Regalbuto, una Disneyland favolosa benedetta dall’allora presidente della provincia di Enna Cataldo Salerno che poi diverrà presidente dell’università di Enna. Campi da tennis, da golf, alberghi, prati verdi,milioni di milioni, camerieri e cuochi, hostess e giocolieri. Lavoro per tutti. Gran battage e poi? E poi i cinema che arriveranno, il termovalorizzatore per ripulire l’aria e la terra dai rifiuti. Clap, clap. Applaudono sia Firrarello sia Crisafulli. Sogni per il momenti infranti. Ma sorrisi d’oro quando il progetto di aprire un grandioso outlet, sempre a Enna (il Sicily Village) si fa realtà.

Mentre Firrarello incardina a Roma una stazione permanente di controllo sull’Ncd, con il genero Castiglione che diviene plenipotenziario siciliano e sottosegretario nei governi Letta e Renzi, Crisafulli immagina di doppiare i fasti della Kore aggiungendo la facoltà di Medicina dell’ateneo romeno di Galati. Enna diviene un transito dell’Accademia, un lago su cui affluiscono rigagnoli da ogni parte d’Italia, con simpatie ora intrecciate ora distinte. Conduce in cattedra anche la moglie di Cuffaro. La professoressa Giacoma Chiarelli è assistant professor di Diagnostica. E il presidente dell’università funge da segretario del senatore Crisafulli quando il parlamentare decide di far visita all’ex governatore in carcere. Passa da Enna in qualità di docente (Mediazione sociale e interculturale) Isabella Rauti, consorte di Gianni Alemanno. È ricercatore Enzo Marinello, deputato Pd (area Capodicasa); è docente in Diritto del lavoro il deputato Giuseppe Beretta (area Finocchiaro); in Economia sale in cattedra Elio Rossitto, teorico dell’Mpa, il defunto partito dell’ex presidente Raffaele Lombardo. Il nipote di Salvo Andò, l’ex rettore, diventa, si mormora, fornitore dei mobili per ufficio de ll’università; Roberto Di Maria, pupillo di Giovanni Pitruzzella, presidente dell’An titrust, a 38 anni è preside della facoltà di Scienze economiche e giuridiche. Alla Kore insegna Carmelo Provenzano, amministratore giudiziario di fiducia di Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo indagata per corruzione e abuso a Caltanissetta. Gli inquirenti sono convinti che la tesi di laurea del figlio della Saguto, Emanuele Caramma, sia stata scritta dal prof di Enna che in cambio avrebbe ottenuto la segnalazione del suo nome quale commissario del Centro di accoglienza (Cara) di Mineo. E qui di nuovo si ritorna a Bronte.

Da: Il Fatto Quotidiano, 27 febbraio 2016

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