ALFABETO. “Ora sono supplente di me stessa”: maestra fuori per una multa

licenziamenti-insegnantiSono una insegnante supplente. Sono supplente di me stessa”. La straordinaria storia di P., 42 anni, italiana, maestra elementare assunta in ruolo dopo anni di precariato il 1° settembre scorso e licenziata il 22 gennaio 2016, chiamata tre giorni dopo a fare la supplente di se stessa, dunque con contratto provvisorio a colmare l’assenza dell’altra sé fino al prossimo 18 giugno, pare un non agevole caso di psichiatria burocratica e conclude una breve rassegna dei cavilli che inguaiano la vita, a volte l’annientano, sicuramente diagnosticano che la Pubblica amministrazione ha un male endemico e forse incurabile. Anche P. sceglie l’anonimato per timore che la pubblicità della sua vicenda possa influenzare negativamente gli sviluppi dei ricorsi giudiziari.

La storia ha inizio al sud tanti anni fa in un campo di nocciole.

Facevo il penultimo anno del magistrale e a settembre, per dare aiuto alla famiglia, sono andata a raccogliere frutta. Lavoro stagionale da bracciante agricola che ho svolto anche negli anni seguenti.

Accade però….Continue reading

Mirello e “zio Pino” tra l’università e i grandi affari

angelino-alfanoLa vicenda che sembra partire da Enna, dalla piattaforma polifunzionale dell’università Kore, insieme polmone culturale e giaciglio clientelare di Mirello Crisafulli, sembra in realtà giungere a Roma, nelle stanze del ministro dell’Interno, da Bronte, luogo eletto delle virtù e della potenza politica di Giuseppe Firrarello, asso isolano dell’Ncd. Nel cuore di Alfano, questo è sicuro, c’è Bronte e non Enna, ed è certo che Crisafulli ha stretto un legame talmente forte con Firrarello che la frequentazione si è trasformata negli anni in amicizia cara, e il nome dell’ex senatore, suocero del sottosegretario Giuseppe Castiglione, Mirello sembra lo pronunci così: “Zio Pino”.

I nomi di Crisafulli e Firrarello compaiono e scompaiono, si sovrappongono e si ricompongono ogni qual volta in Sicilia nuove e straordinarie opere pubbliche o private aprono le porte a investimenti ora attesi, ora solo annunciati, ora finiti nella nebbia delle promesse. Crisafulli avanza nel potere e lo incardina attraverso la sua università, negli anni da assessore alla Funzione pubblica e programmazione del governo regionale del diessino Antonio Capodicasa (‘98-2000), con il delegato all’Agricoltura che ha il nome di Totò Cuffaro.

CAMBIANO le giunte, Cuffaro diviene governatore e sulla poltrona di Crisafulli si siede Giuseppe Castiglione, genero di Firrarello. Siamo nei primi anni Duemila e la Sicilia è gonfia di soldi, e magnati si fanno avanti per dare all’isola una nuova ricchezza. Viene messo sul tavolo il grande progetto del più grande parco tematico d’Europa a Regalbuto, una Disneyland favolosa benedetta dall’allora presidente della provincia di Enna Cataldo Salerno che poi diverrà presidente dell’università di Enna. Campi da tennis, da golf, alberghi, prati verdi,milioni di milioni, camerieri e cuochi, hostess e giocolieri. Lavoro per tutti. Gran battage e poi? E poi i cinema che arriveranno, il termovalorizzatore per ripulire l’aria e la terra dai rifiuti. Clap, clap. Applaudono sia Firrarello sia Crisafulli. Sogni per il momenti infranti. Ma sorrisi d’oro quando il progetto di aprire un grandioso outlet, sempre a Enna (il Sicily Village) si fa realtà.Continue reading