Il ladruncolo di Forza Italia

Ci sono mille modi per gabbare lo Stato. Tra i mille, Pierluigi Leone, presidente della comunità montana dell’Olivo e della società mista – il Gal – che deve provvedere allo sviluppo di queste montagne liguri in provincia di Imperia, ha scelto il più diretto e trasparente. Ha aperto un conto in banca (banca Carige, precisa l’Ansa), e lì ha deviato il breve corso dei finanziamenti europei. Gli inquirenti, che l’hanno arrestato, hanno trovato in cassa 150 mila di euro. Leone, sicuramente amante del rischio, aveva scelto di investire il ricavato dell’operazione Europa, chiamiamola così, in borsa. Ha dunque patito, oltre l’ansia per il misfatto, anche le continue oscillazioni borsistiche.
Le accuse della Procura sono estese a sua moglie e a una sorella. Diversamente dagli altri politici, piccoli e grandi, Leone, militante di Forza Italia, ha scelto però, quando gli uomini della Guardia di Finanza hanno bussato alla sua porta, di farsi trovare libero da qualunque responsabilità pubblica. Nelle scorse settimane aveva deciso già di rinunciare ai prestigiosi incarichi che la comunità imperiese gli aveva conferito. Da qualche giorno non era più presidente della comunità montana, né presidente del Gal. E davvero non è da tutti.
La performance del politico ligure non è comunque in grado di produrre nemmeno un granello di apprensione o un’ombra alla vasta e forte coalizione di governo. Anche se si volesse assommare questa vicenda, che appare oramai indirizzata verso una sua conclusione rapida e un verdetto in qualche modo condiviso (un dispaccio di agenzia comunica che il politico ha “parzialmente” ammesso le sue responsabilità), con quella sicuramente più allarmante che proviene da Casal di Principe. Dai verbali giudiziari risulta che due parlamentari, Mario Landolfi di An e Nicola Cosentino, ora vice di Tremonti all’Economia, tessera di Forza Italia, avrebbero chiesto favori e qualche assunzione, nascosta nell’estesa contabilità della munnezza,  all’imprenditore ucciso due giorni fa dalla camorra.
Né l’una, né l’altra notizia (i parlamentari hanno comunque smentito ogni loro coinvolgimento, ndr) sono in grado di causare uno sbadiglio a Berlusconi.
Una risata, magari amara, forse sì. Perché sembra, almeno per quel che riguarda la vicenda imperiese che il Leoni, annusata l’aria, fosse in procinto di darsela a gambe. Destinazione, sembra, Romania.
Anche l’approdo è controcorrente. Con quel Paese abbiamo già un contenzioso aperto e, purtroppo, proprio sul fronte della criminalità… Acuta perciò l’osservazione di un blogger che, a commento della notizia, ha scritto: «Sai che bello se lo bloccavano alla frontiera romena e ce lo rispedivano indietro?».

(pubblicato su Repubblica.it il 4 giugno 2008)

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