“Rottamare i capi tribù, Renzi compreso”

DA PESARO FINO ALL’EMILIA ROSSA, LA RIVOLTA DI “OCCUPYPD” CONTINUA: FORLÌ, ALBINEA E LA MITICA SEZIONE DELLA BOLOGNINA


Prima di giungere al Piave dello sgomento che è la Bolognina – il centro del centro della storia della sinistra italiana, il luogo dove sono accorsi, nelle ore della disfatta del Pd, furenti e disperati, i militi estranei alla guerra degli odi e delle correnti – c’è bisogno di percorrere tutta la via Emilia verso la Romagna. Con una lieve e dolce retromarcia da Rimini giungere a Pesaro, dove il presidente della Provincia Matteo Ricci pensa che un partito che si rispetti al primo posto metta un sentimento che si rispetti: “La felicità sarebbe un bel punto programmatico e noi che qui ci facciamo un festival diciamo che esiste un aspetto pubblico di questo sentimento prevalentemente privato. La radice di un buon governo è il buon vivere, dunque la felicità possibile, praticabile, raggiungibile. Un partito come quello che intendo io non avrebbe avuto alcuna remora a usare questa parola così limpida e così dolce, delicata, riformista, radicale. Il fatto è che io sono figlio del Pd, loro, quelli di Roma, sono figli di due ex partiti che non ci sono più”. C’è quest’altro Matteo, di 38 anni, a voler resettare, chiudere in cantina la vita e le opere dei protagonisti della disfatta. “Non ne salvo nessuno. Le correnti ci hanno ucciso e il ceto dirigente patisce una malattia autoimmune. Rigenera cellulemalate e con i loro rancori, gli odi, le vendette e i tradimenti tragici stanno facendo la pelle a questo partito che non sentono loro, e che infatti non è loro”.Continue reading