“Io, incompreso”: il triste declino del Monti dimenticato

LO SFOGO: “NON AVETE CAPITO CHE I MIEI 3 MILIONI DI VOTI HANNO IMPEDITO LA DEGENERAZIONE”
È come se fosse cascata a terra la emme di Monti, patìto un’amputazione sia nella biografia che nella compagnia: da Merkel a Della Vedova, da Berlino a viale Poli, dall’Europa a questa stanzetta di Scelta civica, dove lo incontro in corridoio. Disponibile, sorridente, curioso dell’imprevisto.
A me poi stupì vederla apparire in tv col cagnolino in braccio, da lei non me lo sarei aspettato.
Me lo tirarono addosso, anch’io ne rimasi stupito” (la portavoce Betty Olivi: glielo tirarono!).
Come sia stato possibile che gli italiani l’abbiano così presto trasformata da migliore a peggiore è mistero glorioso.
Indovini il merito di chi è?
Certo che lo so: di Berlusconi.
Chi ha in mano i potenti mezzi li adopera e manipola i fatti.
Il Professor Monti metteva una distanza tra sé e il mondo. Altero, diverso, severo.
Sono curioso di leggere ciò che scriverà. Apprezzo anche i contributi non elogiativi.
L’inizio e la fine. Il massimo e il minimo. La luce e il buio. Il potere e l’oblìo.
Ritiene che Lui è nelle condizioni in cui si trova grazie alle vostre belle penne? Anche voi del Fatto avreste dovuto raccontare con più equilibrio quel che il mio governo ha compiuto.
Può darsi che abbia ragione e può darsi di no. Resta però che gli italiani l’hanno dimenticata, è stato un sogno di carta, un lampo nel cielo.
Ah si? Ci sono stati tre milioni di italiani che hanno invece apprezzato il mio governo che pure ha dovuto assumere misure severe. E grazie a quei voti se la situazione politica non è degenerata. Non mi sembra l’abbiate capito.
È stato parecchio frainteso, presidente. Ma se il cagnolino gliel’hanno messo in braccia e non ne sapeva niente, farsi ritrarre con suo nipote è stato un segno di trasfigurazione eccessiva. Ha presente l’artificio? Emanava quella bella e crudele alterità: lei in alto e il resto del mondo a terra.
Invece è stata una scelta che ho condiviso. Me l’avranno anche consigliata, però mi pareva congrua, adeguata all’idea di un governo che se illustrava la famiglia come la radice naturale e la forza resistente alla crisi economica poi si facesse ritrarre in famiglia con figli e nipoti.
Anche per far fronte al deficit di empatia.
L’empatia, sì. Comunque la saluto, altrimenti diventa un’intervista (Betty Olivi, la portavoce: questa non è e non può essere un’intervista).
È appena terminata la conferenza stampa di riscossa: eccoci qua, ci siamo pure noi. Lui, l’amato Ichino, il coordinatore Olivero, il capogruppo Della Vedova. “Un partito condominiale”, dice Monti, senza ridere. Apprezzamento per Enrico Letta col giusto avvertimento d’appendice: “Il decreto del fare non si trasformi nel decreto del disfare”. Ben detto Professore: vuoi vedere che piallano la riforma Fornero e mandano in cantina insieme a quelle memorabili lacrime (“In effetti la scena fece il giro del mondo”) anche il contesto di norme e rigidità, allungamenti e sospensioni lavorative che ne fecero la riforma più severa (o disastrosa, a seconda dei punti di vista) al mondo. Legnate per tutti ma a fin di bene, si disse. Adesso Monti parla dei diversi che si ritrovano insieme, delle culture differenti a cui lui ha dato una tenda, una capanna: “Stiamo assistendo a un risveglio di interesse in tutta Italia”. C’è gente che si vuole iscrivere a Scelta civica, finora teatro di continue e sempre più spassose scazzottate tra i diversi. “Non c’è un’idea, solo litigi permanenti e noi siamo contrari a un’opa ostile”, dice Lorenzo Cesa (Udc). Significa che c’è presto da salutarsi con Pierferdinando Casini, altro leader in discesa repentina. Pier si è sistemato alla presidenza della commissione parlamentare, e ha raccolto tutto quel che poteva: un ministro più un sottosegretario, qualche senatore. L’Udc è pronto a filarsela col gruzzolo (pagato in verità con una grande emorragia di voti). Per Monti appare un fidanzato già dimenticato. Fatte le elezioni (e perse!) ognuno per la sua strada. “Non c’è fusione in vista ma l’apertura di una fase costituente. Tra due settimane partirà il tesseramento”, dice l’ex premier. E si chiama ripartenza. Oggi anche dal simbolo del partito è stato sbianchettato il nome del fondatore “Vedete? Non c’è più”. Il Professore, p maiuscola, subisce la riduzione in pristino, la restituzione a una condizione politica proletaria. Patrimonio speso, capitale azzerato. Resta la voglia di ricominciare, ripartire. Come quei ciclisti di montagna, con i piedi piantati sui pedali, quasi fermi ma che non abbandonano le mani dal manubrio. “Avrà una sorpresa. Vedrà quanta gente si impegnerà con noi”.
da: Il Fatto Quotidiano, 19 giugno 2013

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1 Comment

  1. “incompresi..” ma dai che con gli esodati e possibilità alle aziende di NON riassumere neppure gli operai licenziati etc. assieme …con il nero forno..sono stati bene compresi da non pochi Italiani !Pertanto sono stati ripagati di conseguenza in NEGATIVO !
    Morando

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