Adinolfi, saltimbanco della politica. Ma la sua vera professione è il poker

mario-adinolfiMario Adinolfi ha capito che la vita è teatro e lui è partito, credo quando ancora fosse in grembo alla madre, col desiderio esclusivo di occupare la scena. Con la stazza che si ritrova nemmeno gli è stato difficile. E così, sfogliando il calendario, negli anni il faccione di Adinolfi lo ritroviamo alla roulette, alla Zanzara, al Parlamento, come cliente del Madoff dei Parioli, come sposo a Las Vegas o speaker a radio Maria. A portare la Croce, l’ultima creatura del suo scibile multitasking, e a darla in testa a chi non la pensa come lui. Adinolfi non è solo una pancia. Anzitutto è un pokerista coi fiocchi. Wikipedia certifica che è stato l’unico italiano ad essere giunto alla finale del World Poker Tour, che immaginiamo sarà una cosa pazzesca, con dollaroni sparsi ovunque. Chi ama il poker è veloce, intelligente, imprevedibile. E Adinolfi è queste tre cose messe insieme. Piazza e spiazza, vai a capire cosa fiuta e perchè. Effettivamente una nota di disordine esiste nella sua testa perchè lo ritroviamo avanguardista democristiano (urca!) poi fervente veltroniano (ri-urca!) poi compositore di tattica e tifoso di Dario Franceschini. Gli piace la politica, riesce ad essere deputato, seppure per uno spicchio di legislatura. Non è per fare la morale, che qui sarebbe davvero fuori luogo, ma certo colpisce, incuriosisce fino a procurare un breve sorriso, la galoppata che fa dal Nevada a Betlemme. Sceglie infatti di sposarsi a Las Vegas in seconde nozze e immaginiamo che la location fosse adiacente al luogo del suo lavoro prediletto se è vero che al tavolo verde ha racimolato, come ha riferito, in un triennio la bellezza di 250mila euro. Comunque si risposa con Silvia e ha un figlio. Che son due se si conta l’altro nato dal primo matrimonio. Sembra un americano in carriera, e infatti corregge immediatamente la notizia che gli imputa di aver consegnato al re della finanza creativa e truffaldina del Madoff dei Parioli circa 338mila euro. “Nulla di vero, gli ho solo dato alla fine degli anni novanta 50 milioni di lire, ritirandone settanta nel duemila”. Che comunque è una bella sommetta e una bellissima speculazione: venti milioni in più in un annetto o quasi. Avete capito che il tipo è questo. Poi, non sappiamo bene cosa gli sia accaduto, è andato indietreggiando alla ricerca della sua radice cristiana. Indietreggiando è giunto quasi dentro la grotta di Betlemme. Oggi cura una trasmissione a radio Maria. Adinolfi è simpatico e ogni tanto dice qualche corbelleria: per esempio che il condom non serve, che in Africa fanno all’amore in modo bestiale perciò le malattie e le disgrazie non si contano più. Poi spiega, ma forse scherzava, che la donna dev’essere sottomessa all’uomo. Con il giornale la Croce sulle spalle organizza la militanza di Cristo, e i vari Family Day, scatenando la guerra mondiale all’immoralità. Domani, fra un mese o un anno farà qualche altra cosa.

da: Il Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2016

 

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