Politica e menzogna

È opinione diffusa in alcuni ambienti (e questa diffusione è un segno della statura politica e culturale di questi ambienti) che sia essenziale dell’arte politica il mentire, il saper astutamente nascondere le proprie vere opinioni e i veri fini a cui si tende, il saper far credere il contrario di ciò che realmente si vuole, ecc., ecc.
L’opinione è tanto radicata e diffusa che a dire la verità non si è creduti. Gli Italiani in genere sono all’estero ritenuti maestri dell’arte della simulazione e dissimulazione, ecc. (…)
In politica si potrà parlare di riservatezza, non di menzogna nel senso meschino che molti pensano: nella politica di massa dire la verità è una necessità politica, precisamente.

Sulla verità ossia sul dire la verità in politica
Quaderni del carcere, a cura di Valentino Gerratana, Einaudi 1975, p.699

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2 Comments

  1. Antonio Santucci conduceva la sua battaglia per la “riaffermazione” della verità in maniera integrale, nei suoi scritti, nella sua vita, nelle sue lezioni universitarie: in queste ultime, in particolare, ricordo un acutissimo accostamento del testo gramsciano (che è molto più denso di quello che può sembrare a una prima lettura) a un saggio della Arendt, intitilato “Verità e politica”, nel quale l’autrice riproponeva una distinzione tra le verità logico-matematiche (2+2=4) e le verità di fatto (quelle relative a fatti storici realmente accaduti). Sono questi ultimi il terreno di azione della politica, che, concludeva l’autrice, non può che basarsi sulla menzogna per il suo stesso sopravvivere. Il problema della verità è che è una sola, mentre sulle menzogne possono costruirsi racconti, interpretazioni, relativismi di ogni genere. Per questo la verità è per sua natura anti-politica (e, al giorno d’oggi, anti-televisiva): perchè precede la discussione, il confronto, il dibattito, la contrapposizione…
    Ma per chi aspira a vivere in una società più giusta, meno ovattata, nella quale prevalgano i rapporti orizzontali e la classe sfruttata (esiste, esiste…) diventi realmente consapevole della propria condizione, dire la verità è precisamente una necessità politica. Duole constatare che buona parte della sinistra oggi abbia risolutamente messo in secondo piano questa necessità.

  2. Una delle battaglie gramsciane meno conosciute (la cui necessità fu proposta qualche anno fa da Antonio A. Santucci), l’importanza di dire la verità in politica. Sarebbe semplicistico, ed oltremodo facile, attualizzare il contrario di tale affermazione cioè che oggi, proprio in politica, la verità è piuttosto carente. Gramsci conduceva la sua battaglia dal punto di vista dei subalterni (altro che Gramsci di destra, come ha ultimamente farneticato qualcuno). La riforma intellettuale e morale, ossia la rivoluzione sub specie gramsciana, non può che passare attraverso la diffusione della verità presso quei gruppi sociali che tendono alla trasformazione dell’esistente. In questo senso verità e politica convivono e ugualmente contribuiscono ad un progresso civile, che è soprattutto culturale, il cui obiettivo è la società regolata, il socialismo, un mondo nel quale valga la pena di stare in pacifica convivenza.

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