Cetto Laqualunque fa la figura di Aldo Moro

I poster elettorali di Cetto Laqualunque, il suo imperdibile slogan “Chiù pilu pe tutti”, consegnano l’idea che la più fantastica delle fantasie si sia dunque potuta avverare nell’Italia berlusconizzatata. La realtà, sulla scorta della Ruby-story, si allinea se non già sorpassa l’incomparabile successo del gaglioffo politico che Antonio Albanese propone al cinema e, in questi giorni, lungo le strade delle città travestendo la promozione pubblicitaria del film in un programma politico e il suo leader nell’uomo nuovo da votare. “Vota e poi rifletti”, dice appunto lo slogan. E – infattamente – siamo giunti al punto che Cetto Laqualunque si possa confondere con la realtà dei fatti e addirittura non raggiungerne il livello della devianza.
Possiamo riconsiderare, riavvolgendo il nastro, una delle meravigliose battute di Cetto rivolta a una elettrice che confida in pubblico le sue scadenti prestazioni sessuali (”Ti ho anche fatta assumere come bidella, puttana!”) e immergerla nei brogliacci questurini, nelle trascrizioni delle intercettazioni. Apparirà plausibile, possibile, persino probabile.
Ecco, siamo al punto che al confronto di quel che gli gira intorno, Cetto Laqualunque fa la figura di Aldo Moro.


fonte: La Repubblica.it> Pubblico> Rubriche&Commenti> Piccola Italia di Antonello Caporale

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