Siamo giunti al punto cruciale: la democrazia, come la conosciamo e pratichiamo, è scoppiata. Non riesce a sviluppare quel minimo di anticorpi che la difendano da una debilitazione costante e quotidiana. Una democrazia così rattrappita ci espone all’avventurismo, al populismo, alla demagogia. Persino internet, nella sua straordinaria capacità di rendere pubblic
o e immediato ogni dettaglio della vita, produce la stasi del commento quotidiano, del giudizio universale, del clic su ogni piccola questione. Ci rende cioè convinti di poter dominare ogni fatto e soprattutto giudicarlo nella massima solitudine e spensieratezza. Giudicare il mondo dal tinello di casa è il rischio più grave e acuto che possiamo mai correre. La democrazia ha bisogno di gambe forti, di cura, di cittadinanza attiva. Vorrei quindi invitarvi a sgranchirvi le gambe dopo le ore passate davanti al computer: fatevi un giro in piazza, documentatevi meglio, osservate e tentate, se riuscite, di non giudicare le idee altrui ma di organizzare – magari nel dopolavoro – le vostre. Servono menti nuove ma anche braccia robuste. Serve, posso dirlo? Fatica pura.
Le idee senza gambe non sono andate mai lontano.