M5s-Lega, dal fan di Balducci all’innamorato del cemento: scopri i ministri

Oggi misuriamo la distanza tra l’apparenza e la realtà. Grazie a due preziosi ritratti di Gianni Barbacetto e Marco Lillo comparsi oggi sul Fatto Quotidiano, conosciamo un po’ meglio alcuni dei papabili ministri. Uomini forti dei partiti che comporranno il nuovo governo.

Uno – Vincenzo Spadafora – è stato un fan (“sono un balduccino!”) di Angelo Balducci, quello della cricca degli appalti, condannato a quattro anni per associazione a delinquere.

L’altro, Giuseppe Bonomi, è mister Grandi Opere, un innamorato perso del cemento, persona di vastissimo potere e relazioni.

Indovinate chi è il grillino e chi il leghista.

da: ilfattoquotidiano.it

Confindustria già schierata contro il governo del cambiamento (ma a favore di chi?)

Tra tante cattive nuove, finalmente una buona notizia. Fa bene al cuore sapere che la Confindustria, per la prima volta dal 1962, prende posizione contro il governo. A differenza di 56 anni fa, quando gli industriali si schierarono contro la nazionalizzazione dell’energia elettrica, provvedimento che avrebbe dovuto condurci all’apocalisse socialista, questa volta nemmeno aspettano che si formi un governo, già quello paventato è terribile.

Non diremmo ciò che ciascuno pensa, e cioè che nei decenni gli industriali hanno sempre esultato, chiunque fosse l’inquilino di Palazzo Chigi. Buono o cattivo, pulito o sporco, progressista o conservatore. Sempre belle parole e buoni affari. Al punto che gli imprenditori italiani sono stati chiamati, per rendere l’idea, “prenditori”.

Il fatto che oggi espongano chiaramente il loro pensiero li toglie dalla storica funzione ancillare di servitori di qualunque padrone a patto che il padrone servisse a tavola per i commensali pietanze prelibate e concedesse il superfluo a chi non era stato ammesso al pranzo. Questa scelta di campo fa bene alla democrazia, perché toglie il dubbio che esista un ceto sociale al quale sta bene tutto. Se è vero che questo è il governo del cambiamento, come i i capi della coalizione si affannano a ripetere a ogni piè sospinto, allora non ci resta che verificarlo. Capiremo presto per chi se ne avvantaggia e chi invece un po’ sarà costretto a tirare la cinghia. Perché a sentire Luigi Di Maio saranno per tutti rose e fiori. Ecco, la posizione di Confindustria dimostra che ogni scelta di governo che si compie ha un suo sapore, un odore e perfino un colore. Cambiare a favore di chi? E il fatto che siano dovuti arrivare gli industriali a ricordarlo a Di Maio è sì bizzarro, ma tutto sommato una buona notizia.

da: ilfattoquotidiano.it

Abbiamo fatto finta su Berlusconi, sui due mandati di Napolitano e sul Pd. Ora forse stiamo esagerando

Abbiamo fatto finta che Silvio Berlusconi fosse eleggibile. Anzi l’abbiamo festeggiato parlamentare, premier e padre della Patria lasciando il compianto professor Paolo Silos Labini ad illustrarci in perfetta solitudine la legge dello Stato precedente alla sua cosiddetta discesa in campo che ne statuiva l’ineleggibilità assoluta.

Abbiamo fatto finta che il presidente della Repubblica potesse fare due mandati, invece che uno. Abbiamo fatto finta che il presidente della Repubblica potesse autonomamente nominare dei saggi per scrivere la nuova Costituzione.

Da ultimo abbiamo negato a Luigi Di Maio, nella sua qualità di capo del partito di maggioranza relativa, di avere titolo per ottenere almeno il pre incarico per formare il governo. Abbiamo anche negato a Matteo Salvini, nella veste di rappresentante della coalizione di governo maggiormente votata, di ottenere il pre incarico per formare il governo.

Abbiamo approvato, anzi esultato, per la decisione del Pd di non prendere nemmeno un caffè con i Cinquestelle.

Adesso non ci piace neanche il premier terzo. Non è che a furia di far finta abbiamo esagerato prima e stiamo esagerando adesso?

da: ilfattoquotidiano.it

Metterci la faccia: il coraggio di Pablo Iglesias

Metterci la faccia. È una bella espressione che segna la nostra responsabilità. Ciascuno è chiamato a metterci la faccia nelle cose che fa o che sa, a rendersi responsabile della cose dette o delle decisioni prese. Pablo Iglesias, leader del partito spagnolo Podemos e la sua compagna Irene Montero (tesoriera diPodemos) hanno indetto un referendum tra gli iscritti per conoscere il grado di adesione alla loro scelta di vita coniugale: l’acquisto di una villa del valore di 615mila euro.

Decisione che ha suscitato critiche da parecchi militanti che rinvenivano in questo acquisto uno stile di vita “borghese”lontano dai valori di sinistra a cui il loro movimento si ispira. Sembrerà eccessiva questa chiamata alle urne, giacché la contestazione non è sulla legittimità dell’acquisto, ma sulla forza simbolica di esso. Però giudicare con un voto di massa se la casa del leader è adeguata o meno allo standard è un modo per contenere dentro i fatti quel che si dice, o per difendere con i fatti le nostre parole.

Iglesias è onesto e coraggioso e ha scelto di impugnare l’antico motto “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Non foss’altro che per questo io voterei sì. In modo che all’adagio vecchio si sostituisse per i politici uno nuovo, del tipo: se i soldi sono i tuoi compra la casa che vuoi.

da: ilfattoquotidiano.it

Di Maio, Salvini e gli altri maschi (rigorosamente) che scrivono la Storia

Stiamo scrivendo la Storia, esse maiuscola, dice Luigi Di Maio, 32 anni, maschio. Si riferisce all’incontro con Matteo Salvini, 45 anni, maschio (che tra l’altro è stato effettivamente studente di Storia, poi abbandonata causa la debordante passione per la politica, dopo l’ottavo infruttuoso anno fuori corso). La Storia la stanno scrivendo in dieci: nove uomini e una donna. Coloro che la insegnano, che presidiano i luoghi del sapere, della conoscenza e della scienza, cioè le università, sono 78: 73 uomini e 5 donne. Solo “historia magistra vitae” è tutta al femminile.

da: ilfattoquotidiano.it

Riabilitato Berlusconi, il nostro Sol dell’avvenire

Silvio Berlusconi è riabilitato. La riabilitazione descrive una patologia: il Nostro era interdetto. Le sue funzioni, e le ambizioni, ridotte di grado, la sua reputazione livellata al ribasso, e come conseguenza funzionale la sua ridotta capacità di rappresentare gli altri. E questo come effetto di una sentenza, cioè di una punizione collettiva (in nome del popolo italiano) per via di un reato commesso.

Mai come in questi mesi il Berlusconi interdetto è invece stato presente, attivo, capace, decisore e risolutore di grandi questioni vitali come il governo della Repubblica.

Il capo dello Stato l’ha infatti ricevuto come si conviene a un leader di peso e prestigio e a lui Matteo Salvini si è rivolto affinché concedesse benevolmente il suo placet per far sì che l’Italia potesse avere un esecutivo con gli odiati Cinquestelle. E lui, compassionevole come papa Francesco, ha concesso che i suoi nemici salissero le scale del potere.

Adesso da interdetto passa a riabilitato.

Se le parole avessero un senso, e se la giustizia fosse veramente equa, dovremmo convenire che Silvio Berlusconi ora avanzi di un gradino nella scala della reputazione socialeInvece quello che era resta. Potente prima, e malgrado il principio di realtà, potente ora. Se possibile, come se la riabilitazione non fosse una cicatrice chiusa su una ferita ma un premio alla rispettabilità, ancora più potente.

Ansiosi e gaudenti, gli ascari di sempre già applaudono felici. Gli avversari, anche quelli più determinati, gli girano al largo per una comprensibile riverenza, stante l’esemplare condotta politica e l’autentica fede mostrata nella democrazia dell’alternanza.

Chi, se non Lui, è il Sol dell’avvenire?

da: ilfattoquotidiano.it

 

 

M5s, un governo “scorciatoia” è pieno di insidie. E la Lega è un partito di destra

Siamo proprio certi che non esistano più destra e sinistra? Che non abbia senso, come dichiarano i Cinquestelle, di attribuirsi un luogo da dove vedere il mondo, come governarlo, cosa fare e per chi?

Si accorgeranno presto che una alleanza, seppure sotto contratto, ha bisogno di un respiro, di una strategia, di quella che si chiama visione del mondo e delle cose.

Il mio stile di vita, la relazione che ho con gli altri, ciò che ritengo giusto salvare e ciò che ritengo ingiusto riassumono il senso della mia esistenza e anche della prospettiva che do ad essere.

Il più grande scempio dell’intelligenza è ritenere che essa possa tutto, anche coniugare gli opposti, ridurre a unità pensieri distanti, modi di essere capovolti e agganciare, in un unico provvedimento, l’uno e il suo contrario.

Cinquestelle proveranno sulla loro pelle, e forse lo faranno provare anche a noi, che la furbizia, se troppo a lungo praticata, diviene devianza dell’intelligenza. E le scorciatoie, un governo purchessia con chiunque voglia, sono spesso cariche di insidie.

La Lega è un movimento profondamente di destra, sta dentro le viscere del popolo e di esso coglie, insieme alle virtù, ogni singolo vizio. È un tratto distintivo: l’uno contrapposto ai tanti, il perseguimento del proprio interesse (magari legittimo) ai doveri di solidarietà. E la paura che diviene però motore di ogni singola azione, che esclude e strattona, che ci obbliga a costruire sbarre o muri, a tenere in tasca la pistola, le telecamere accese, la mano pronta alla difesa.

Essere razzisti ci fa paura, divenirlo senza volerne assumere la responsabilità ci regala l’ultimo balsamo. Il non detto che ci rincuora, l’ipocrisia che ci rincorre e ci accomuna.

da: ilfattoquotidiano.it

Governo del nulla presieduto da una donna? Mattarella rinunci alla selezione della razza per genere

Ora che sembra giunta l’ora, cioè che nessuno tra i due maschi in gara (Di Maio e Salvini) riuscirà a formare un governo per l’ostilità di altri due maschi (Renzi e Berlusconi), essendo l’unica donna (Meloni) decisiva quanto un fiore appassito in un vaso d’argento, ora dicevamo sembra essere la volta buona per una donna. Infatti un quinto maschio, che è l’arbitro super partes, per la disperazione annuncia di dar vita al governo neutrale che nella fattispecie dovrebbe somigliare all’acqua: incolore, inodore, insapore.

Perciò ora sembra giunta l’ora di dare la possibilità a una donna: mai tanti volti femminili in lizza per assumere incarichi prestigiosi, mai tanti curriculum dorati, competenze alte, profili di rilievo. Ma la donna, anzi le donne in questione, dovranno attenersi – semmai otterranno la poltrona governativa – alla più scrupolosa osservanza del nulla. Non potranno fare nulla, anzi per espresso incarico, non dovranno fare nulla e quelle pochissime cose (spazzare, lavare, togliere le cicche dai posacenere?) dovranno essere preventivamente autorizzate dai quattro maschi in gara per la leadership nel prossimo Parlamento.

Infatti quello che si annuncia non è un governo di servizio, ma di mezzo servizio.

Il fatto è che noi maschi siamo maschilisti nel profondo del cuore. E purtroppo anche voi donne siete maschiliste nel profondo del cuore. Speriamo dunque che questi timori siano falsi e che il presidente della Repubblica, l’unico femminista, stupisca noi e voi e rinunci all’ultima mortificante selezione della razza per genere.

da: ilfattoquotidiano.it

Tinto Brass, lo Stato ficcanaso oltre il limite del lecito

Tinto Brass, icona del cinema erotico, si è sposato in tarda età con una signora 57enne, avvocato. Cinque anni or sono è stato colpito da ictus. I suoi due figli di primo letto hanno chiesto e ottenuto dal giudice – temendo che il patrimonio personale venisse dal papà disperso in iniziative troppo allegre – che la moglie diletta amministri i beni e ne tuteli il loro valore.

La moglie, che vive questa felice stagione con Tinto, si rifiuta di divenire amministratrice in forza della legge e non magari dell’amore e decide di ricorrere in appello per sentirla revocata.

Brass si ricorda di Sofocle, pure a lui successe di vedersi intimare dai figli l’esproprio.

Ora io domando: uno Stato che nega sistematicamente giustizia, che allena i furbi e i prepotenti – per via del groviglio di norme che rallentano ogni passo e sistematicamente si arenano davanti a mille prescrizioni – perché deve farsi ficcanaso oltre il limite del lecito?

Com’è triste la vita di quel figlio che vive l’ossessione dell’erede mancato, che mostra il suo unico talento nel segnalare i vizi del padre dal quale però si attende il bonifico dell’addio.

da: ilfattoquotidiano.it

Raid Casamonica, nel mondo capovolto a meravigliare è la resistenza della ragazza disabile al sopruso

E’ Pasqua. Il bar gestito da una coppia rumena è aperto. C’è la fila alla cassa. In coda due boss conosciuti nel rione: sono i Casamonica. Nella periferia sud di Roma spadroneggiano, terrorizzano, impongono e dispongono. La fila è più lunga del previsto e alla cassa non si curano di mantenere il riguardo che si deve a un boss: fargli saltare la coda. Alla loro rimostranza replica una ragazza: se non vi sta bene di attendere il turno andate altrove. La misura è colma. Nel racconto che Floriana Bulfon fa oggi su Repubblica la giovane donna, disabile, è l’unica ad aver opposto resistenza al sopruso. I presenti, tutti abili, muti e terrorizzati. Lei invece no. Pagherà con le frustate, perché i boss non perdonano. Ma pure la cinghia di cuoio e le altre botte che riceve e che la manderanno all’ospedale, insieme al titolare del bar, non la fermano. I Casamonica impongono il silenzio sui fatti, altrimenti altre botte. Invece denunciano alla polizia ogni cosa. Nel disordine di un mondo capovolto fa scandalo e notizia tutta questa dignità mostrata. E fa meraviglia la resistenza al sopruso.

da: ilfattoquotidiano.it