Il demografo Massimo Livi Bacci: Abbiamo bisogno di nuovi italiani. Rischiamo il deserto

bacciMassimo Livi Bacci è il più noto e accreditato studioso italiano di demografia. Scienza che illustra il futuro con i numeri e non predice…

No, la Sibilla predice! Il demografo, che deve conoscere bene i meccanismi e le cause dello sviluppo della popolazione, si limita a fare delle ipotesi ragionevoli circa il futuro e trarne le conseguenze numeriche. In genere, data la relativa gradualità dei fenomeni demografici, si riesce a fornire un ragionevole quadro previsivo a qualche decennio di distanza. Diciamo per l’intervallo di una generazione, spingiamoci pure fino alla metà del secolo. Andare oltre non si può. O meglio: si può, ma è bene non crederci!

Sappiamo che gli italiani nel 2050 saranno più vecchi e più soli. Quanto più vecchi e quanto più soli?

Le ultime ragionevoli previsioni delle Nazioni Unite (rese note alla fine di luglio) assegnano all’Italia, nel 2050, una popolazione di 56,5 milioni di abitanti (3,5 milioni meno di oggi), nonostante una modesta ripresa della natalità, e il proseguire di una consistente immigrazione (anche se ridotta rispetto agli anni trascorsi) e un ulteriore aumento della speranza di vita. Saremo sicuramente più “vecchi”; l’età media crescerà dai 46 anni di oggi a 52 anni nel 2050; oggi una persona su 14 ha più di 80 anni, nel 2050 una su sei, Sicuramente il fortissimo aumento dei molto anziani implicherà anche una crescita delle persone che vivono sole.Continue reading

Il magnifico Crisafulli inventa l’ateneo rumeno

A Enna corso di laurea in accordo con la fondazione di cui è Ad emerito

crisafulliVladimiro Crisafulli nelle vesti di Ippocrate. L’indimenticato (e indimenticabile) ras di Enna, la splendida città al centro della Sicilia che ha donato la sua vita all’esponente politico di sinistra (curriculum vasto e militanza eterna: dal Pci al Pd) poi giudicato “impresentabile”, grazie alla sua straordinaria fantasia (infatti ha detto: “sapete com’è, sono fantasioso”) è riuscito a produrre una facoltà di Medicina in vitro. Il seme è dell’università rumena di Galati che grazie a un fruttuoso accordo con la Fondazione ennese Proserpina, di cui Crisafulli è l’emerito amministratore delegato, e l’assessorato regionale alla Sanità, registrerà come studenti di lingua rumena i ragazzi italiani che desiderano sottrarsi ai rigorosi test d’ingresso nazionale. La via della furbizia è infinita e Vladimiro, conosciutissimo alle cronache – politiche e non – due giorni fa, come riferisce Repubblica, ha tracciato il solco della laurea made in Romania.

“ATTIVEREMO due corsi di laurea: quello in Medicina e Chirurgia e quello in Professioni sanitarie. I locali sono stati messi a disposizione dall’ospedale di Enna. Altre aule sono in costruzione, alcune già ultimate”.Continue reading

Matera, la capitale della cultura non compra più libri

materaDa quando è stata acclamata capitale europea della cultura Matera non legge più. È divenuta anoressica: dal primo gennaio non acquista più libri, dal primo luglio non sfoglia più giornali. C’è qualcosa di inspiegabile nel destino che ha voluto per i Sassi la conquista del podio di città europea dove il paesaggio, l’intreccio urbano, la conca meravigliosa dentro la quale sviluppa la sua rara beltà , stia insieme cucito all’incuria più deprimente verso i presidi culturali storici del capoluogo lucano.

MATERA infatti ha la fortuna di avere una tra le più ricche biblioteche del Mezzogiorno, con un indice di quasi 250mila volumi e un catalogo impareggiabile. Circa 100 manoscritti e incunabili, trentamila volumi del Fondo antico, tra cui rare e preziosissime pergamene, 130 mila testi del fondo moderno, e la storia contemporanea dal dopoguerra ad oggi nella rassegna quotidiana di più di 1300 testate. Con migliaia di testi che ancora aspettano di essere indicizzati, resi fruibili, sezionati per temi e per età.

Un palazzo enorme, un convento magnifico che è il cuore laico della città, frequentato da centinaia di studiosi, crocevia quotidiano di chi ha bisogno di leggere, capire, studiare. Però la biblioteca è provinciale e la Provincia è quel misterioso ente soppresso al quale sono stati tolti i soldi ma non le funzioni. Una piroetta legislativa, una furberia politica, la messinscena dentro la quale si vorrebbe tenere l’uno e il suo opposto. E se a Crotone la Provincia ha deciso di tutelare gli automobilisti dalle buche imponendo l’obbligo di non oltrepassare il tetto dei trenta chilometri orari (ampia la possibilità che si preveda, nel prossimo futuro, il ritorno al calesse), a Matera hanno iniziato a tagliare proprio le loro vene: azzerati gli acquisti, che nel tempo erano stati già ridotti, di libri e periodici. D’ora in avanti si potrà leggere di tutto e conoscere il mondo ma solo fino alla data del dicembre 2014.Continue reading

Marco Belpoliti: “Furbi, cialtroni e senza rigore: la storia si ripete”

belpolitiCome le polveri sottili che si adagiano per strada, sbarcano sui capelli come nel risvolto dei pantaloni, anche il berlusconismo ha un suo ph che oramai irrora il nostro sangue, ed è la matrice dell’Italia di oggi. “Matteo Renzi non ha un pensiero oltre il renzismo, non c’è analisi sulla trasformazione della società. Lieve e debole come il pensiero del Cavaliere. Anch’egli protagonista e interprete dell’idea che furbizia, talento e un po’ di simpatica cialtronaggine siano elementi inossidabili per raggiungere e conquistare il potere. Come Berlusconi ha una capacità innata di intercettare il sentimento popolare, i piani bassi della nostra etica. E oggi è venuto il momento di smacchiare il ventennio, diluirlo in un piccolo e breve incidente. Renzi non ha classe dirigente oltre la Boschi e usa il cartongesso per trasformare la realtà e adattarla alle necessità del momento. Sono pareti mobili che compongono scenografie altrettanto provvisorie. Ogni luogo ha un bisogno, ogni teatro una recita. E ieri c’era bisogno di assolvere tutti quanti e catalogare il berlusconismo e l’antiberlusconismo come accidenti di pari natura. Successe già quando Pasolini segnalò la costruzione di una equazione tra fascismo e antifascismo. L’Italia si ripete, noi italiani questi siamo”.

MARCO BELPOLITI, critico letterario tra i più raffinati (è docente di letteratura italiana all’Università di Bergamo), più di ogni altro ha indagato l’antropologia berlusconiana, e sul “corpo del Capo”, titolo del suo più noto studio sulla fisicità della leadership ha illustrato la profilassi sociale berlusconiana. Continue reading

Roberto Calderoli “Macché baratto: faccio fuori Renzi con 4 emendamenti”


calderoli
Visto di fronte è senatore della Repubblica e vicepresidente di palazzo Madama da più di un lustro oramai. Preso di profilo Roberto Calderoli segnala invece una vocazione indiscutibile per il teatro che in politica è elemento essenziale del successo. E da attore di prim’ordine sceglie i palchi più difficili per esibire il suo talento.

“Se hai stoffa il comizio lo devi tenere ai bordi di una tavolata in cui c’è un traffico indiscriminato di costolette di maiale e di birra. La prova della tua capacità di oratore è costringere le forchette all’ozio, silenziare il tintinnìo di bicchieri”.

Come ci si comporta con le evasioni digestive, i subbugli di stomaco, le gastroenteriti da stress?

Devi semplicemente fare in modo che la tua gente smetta di mangiare e ti ascolti.

Bisogna però trovare colpi ad effetto, panzane stratosferiche, iperboli suggestive.

Alla Berghem Fest ho fatto un capolavoro. Una gag sui Casamonica di un’intensità e una vis comica che ha indotto la sala a seguirmi passo passo. È gente che non fa vacanze, anzi la sua vacanza sei te, e ha bisogno di capire attraverso esempi semplici, anche densi di ironia. Spiegare il fenomeno facendo sorridere.

Lei è una quercia di fronte a tanti arbusti. Ricordo quando disse che aveva fatto fuori 250 mila leggi in un colpo solo, e ne bruciò in pubblico alcune decine di migliaia.

Qui sbaglia. Le leggi, i regolamenti, i decreti luogotenenziali e le altre minutaglie fatte fuori da me sono 450mila. Sono servite edizioni speciali della Gazzetta Ufficiale per notificarne il decesso (da qualche parte dovrei averne copia).

Ero convinto che fosse una ciclopica cazzata.

Perché il mio modo di far politica, coniugare istinto e talento, saggezza popolare e mediazione ministeriale, induce a sottostimare la portata degli atti che a mio nome sono iscritti nella storia di questa Repubblica (bene o male, eh eh).

Anche la legge elettorale che su suo suggerimento viene comunemente definita come legge-porcata resterà nella storia. Ora i suoi 510 mila emendamenti alla riforma costituzionale rappresentano il fuoco creativo, la densità della sua ragion critica.

Me ne bastano 4 o 5 per fare un culo grande come una casa al premier Renzi.Continue reading

ALFABETO: Michele Oricchio, magistrato della Corte dei conti: “Il diritto in Italia è in realtà rovescio”

oricchioMeglio non pensarci. Passare in rassegna con un magistrato della Corte dei conti i dettagli costitutivi dell’illegalità, alcune singole minuzie dello sperpero legale, di quando cioè il diritto si fa completo rovescio, è una rassegna favolosa della nutrita tipologia di affaristi o soltanto incapaci che sono posti – nei vari gradi dell’amministrazione pubblica – al ponte di comando anche grazie al nostro operoso concorso. Michele Oricchio per mestiere dovrebbe, nella sua fetta di competenza e nel territorio in cui volge l’occhio, indagare e controllare i conti pubblici. Gli abbiamo chiesto di elencare qualche caso macroscopico in cui sa dove si annida la cialtroneria di Stato. Conosce i nomi dei cialtroni, ha un’anagrafe completa. Ma nulla può perchè tutto è a norma di legge.

Lei a braccia conserte annota e osserva…

A volte mi sembra di giocare alla playstation. Quando mi sembra di aver chiuso il gioco e per una volta vinto, quando cioè riesco a far processare e condannare qualche amministratore a risarcire il danno che ha dolosamente procurato, spunta immediatamente qualcun altro che ha appena compiuto una schifezza simile o magari anche più grave. E la partita riprende daccapo.

È lo spin off dell’illegalità.

È il frutto di un capitale umano per metà ignorante e per metà incompetente.Continue reading

Il Gran Tour: “Troppi iper, poca gente”: centri commerciali kaputt

ilgrantour_tappa12C’è sempre da imparare dai romagnoli e stupirsi di come siano riusciti a trasformare un piazzale d’armi lungo il mare in una spiaggia storica così tanto amata e frequentata. Come sia stato possibile immaginare di affittare delle sdraio e degli ombrelloni nella 31esima fila, a quasi mezzo chilometro dalla prima alga, senza colpo ferire. C’è del talento e si vede. Infatti restiamo inchiodati ai semafori che gestiscono a Riccione il traffico dei milanesi in fuga dalle code e ora, appunto, in coda, perchè c’è l’aperitivo. Sono le cinque del pomeriggio ed è già il momento di rimboccarsi le maniche e prendere contatto con un mojito, prima del passaggio serale con l’apericena e il cocktail e infine, digerite altre code, finalmente al ristorante oppure alla disco. Questi sono giorni funestati dalla scomparsa del Cocoricò, monumento allo sballo divertito e compulsivo e naturalmente terminale glorioso di ogni coda. C’è una storia fatta di sacrifici per accedervi, di attese lunghe, penitenze comuni e gioie intramontabili. La triade Rimini-Riccione-Milano Marittima consegna l’idea che al mondo esista l’ingorgo o poco più. Si rifiata alle viste del Delta del Po, quando la campagna prende forma e si stende senza cemento che la separi.

Il triangolo favoloso Marghera-Mestre-Villorba

A Rovigo si rientra in autostrada per puntare al più imponente distretto del consumo, un triangolo favoloso di ipermercati che si scorge alle viste di Marghera, città nota per il petrolchimico, si allunga fino a Mestre, anzi al cosiddetto Porto di Mestre, e chiude verso Villorba, nel Trevigiano. In una trentina di chilometri uno, due, tre, cinque, sette centri commerciali, cubature che solo a Mestre – come ha scritto Fabio Tonacci su Repubblica – producono 39 mila metri quadrati di superficie commerciale, 111 negozi che pagano ciascuno 8 mila euro d’affitto al mese per riempire i veneti di ogni virgola. Il teorema del consumismo qui si fa pratica quotidiana, e la vita è segnata dagli Auchan, i Decathlon, gli Iper Lando, Iper Coop, iper tutto. Il numero delle rotatorie per raggiungere i cubi dà l’impressione che gli umani utilizzino la vita per girare a vuoto. Continue reading