Il colore dei soldi: sui costi della politica minacce tra PD

RENZI USA I VECCHI BILANCI PER FAR PAURA ALLA MINORANZA. MA TACE SULLE CENE
L’idea di Renzi per contrastare l’opposizione interna, e quindi annegarla nella vergogna, sarebbe quella di rendere pubbliche le spese della segreteria Bersani e di quella Epifani. L’idea di Matteo genera, come figlioletti in grembo, due altre verità. La prima: che i bilanci pubblicati sono effettivamente carta straccia, specchio per le allodole, ammesso che le allodole ci caschino. Sono cifre buone a imbonire. Perché le voci di cui si compendia il bilancio del Partito democratico (e di tutti gli altri partiti) tutelano la segretezza delle singole percentuali che i dirigenti attivano per le proprio competenze. Gli euro – si presume molti oltre il lecito – che sono andati a questo e a quello. Sul cattivo odore dei soldi domani Francesco Bonifazi, il tesoriere del nuovo corso renziano, potrebbe attardarsi un pochino di più, sottolineando nella relazione che sembra farà all’assemblea nazionale, le destinazioni d’uso per voci superiori a centomila euro. Non arriverà dunque al singolo destinatario ma lo accarezzerà crudelmente, farà trasparire quel di più che potrebbe uscir fuori, se solo si dovesse decidere di elencare il numero dei peccati e la quantità dei peccatori.Continue reading

Tessere e soldi, così s’è scannato il Pd

Il male inizia a manifestarsi nella sua forma più acuta e prende il nome di Porcellum. Quella legge elettorale riduce la passione politica a un sordo e inutile brusìo, un semplice rumore di fondo, trasforma il partito in un bel comitatone elettorale, le correnti in bande, gruppi d’interessi con vita parallela e autonoma. A Roma il Porcellum sfregia il Partito democratico al punto che l’unione tra sinistra e popolari si converte in una lotta armata a suon di voti”.
SERVE UN CARONTE per inoltrarsi nelle pancia cavernosa del Pd di Roma che pure ha nobili tradizioni e genitori illustri. E noi lo troviamo in un dirigente di lungo corso, un osservatore non distratto che ha vissuto la stagione dei fasti fino a quella attuale – dell’umiliazione.
Continue reading

Francesco Rutelli: ora una giunta straordinaria senza macchia né paura

Com’è Roma e come sono i romani? Riapriamo i libri, prendiamo Marziale o Giovenale. Oppure saltando per secoli arriviamo ai sonetti di Belli, o anche a Pasolini. Se siamo rattristati dai libri fermiamoci davanti alla tv e rivediamoci la serie sui Borgia. Roma è quella. Eterna plebe che solo in casi straordinari si fa popolo, diviene cittadinanza attiva. Diceva Maurizio Ferrara che questa città ha un eterno, imperforabile fondo limaccioso.
Francesco Rutelli entrò in Campidoglio da sindaco nel 1993. Ne uscì nel 2001. Conosce le tribù, le origini degli abiti di sartoria, le virtù dei palazzinari, le connessioni e le distrazioni della città eterna.
Leggendo i nomi degli indagati di qualcuno prevedevo l’esito, di qualche altro purtroppo no. Ho conosciuto molti fetenti. Le elezioni che vinsi furono precedute da una grande retata. Metà giunta Carraro era finita agli arresti e si scoprì il tariffario del 5% sugli appalti. Un cinque secco a favore del ceto politico dominato da Dc e Psi. Non c’era azienda municipalizzata che non subisse questo taglieggiamento e non c’era vertice che non provvedesse a intascare buste.Continue reading

Roma sprofonda, Marino ringrazia

Roma fa schifo, dicevano a Ignazio Marino. Non c’è dubbio che Roma fa schifo e il sindaco sembra una nuvola in cielo, stupito persino che la città non apprezzi la dimensione caotica del suo governo. L’avevamo lasciato con la sua Panda rossa in divieto di sosta, e la vicenda chiudeva al suo interno fenomeni dilettanteschi, con spunti di toccante comicità e prove di assoluta inadeguatezza.
Le gesta di questo signor fanfarone sono però nulla rispetto al raccapriccio di una politica asservita oramai alla malavita, lambita e poi perforata in ogni suo ambito dalle percussioni mafiose che la conducono al grado infernale di città perduta. Era Roma ladrona, ora diviene Roma mafiosa. Davanti a questo teatro del malaffare che costa sia ai cittadini romani sia ai contribuenti italiani centinaia di milioni di euro l’anno, tanto è grande il buco di bilancio provocato dalla rete di corruttela che agisce in ogni ambito della municipalità, persino l’opacità di Marino si trasforma in corazza d’oro.Continue reading

Walter Siti: macché proteste, questo è il Paese dell’apatia

Regrediti e rallegrati. Fossero un cast teatrale, gli italiani sarebbero condannati al varietà. Nonostante la crisi nera, che invade e riduce spazi di libertà e di vita civile, resiste una trascuratezza generale, una levità ingiustificata, un’apatia, un sonno che acquieta gli animi. Walter Siti è una specie di anatomo-patologo del capitalismo finanziario e della società sua figlia legittima. Nel libro di maggior successo (Resistere non serve a niente, Rizzoli) ha indagato le quote di voracità che ci hanno condotto dove siamo approdati. Scialuppa stordita dalle onde.
C’è fermento in giro, le piazze si riempiono, l’autunno si fa caldo.
Non nutro troppa fiducia nella rabbia, produce più letteratura (penso a Pasolini) che cambiamenti sociali. Si dimostra inefficace, e quando non lo è tende a farsi ritrarre come una devianza pericolosa che spaventa e riconduce all’ordine. Ricordo i tempi degli Indignados e quelli ancora più recenti di Occupy. Rammento un’intervista televisiva a una ragazza finlandese che protestava a Londra davanti alla chiesa di St.Paul. Spiegava la protesta, atto di solidarietà verso il popolo siriano, la sua amicizia con una ragazza di Damasco. L’intervistatore chiese: dormirà qui stanotte? Rispose: vado da una mia amica perché il rintocco delle campane della chiesa ad ogni ora non mi farebbero dormire. Era bastato un rintocco di campane a farle togliere le tende.Continue reading

I re dell’oro nero lucano e la rivolta dei ragazzi

CON SBLOCCA ITALIA VIA LIBERA A SUPER-TRIVELLAZIONI, IN CAMBIO UNA PIOGGIA DI MILIONI: ENI, SHELL, TOTAL E POLITICI ESULTANO. GLI STUDENTI VANNO IN PIAZZA
Anche i lucani nel loro piccolo s’incazzano. L’Opa delle compagnie petrolifere sulla regione, l’offerta di comprarsela in blocco e trivellarla nel modo giusto, facendo zampillare una selezione tra i migliori dei 479 pozzi censiti e “assaggiati” (271 in provincia di Matera e 208 in provincia di Potenza) in cambio di una distesa di bigliettoni di euro alle comunità coinvolte deve ora vincere l’ultimo e più increscioso degli accidenti: la paura. UN PASSO indietro. Matteo Renzi a maggio decide di trasformare la Basilicata nel nuovo Texas italiano e avoca al potere centrale, nel decreto Sblocca Italia, le competenze per l’ampliamento della produzione petrolifera. Lo chiedono le tre grandi sorelle interessate all’affare: Eni, Shell e Total. Dei 38 pozzi attualmente in produzione con 85mila barili al giorno, che diverranno 135 mila appena i 50 mila marchiati Total saranno sul mercato e 154 mila quando l’Eni attiverà l’estrazione dell’ultimo ceppo concordato nella vecchia intesa, si può succhiare da altri buchi altro meraviglioso oro nero. La cosa straordinaria è che la scelta di Renzi di evirare ogni autonomia alla Lucania ottiene fra gli evirati un indiscutibile successo. Vivissimo plauso da parte del pacchetto di deputati e senatori che detengono la Regione. Per Marcello Pittella, il governatore, si aprirebbero così “grandi opportunità” per il territorio. Marcello è fratello di Gianni, azionista di riferimento del Pd e capogruppo dei socialisti europei a Bruxelles che nel silenzio annuisce.Continue reading

Tor Sapienza è caccia al nero

ROMA EST. NOTTE DI GUERRIGLIA, ESASPERAZIONE E VIOLENZA PER IL CENTRO MIGRANTI. NERVI TESI
Te venimo a prenne, nun te preoccupà che entramo e ve svotamo”. C’è una frenesia di botte, di spranghe e mortai di varia intensità nel corpo a corpo di Tor Sapienza, lungo i metri che separano i due muri di viale Giorgio Morandi, nel rettilineo di periferia che conduce dritti all’inferno. Nel primo blocco di case popolari, un serpentone appena più gentile di quello famoso, sono ospitati i romani residenti e acquisiti. Brava gente, famiglie di lavoratori insieme a teste calde di varia umanità e provenienza. Nel muro opposto, dentro stanze che oramai sono gabbie, resistono asserragliati nel centro di accoglienza una cinquantina di immigrati, il cui destino è però segnato. Dovranno sloggiare presto da qui. O ci pensa la polizia oppure provvedono loro, gli amici di Luciano, una lieve balbuzie, l’animo semplice e tanta voglia di farla finita con gli intrusi: “Nun ce l’ho con i negri ma con gli arabi. Gli arabi fanno schifo, sono stronzi, come pure i rumeni e questi sono arabi e li dovemo caccià”.Continue reading

Parabole capitoline. Ignazio, che sa procurarsi molto danno con poco

Ignazio Marino ha la capacità di procurarsi il massimo danno col minimo sforzo. Riesce miracolosamente a sovvertire le leggi della fisica e a dimostrare, in una città in cui hanno dimorato e continuano a risiedere parecchi ladroni patentati, come si possa rischiare di andare incontro a un processo penale e magari anche alle dimissioni da sindaco per una Panda in divieto di sosta. Colpisce qui la dimensione fanciullesca della marachella e l’elevato standard dilettantesco del suo staff. Ignazio in questo episodio sembra un incontrollabile Ciccio Capriccio mentre prova a far sostare l’auto, che dichiaratamente odia, nell’unico spazio preclusogli. L’accumulo di multe, volontarie o meno, hackerizzate o no, dà un saldo di qualche centinaia di euro, per intenderci l’equivalente di un solo pasto da Pasqualino al Colosseo consumato a scrocco da Franco Fiorito, il mitico Batman della Pisana che regalava tagliatelle quotidiane al centrodestra del basso Lazio.Continue reading

Sfacelo ATAC, dopo cubiste e raccomandati ora bussano i creditori

L’AZIENDA DEL TRASPORTO PUBBLICO DI ROMA SULL’ORLO DEL COLLASSO CONTI PIGNORATI PER UN DEBITO DI 115 MILIONI DI EURO, A RISCHIO I RIFORNIMENTI DI GASOLIO PER I BUS. IL COMUNE CI METTE UNA PEZZA
Forse il gasolio sarà assicurato e i bus della Capitale proseguiranno serenamente il lento cammino verso il default. L’evento estremo, il fine corsa per assenza di benzina, sembra scongiurato da un intervento ponte del Campidoglio che risolve l’ultimo pignoramento dei fornitori nell’ultima catasta di debiti che espugna il miliardo di euro e pone l’Atac in cima alle aziende peggio governate d’Europa. Qui siamo nel centro di gravità permanente della bancarotta, nell’enclave debitoria di una città già ricoperta dai debiti, nel sistema più approfondito, specializzato e contabilizzato di frode della fede pubblica. Il passante pensa di viaggiare su un bus e non sa che galoppa su un vettore d’incoscienza, un turbine feroce di appalti farlocchi, bandi irregolari, arbitrati che sembrano arbitri, e uomini politici di tutte le razze, veramente tutte, che hanno preteso nel corso degli anni un pizzo personale. L’amico, l’amica, la fidanzata, la moglie, il segretario, il cognato, l’amante a ingrassare una pianta organica che arriva a dodicimila dipendenti, che perde all’anno circa 200 milioni di euro, che aumenta vertiginosamente i costi degli amministrativi (da 86 milioni di euro nel 2011 ai 115 del 2012), utilizza il 60 per cento delle vetture (1379 in transito contro le 2298 disponibili), pianifica la riduzione di 498 autisti e lascia già ora la città sulla pensilina. In attesa.Continue reading

Alessandra Moretti: “Mi faccio un mazzo così. E correrò pure in Veneto”

Squilla il telefono, è Alessandra Moretti. L’Espresso l’ha definita “la candidata perenne”. Effettivamente ovunque ci sia un’elezione lei c’è. Ieri deputata, oggi eurodeputata ma già ricandidata altrove.
“Prima di commentare la mia candidatura vorrei che lei capisse di che pasta sono fatta. Io ubbidisco al partito, non rispondo mai di no. Dove mi dicono vado. E lui mi ha detto: Abbiamo bisogno di te in Veneto, con te possiamo vincere”.
Tre mesi fa lui le aveva detto: abbiamo bisogno di te in Europa, con te possiamo vincere.
“Esattamente così. Ma crede che sia facile per me fare questa vita? Però so che senza Moretti c’è Zaia, a lei sta bene Zaia al governo del Veneto? A me no. Al Pd no. E anche se è un sacrificio pesantissimo, perchè le dico cosa significa, poi lei commenti quel che vuole… Anzi, commenti ma non giudichi. Qui ognuno si sveglia al mattino e giudica”Continue reading