Il Soviet delle Poste, patria degli “inabili” e regno della Cisl

IL SINDACATO BIANCO FA TESSERAMENTI RECORD. TRA GLI ASSUNTI CHI NON PUÒ ALZARE PACCHI, CHI NON PUÒ FARE LA NOTTE E CHI NON PUÒ STARE NELLA POLVERE
Ogni giorno che Dio manda in terra 14 mila dipendenti delle Poste restano a casa. Sono il dieci per cento dell’organico. Settemila di essi si ammalano: febbre, artrite, mal di testa, di pancia, di gamba, di schiena. Ogni mese 19mila dipendenti delle Poste restano a casa tre giorni extra per accudire, a norma della legge 104, la mamma anziana, la moglie invalida, la nonna immobile. Ogni giorno decine di postini risultano inidonei a fare i postini. C’è chi non può sopportare carichi sulle braccia, e dunque i pacchi restano a terra. Chi non è idoneo a fare i turni notturni. E dunque la posta non la può preparare. Chi non è idoneo a soggiornare in luoghi polverosi, e purtroppo la polvere si annida tra le lettere e dunque la posta non la può smistare. Ogni giorno è una battaglia nel grande Soviet delle Poste Italiane che questo governo vorrebbe privatizzare entro novembre e ricavarne una decina di miliardi di euro, uno dei cosiddetti tesoretti da spendere magari cash. Ma che sarà un capitombolo all’ingiù se il Soviet continuerà a perdere quote di mercato, come gli sta succedendo nella divisione corrispondenza, e di fatturato.Continue reading

Intramontabili: un sindacalista è per sempre

Forte della laurea honoris causa in management appena attribuitagli dall’università di Salerno, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha invitato i colleghi di Pompei a non esagerare. Lotta dura ma con misura. Bonanni è il più giovane manager dell’industria di Stato. Per insignirlo del prestigioso titolo una settimana fa si è scomodata il ministro dell’Università Stefania Giannini e giustamente. Tutti sanno che dove c’è Cisl c’è scuola. E non si muove foglia al ministero, nelle università, tra gli impiegati (e anche tra gli sfaccendati) senza che il sindacato non voglia. Cambia il mondo ma Bonanni è lì. Il suo pizzetto, il volto paffutello lo rendono simpatico, disponibile come un titolo negoziabile, pronto sempre a dare una mano all’Italia. Purtroppo sono gli italiani a non voler più essere aiutati da lui. E qui veniamo al punto. Il sindacalista – uomo o donna che sia è un soggetto oramai prevalentemente narrato per via endoscopica. È valutato più per la soverchiante capacità digestiva che per il rigore col quale attende ai suoi compiti, l’onestà con cui negozia i diritti e i doveri dei lavoratori. Sindacalista a chi? Rasenta l’offesa se non la vera e propria insolenza l’appellativo. Pompei è la bandiera eterna di quella che purtroppo appare una profonda crisi di incoscienza.Continue reading