S’è accorciata la Salerno-Reggio

Se i chilometri della Salerno-Reggio Calabria salerno-reggiocalabria, ora stimati in 450, divengono 355 i cantieri che servono per completarla non saranno più cinque ma uno soltanto, e i soldi stimati per concludere i lavori almeno di 2 miliardi di euro inferiori alle attese, i tempi di ultimazione potranno finalmente avere una data certa: 22 dicembre 2016.

TRASCURANDO la realtà e anche un po’ la geografia, Matteo Renzi ha deciso di far terminare la grande opera in Lucania, accorciando meritoriamente l’Italia e dando impulso all’ottimismo della volontà. Infatti l’Anas, la società dello Stato delegata a governare i lavori, ieri ha finalmente tolto dal sito la cartina dei cantieri ancora aperti, quelli da aprire, quelli da progettare e gli altri da finanziare e con un simpaticissimo post ha spiegato che valuterà, con il ministero delle Infrastrutture, un futuro piano di interventi di restyling sui restanti chilometri di autostrada. L’Italia corre e come si nota dall’intrepido sviluppo dei fatti, elimina gli ostacoli togliendoli dalla visuale. Infatti il premier avendo cassato quattro cantieri ha ritenuto utile far sapere che l’unico e ultimo tratto interessato dalle ruspe, tra le località Campotenese e Laino sul confine tra Basilicata e Calabria, sarà terminato con ben dieci mesi di anticipo. I colleghi stranieri ridevano, ma Renzi, che al proprio onore ci tiene, ha replicato: “Ridete eh? Vi porterò a fare un giro e guiderò io”.

QUANDO SARÀ, e non abbiamo motivo di dubitare, l’autista Renzi illustrerà le meraviglie della prima autostrada al mondo che avanzando si restringe. Si parte a Salerno con tre corsie, si prosegue a due con quella d’emergenza fino a Cosenza che opportunamente scompare nei pressi di Reggio Calabria. Continue reading

O come operai

alfabetoL’UNICO capitale di Giulio sono le sue mani. Con queste mani, nere come il carbone, nere come la galleria che sta scavando, manda avanti la vita sua e quella della famiglia. Millecinquecento euro al mese per otto ore al giorno, per sei giorni su sette. La sua branda è al campo base di Lauria sud, nel crostone lucano che avanza verso il Tirreno e separa la Campania dalla Calabria. Insieme ad altri trecento compagni: lucani, calabresi, friulani, bosniaci, slovacchi, greci. Ospitati in queste baracche moderne, parallelepipedi adagiati l’uno di fianco all’altro. Nell’ordine che gli italiani hanno conosciuto nella loro lunga storia di emigrazione. I campi di lavoro si somigliano tutti: quelli delle acciaierie della Ruhr, nei dintorni di Dusseldorf, o verso Stoccarda per chi trovava l’ingaggio alla catena di montaggio della Volkswagen. Per i più sfortunati c’era la fatica a Marcinelle in Belgio, oppure i cantieri stradali nel land di Amburgo. Quelle casette erano di legno, e c’era più neve, più freddo, e pareva un mondo ostile. Mondo lontano e perduto, amore mio.Continue reading