Prostituzione&Italia

prostituzioneFLAVIA PICCINNI

Uomini e donne nude, sulle strade, davanti agli occhi dei bambini, davanti agli occhi degli anziani, preservativi per terra, preservativi dentro i cassonetti, preservativi ovunque. Lo scenario apocalittico che descrivono giornali e televisioni è quello della guerriglia del sesso che si combatte ogni notte a bordo strada. Protagonisti sono prostitute e clienti che adesso tornano all’attenzione pubblica a causa del puntuale dibattito sul futuro dell’orgasmo a pagamento.
Quartieri a luci rosse? Ghetti? Espulsioni?
Sono queste alcune delle alternative possibili per evitare la schiavitù sessuale e se la discussione verrà affrontata in Parlamento ad agosto, si sprecano piani per regolamentare, debellare o semplicemente dimenticare l’amore a pagamento.
Spicca la proposta di Mara Carfagna, ministro delle Pari Opportunità, che propone di legalizzare l’esercizio in case chiuse e spiega quanto siano inutili i fogli di via per le prostitute fermate in strada. Spicca Roberto Maroni che, durante una conferenza stampa seguente la firma della “carta di Parma”, ha spiegato come sia fondamentale “spostare il tema della prostituzione dal decreto di legge al disegno di legge affinché si possano raccogliere le idee e formulare una proposta da approvare entro agosto, complessiva e non frutto dell’emozione del momento”. Spicca anche Filippo Borselli, presidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, che ha presentato un emendamento al pacchetto sicurezza che prevede l’inserimento di chi pratica la prostituzione nell’elenco delle “persone pericolose” previsto da una legge degli anni Cinquanta.
Insomma, spiccano un sacco di nomi e di cariche e poi spiccano soprattutto i confronti con gli altri paesi, quelli che hanno risolto il problema introducendo il reato di prostituzione, rendendo obbligatorio il controllo sanitario e igienico delle lucciole, introducendo controlli fiscali.
Tutto si controlla, tutto si domina, tutto si imita.
E mentre salgo sull’autobus 714 che mi porta dalla stazione Termini fino al Palalottomatica ripenso a Mara Carfagna. Quando il bus imbocca la Cristoforo Colombo, di giorno popolata da impiegati e manager, di notte casa di prostitute e viados, mi rimbombano in testa le sue parole. Adesso assicura che le baby prostitute avranno un rimpatrio assistito.
Peccato che la soluzione non sia mai nascondere la polvere sotto il tappeto.

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