L’oro blu e il colabrodo della rete idrica nazionale

acquaorobluSABRINA PINDO

Qualche anno fa alcuni personaggi che a molti saranno sembrati allora dei ‘visionari’ dissero che l’emergenza del nuovo millennio non sarebbe stata la mancanza del petrolio come sbandierato da tutti sino a quel momento, ma quella dell’acqua. Mediaticamente era una notizia bomba. La chiamarono “l’oro blu” e i giornalisti giù a scrivere articoli e servizi per le televisioni, le riviste e i quotidiani. “Oddio, l’acqua finirà” campeggiava un giorno sì e un giorno sì in tutte le prime pagine e copertine.
Poi più nulla. Nessun provvedimento a livello globale o locale per risolvere il problema: né nel nostro orticello italiano, né nel giardino europeo , né tantomeno nel grande parco mondiale.
I giorni sono passati e i media si sono dimenticati che prima o poi saremmo stati a secco. Ma tutto d’un tratto ecco che le borse crollano, il sistema va in tilt, tutto il nostro benessere sembra ad un passo dalla sparizione. Siccome le cattive notizie non arrivano mai da sole, eccoci di nuovo a parlare dell’acqua. Questa antipatica che ha pensato bene di rimanere una risorsa scarsa proprio ora che i problemi ci arrivano fino al collo.
Altro che scarsa, l’acqua per i media di colpo è tornata ad essere una rarità.
Millimesimata direi, come il buon vino.
Ora che abbiamo ormai dato per scontato che il petrolio finirà, adesso che ci siamo rassegnati a questa verità, ci torna in mente il problema idrico e cadiamo improvvisamente dalle nuvole. Ad aspettare il nostro tonfo a terra, non c’è un cuscino però e nemmeno il materasso dei pompieri.
Fare qualcosa non solo è possibile, ma è doveroso. E non è vero che il singolo cittadino non può farci niente. Qui non si tratta di stare attenti a chiudere bene il rubinetto quando si lavano i denti, come diceva la maestra all’asilo per insegnarci la parsimonia.
Qui si sta parlando di pretendere dai gestori del servizio dell’acqua che quel colabrodo che purtroppo è la rete idrica nazionale venga sistemata, rattoppata, dove occorre rinnovata. Se non sarà un singolo cittadino a chiedere il rispetto verso la fonte primaria di vita, ma un’intera comunità, un paese o una cittadina, allora gli effetti saranno reali e ben visibili. Sulla quantità d’acqua che esce dal rubinetto e sulla bolletta. Alla faccia di chi dice che da soli non si può risolvere nulla.

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