Manette e guai. C’era una volta la verde Verona

vivalitaliaScene di declino nella roccaforte del leghista Flavio Tosi. Arresti e scandali nelle agenzie comunali, dimissioni per il vicesindaco, indagato per corruzione. Il primo cittadino semina querele e s’improvvisa progressista, ma la popolarità è in caduta libera e il benessere cala. La gente si consola con due squadre in Serie A


Finalmente è derby. Anche Verona, la più piccola delle grandi città (o la più grande delle piccole) ha il suo fantastico derby di calcio: Hellas contro Chievo. Scende in campo il ceto dirigente e dominante contro la periferia, la storia contro la cronaca, i vip contro i nuovi arrivati. L’Hellas è Verona, e quest’anno fa sognare, il Chievo -sempre nelle retrovie della classifica del campionato di Serie A- rappresenta una sua porzione minuscola, un’appendice, una escrescenza della città nel pallone. Il sindaco è un ultras e naturalmente sta di qua. E col granduca Flavio Tosi, nella curva degli innamorati pazzi, anche le aziende municipalizzate che sono vagoni merci, lunghe filiere di benessere familiare e clientela politica. L’azienda del gas che nella convenzione cittadina è naturalmente l’azienda del sindaco, sponsorizza l’Hellas: 350mila euro il primo anno con opzione per il secondo. “Aderisci all’offerta di Agsm che ti fa risparmiare e ricevi subito la maglietta originale del Verona”, così il primo entusiastico volantino. Con l’aggiunta di una particolare offerta municipale agli abbonati di Verona e “solamente” a loro: sconto del 5,5 per cento sull’energia elettrica e di un centesimo per ogni metro cubo di gas consumato.

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