O come Operai

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Azimut Benetti è leader mondiale della nautica d’alto bordo: nelle sue officine il conflitto teatrale tra ricchi e poveri, tra le tasche piene di dollari e la minuzia degli assegni familiari
I PACCHI di euro sbriciolati in questi venti metri quadrati sono la prova che quando la ricchezza esonda – supera cioè quel livello di guardia che permette all’umano di restare umano – prende vie di fuga irragionevoli. I ghirigori sulla tazza del cesso, i pomelli d’oro accostati al frigorifero, il mogano intarsiato per sostenere il sorbetto al limone restituiscono al superfluo un carattere elementare, basico, progressivo. Non c’è fondo al fondo né tetto all’accumulazione. Ma è sempre questione di punti di vista: qui ad Avigliana, all’imbocco della strada che conduce al cantiere del Tav, alle proteste, ai bengala e ai manganelli, mille famiglie campano grazie al superfluo che i ricconi del mondo ordinano via mail. Ai bordi del lago di Avigliana, nella Val di Susa, si costruiscono yacht dalla tripla A, imbarcazioni imbottite di preziosi, testimoni urlanti che il ricco esiste ma vive lontano da noi. “Beato lui” dice Francesco, falegname, mentre misura la curvatura del mogano, i millimetri che separano una lastra di legno dall’altra e che dunque rendono inqualificabile, perché difforme dall’ordinato, l’opera. Il riccone non transige: i suoi dollari, i suoi euro e i suoi yen devono servire a smascherare qualunque cedimento alla imperfezione.Continue reading