ALFABETO – ERRI DE LUCA: “In un Paese sotto anestesia, i giovani nascono già vecchi”

erri-de-lucaErri De Luca, provi a illustrare questo nostro curioso tempo.

È l’età dell’anestesia, del torpore civile, dell’in differenza.

Siamo divenuti ospiti della nostra stessa vita. Come se nulla ci riguardasse immediatamente e completamente.

Ci manca la gioventù. A questa nostra società manca la linfa vitale della giovinezza. Noi vecchi siamo in maggioranza, e chi s’avvia alla vita prende coscienza della realtà dei numeri. Sa che sarà in minoranza e si adegua.

Anestesia, astinenza, astensione.

Sì può declinare anche così. Infatti un governo che chiede l’astensione al referendum sulle trivelle invoca l’astinenza civile, inietta anestetico nelle vene della società. Perciò io credo che il 17 aprile possa essere una prova anche di adrenalina, un risarcimento a noi stessi, alle nostre capacità di ribellione e rivalsa.

Manca la voglia di lottare.

Manca lo spirito di contraddizione, che è spirito essenzialmente giovanile. La voglia di non crederti, di essere scettico per principio, per predisposizione. La mia gioventù era figlia del dopoguerra, ed era una processione di rivolte, una forza inarrestabile di azioni, di energie messe in campo, di disordine creativo. Adesso i vecchi si fanno chiamare diversamente giovani. Siamo giunti al punto della contraffazione culturale, della rivoluzione grammaticale. Ma non dispero. Questo Paese mi riguarda e io sono in campo ogni qualvolta una ragione mi pare giusta, ha dignità di essere difesa, illustrata, denunziata.

Le trivelle, il petrolio, l’oro nero.

E prima la Val Susa e in mezzo gli ulivi pugliesi. Vado dove mi porta la ragione, dove sento il bisogno di stare, la necessità di dar voce.Continue reading

Frutteti, acqua e veleni nella discarica d’oro del Sud

sbloccaitaliaÈ questa la grande piattaforma di cemento che mangia il mare di Taranto e progredisce verso i frutteti della Piana di Metaponto, è qui che devono trovare ospitalità le migliaia di barili di greggio di Tempa Rossa e il gas (al giorno 230 mila metri cubi). L’Ilva alle spalle, la città alla sinistra e il fumo in cielo. Anche per aiutare questa piattaforma fu ideato lo Sblocca Italia, la legge che definendo di preminente interesse nazionale e strategiche le grandi opere avoca a Roma ogni potere e decisione finale. Nel grado di preminenza non c’è alcun dubbio che l’economia del petrolio abbia avuto la meglio sulla tutela della salute pubblica. Malgrado l’azienda regionale di protezione ambientale avesse fatto conoscere il sicuro aumento del 10-12% delle emissioni nocive in una città già piegata dalle morti per tumore, la Regione Puglia dà il suo parere e ritiene l’opera compatibile con l’ambiente. È il 2011. Quando si deve pronunciare la città di Taranto, e si sa che sarà un no, arriva la norma che tapperà la bocca. Prima della legge giunge però una nomina, da parte dell’Eni. Il nuovo responsabile dei rapporti con gli enti locali si chiama Francesco Manna, avvocato e, guarda un po’, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Nichi Vendola. È il 1° settembre 2013. Ed è la prima intersecazione tra politica e affari che il grande fiume nero dalla foce porta verso la sorgente.Continue reading