Ciriaco De Mita: “La prima volta che lo vidi disse: mio padre è demitiano”

ciriaco-de-mitaFinalmente la smetterete di dire che lui parla veloce e si fa capire e gli altri no. Parlo lento ma mi faccio capire ugualmente”.

Quando Ciriaco De Mita era al potere i gerundi sbucavano da ogni angolo della bocca e le incidentali si ammassavano a forma di pila. Serviva una ruspa per liberare la strada delle sue consonanti.

Qualche anno fa (forse dieci) ero in Toscana e una signora mi ferma e mi dice: quant’era bello quando c’erano persone come lei che usavano un linguaggio complicato.

Contro Renzi ha cambiato tattica e l’ha messo al tappeto. Frasi secche, parole come lame.

Embè, quando si è messo a fare quell’intruglio di mistificazioni.

Ho pietà di te.

Pizzicando qua e là dal passato.

Nel tuo partito parli solo tu, gli altri sono muti recitanti.

Un partito che non esiste. C’è lui e lui solo. Bisognerebbe raccogliere e pubblicare i discorsi che fa in Direzione (che io ascolto e annoto).

Da te non mi aspettavo questa volgarità.

Ha infiltrato nel dibattito insinuazioni cattive, adombrando chissà che. Ha parlato di moralità. Detto proprio da lui che le ha inventate tutte.

Tu non hai il diritto di parlare di moralità della politica.

Ed è vero, è così.

Credo che tu sia irrecuperabile, hai una tale consapevolezza di te che non vedi limiti alla tua arroganza.

Mi aveva detto che avremmo dialogato e avevo ritenuto che volesse costruire. Ma poi quando gli ho sentito dire quelle cose, una mascalzonata…

Renzi è democristiano quanto lei.

Ora che ricordo, la prima volta che l’ho conosciuto mi disse che il suo papà era democristiano, anzi demitiano.

Vede?

Lui è un giocatore di poker. La cosa che mi ha più sorpreso è percepire come non creda a nulla di quel che dice. E poi il passato non lo conosce, il futuro non lo riguarda. Conta il presente, cioè lui.

Chi lo doveva dire che proprio lei…

Stupito, eh? La sua telefonata è irritualmente gioiosa.

I complimenti le sono dovuti ma la storia non cambia dopo la serata di ieri.

Credo che possa vincere il No e che il Sud sia compatto su questo fronte. Ma non sono felice del futuro che ci aspetta. Un Paese spaccato, impaurito, rabbioso.

Giovani contro vecchi.

Una porzione della popolazione è alla disperazione.

E lei, 88 anni, è la punta avanzata dello schieramento che raccoglie le simpatie giovanili. La storia fa scherzi, sa?

Tre anni di governo, un periodo lunghissimo. E che cosa ha combinato?

E invece i suoi coetanei, forse anche quelli che per tanto tempo hanno segnato De Mita o Dc sulla scheda elettorale, si acconciano a votare il Sì perché almeno cambi qualcosa.

C’era la possibilità di trovare ancora una soluzione. Nessuno mi crede ma io sono ingenuo fino al midollo e pensavo che mi avessero convocato al dibattito televisivo per poter contribuire a indicare un riparo, una via d’uscita possibile dallo scontro.

L’ impegno a cambiare la legge elettorale e a correggere la Costituzione nuova dopo la sua approvazione.

C’erano le possibilità per un ravvedimento, ma lui non lo cercava.

I giovani votano come De Mita.

Perché la stupisce tanto questa cosa?

In effetti il suo medico curante è stato un pediatra.

Eh già.

Da: Il Fatto Quotidiano, 30 ottobre 2016

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