Antonello, Pierluigi e il terremoto di Anna Dazzan

Uno è il poeta attualmente più celebre del Friuli, l’altro è uno dei giornalisti italiani più apprezzati. A farli incontrare la passione comune di raccontare il mondo intorno a loro e, a unirli, il destino di avere vissuto sulla propria pelle il terremoto. Sono Pierluigi Cappello e Antonello Caporale, firma del Fatto Quotidiano, che domani uniranno le proprie voci in un incontro particolarissimo. Il poeta Cappello, infatti, ha deciso di aprire le porte di casa sua a Cassacco a quindici persone (le prime a prenotarsi alla mail acasadelpoeta@gmail.com) per regalare loro alcuni versi del suo libro di poesie, in uscita il 24 novembre. Ad accompagnarlo, in quelle che saranno di due ore di parole ed emozioni condivise, il giornalista Caporale. «Io e Pierluigi ci siamo conosciuti mentre stavo lavorando su Alfabeto. Ci siamo visti, abbiamo parlato, ci siamo piaciuti e da allora siamo sempre rimasti in contatto». Prima ne sono nati degli articoli, poi dei capitoli di libri e, ne siamo abbastanza sicuri, ora anche un’amicizia. Una di quelle legate da un filo invisibile che unisce le persone dotate di una sensibilità educata a guardare la sofferenza e, da questa, ricavarne la bellezza. Cappello l’ha fatto con le sue poesie, Caporale con i suoi pezzi giornalistici. Entrambi l’hanno sperimentato sulla propria pelle con l’esperienza del terremoto. «Lui aveva nove anni durante il terremoto del ’76. Io – ci racconta il giornalista – ne avevo il doppio durante il sisma in Irpinia nel 1980. Quando ne abbiamo parlato, ho scoperto che i nostri ricordi sono simmetrici e speculari, che i terremoti ti entrano dentro e sconvolgono come fanno le guerre e in questo, in un modo che solo una rivoluzione di sofferenza può fare, ci siamo riconosciuti». Un tatuaggio sottopelle che è destinato ad appartenere a sempre più italiani. Luoghi diversi, tempi diversi ma sensazioni uguali. Quelle di uno sconvolgimento inatteso e fortissimo, che ha toccato persone, abitudini, ma anche luoghi. Ed è proprio di questi luoghi, paesi accomunati dalla meraviglia e dalla disgrazia, che Caporale parla nel suo libro “Acqua da tutte le parti” (Ponte alle Grazie), di cui parlerà a casa di Cappello. «C’è un’Italia che stiamo perdendo, fatta di piccoli paesi che si stanno spopolando, come una colonna vertebrale che si sgretola e scivola verso il mare». Per anni Caporale ha viaggiato macinando chilometri e storie di un’Italia nascosta e orgogliosa, che non poteva essere racchiusa in articoli destinati al quotidiano. «Così è nato questo resoconto sull’eternità di certi luoghi e certi paesaggi italiani dove il passato non finisce mai e il futuro stenta ad arrivare.

Paesi che si raggiungono solo a piedi, come Topolò, esempio unico e straordinario di avanzata eccentricità». Il giornalista sarà anche ospite oggi pomeriggio alle 17.30 a Casa Teatro, al Giovanni da Udine, con Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi.

Da: messaggeroveneto.gelocal.it, 11 novembre 2016

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