Più che la sua voce erano i suoi occhiali che portavano conforto.
L’unico vezzo, davvero.
Enrico Zanetti, il viceministro all’Economia al tempo di Renzi, era in tv da mattina a sera.
Andavo sempre.
Ingaggiava battaglia a ogni ora del giorno e della notte, mandavano le i nelle missioni impossibili.
Aggiunga che qualche volta mi hanno tenuto col freno a mano tirato. Altrimenti sa che avrei combinato? Penso alla Consob, per esempio.
Si immergeva in ogni talk show con grande sprezzo del pericolo. I suoi fanaloni a coprire metà del volto erano proprio particolari. Ricordo quella montatura di un meraviglioso blu elettrico.
Andavo sul rosso ultimamente. Varie sfumature di rosso.
Rammento però un verde smeraldo di grande impatto.
Ho avuto il verde, ma nella prima fase. Poi mi consigliarono di non cambiare più colore per non disarticolare il telespettatore.
Le sono rimasti gli occhiali ma ha perso la poltrona.
Sono un disastro, da questo punto di vista un ingenuo come me non si trova in giro!
Si è messo con Denis Verdini, roba da non crederci. Era lanciatissimo, stimabile, un commercialista coi fiocchi. Per di più liberista ed ex elettore di Forza Italia, il miglior alleato possibile per il Pd attuale.
L’incontro con Verdini mi ha danneggiato tantissimo.
Ha sospeso una carriera vivacissima.
Plausibile la sconfitta, ma con quel risultato no. Davvero non me l’aspettavo.
Ancora faccio fatica a pensare di non vedere più in tv l’onorevole Zanetti.
È stato periodo di feste, vediamo che succede con la ripresa piena dell’attività parlamentare.
Noi giornalisti siamo tremendi: togliamo subito il saluto allo sconfitto e revochiamo ogni invito. Però chissà che non si accorgano del grave errore i miei colleghi…
Sono rimasto col cerino in mano.
Tecnicamente il cetriolo è toccato a lei a ogni effetto. Purtroppo nel nuovo governo tutti confermati. Solo Zanetti è rimasto in panchina.
Per mia scelta naturalmente. Avessi voluto…ma non mi piace un governo che sembra la fiera dell’usato sicuro.
Non l’hanno voluta ministro, incredibile.
Non ho mai chiesto nulla. Era l’impianto politico del governo Gentiloni insoddisfacente. Sto ricostruendo Scelta Civica e non mi sono voluto comportare come i miei predecessori. Quando era Mario Mauro a guidare il movimento fece le trattative con Enrico Letta e si aggiudicò il posto da ministro. Venne Stefania Giannini e idem: trattative a nome di tutti ma poltrona per lei.
Zanetti ha voluto strafare.
Ho voluto dimostrare che si può essere di un’altra pasta.
A proposito, Scelta Civica come sta?
Sul territorio stiamo investendo ogni energia.
Ma Verdini, mannaggia!
Era un’alleanza di corto respiro. Cortissimo. Valeva per il tempo del referendum.
Che disastro però.
Un disastro, non posso che convenire.
E lei ora è fuori.
Per mia scelta. E poi sa una cosa? Nel governo avevo rapporti con Renzi e Nannicini. Anche loro due non ci sono.
Al governo si ha un’altra visione delle cose, un altro tempo di vita.
Non mi manca nulla.
Io sarei depresso assai.
Guardi, se devo dirla tutta allora aggiungo: quel che mi manca tanto sono le persone della segreteria. Le persone più delle cose.
La politica è fatta di alti e bassi.
Eh…lo so.
Vedrà che tutto ritornerà a girare.
Non mollo di certo, poi ho una professione, un mestiere.
Giusto: un mestiere di riserva salva la vita. E gli affetti.
Con mia moglie un menage perfetto.
Gli occhialoni sono una suggestione creativa operata della consorte, dica la verità.
Intesa piena, accordo totale anche sulla montatura.
Da: Il Fatto Quotidiano, 11 gennaio 2017