ANDREA ORLANDO – Almeno la cravatta è rossa. Ogni tanto si spegne

andrea-orlandoCravatta rossa socialisteggiante, l’unica in campo. Assertivo e in alcuni tratti persino brillante. La postura però è da tribuna politica anni 70, gli occhi lievemente spenti ma gli avverbi sono piazzati al momento giusto. Un “ovviamente” ha preceduto la convinzione di superare il 50% dei consensi e vincere la partita. Sciolto sui temi più decisamente di sinistra, coniuga opportunamente libertà con lavoro. Sul Jobs Act fa un po’ lo struzzo, sui bonus però è velenoso e maligno con Renzi, col quale ha dimenticato di aver governato tre anni. Tiene bene i tempi, scandisce le battute al momento giusto, tira fuori la carta del Papa che “mi ha chiamato per chiedermi dei detenuti”. Si ricorda per primo dei poveri e dei bambini ma non di far pagare l’Imu alla Chiesa. Sorvola, quando è in difficoltà. Il confronto-telequiz è perfetto perché riduce il pensiero a uno spot e l’esposizione al rischio di esagerare con le cavolate.