“Scusi, lei è uno spacciatore?”: la sceneggiata di Salvini contro l’imputato del popolo scambiata per uno show. Ma è barbarie

C’è qualcosa di più barbaricoprimitivo, violento di ciò che ha fatto Matteo Salvini ieri a Bologna? “Alcuni cittadini dicono che lei è un pusher. Mi fa salire così spiega?”. Così l’ex ministro dell’Interno pur di arraffare i voti dei disperati, dei diseredati, di chi è vittima della droga, di chi spaccia e dei tanti che sono gli “spacciati” delle periferie italiane, citofona all’imputato del popolo, anzi al condannato dalla piazza. I giornalisti che lo circondano, vergognosamente silenti, intravedono nella mossa del leader leghista uno “show” e attendono festosi che il confronto porti a qualcosa di buono. Magari un pugno in faccia, un ceffone, delle manette finte, qualcosa di spettacolare e memorabile. E di show colpevolmente parlano i giornali, interpretando la barbarie come una sceneggiata televisiva.

Invece dobbiamo tutti vergognarci. E non già perché siamo sicuri che il tizio, l’immigrato tunisino regolarmente residente, abbia una condotta irreprensibile. Lo dovrebbe sapere la polizia, spetta a lei il compito, nel caso, di citofonare. Il problema vero è che non ci assale la vergogna perché l’azione di Salvini è così grave, civilmente così putrida, da farci domandare: ma dove siamo finiti? Ma dove stiamo andando, dove arriveremo?

Se basta una voce di “alcuni cittadini” per screditarci pubblicamente, se siamo entrati nella fase dell’arresto popolare, che ne sarà di noi?

Il tunisino sarà colpevole o innocente, io non lo so. Quel che è certo è che noi siamo sicuramente colpevoli di scambiare quel rito barbarico per uno show.

Da: ilfattoquotidiano.it

“Da Leu a Salvini per amore: il mio e quello del popolo”

È una questione di amore e di ardore. Una coppia di giovani si conosce in una fredda sezione della cintura milanese, uno dei pochi circoli che può vantare Leu, la formazione di sinistra che declinerà nel giro di poco tempo. Eleonora e Giuseppe sono militanti entusiasti e però il turbamento politico per le scelte del loro sfortunato partito li porterà avvinghiati e felici nelle braccia di Matteo Salvini. Da un estremo all’altro, dunque. Eleonora Cimbro, già deputata del Pd nella scorsa legislatura, da Bollate, è la compagna di Giuseppe Femia, ora capogruppo leghista a Cermenate. Eleonora è una mamma di 42 anni e l’ultimo bebè, il quinto, nasce quindici giorni fa a suggellare questa meravigliosa storia politica troppo trascurata dalla stampa.

Il vostro progetto politico sembra uno di quei viaggi di Avventure nel mondo.

Scherza? Il mio tragitto è limpido. Qui a Bollate ho lavorato sempre per presidiare i bisogni dei ceti popolari.

Infatti il Pd l’ha mandata in Parlamento a presidiare i bisogni popolari.

Alt. Ho vinto le primarie, ero senza paracadute. E appena eletta mi sono accorta che avevo sbagliato partito.

Eletta con Bersani segretario, ma deputata con Matteo Renzi al comando.

Non mi trovavo d’accordo su nulla. No al Job act, no al referendum, no all’ubriacatura dei diritti civili, questa legittimazione del mondo gender, dell’utero in provetta.Continue reading