Sorpresa: i grillini (senza Grillo) sono adulti

Cambio di stagione. L’immagine è di Carlo Freccero: “Oggi paiono dei predicatori mormoni. Tipini sempre ben vestiti, puliti, sbarbati, abbastanza secchioni, piuttosto preparati sul tema che devono affrontare”.

Erano il fondale umano del partito del capo, o del comico o anche del vaffa. La schiera plaudente e generalmente muta di Beppe Grillo. Discepoli del guru, dei riccioli esoterici di Gianroberto Casaleggio, teorici delle scie chimiche, fantastici costruttori di occhi elettronici, dispensatori del bene – se avevi tutte le ricevute del ristorante bollinate – e del male, nel caso ne fossi sprovvisto. Nel volgere di qualche mese una nebbiolina ha schermato il corpo del Capo, piuttosto “stanchino”, e ha sommerso le teorie mondialiste del guru. Il blog perde colpi, il comico smarrisce le battute, le folle spariscono dalle piazze, Casaleggio non è più quello di una volta, ma i grillini, da figlioli adoranti e anche un po’ strambi, sono divenuti parlamentari rispettabili, ascoltati. Di nuovo Freccero: “Paiono più competenti degli altri, Casaleggio ha insegnato loro di studiare i dossier e intervenire quando sanno cosa dire, come controbattere. E paiono disinteressati. Dei volontari laici che dopo un certo periodo di tempo torneranno al proprio lavoro. Fanno un figurone di fronte alla genia degli ineffabili parolai da salotto televisivo. Ti sollevano dal peso di dichiararti di destra o di sinistra. Sono dei pragmatici, non insistono in alcuna speciale narrazione”.Continue reading

Grillo & Ingroia, simul stabunt simul cadent

Sono uno storico elettore di sinistra. Scelgo di volta in volta a chi dare il mio voto, e mi è successo spesso di dovermene pentire. Alcune volte ho fatto fronte al timore di sbagliare revocando il mio voto e astenendomi. Non ho consigli da dare, solo un pensiero da esporre. Questa è una brutta campagna elettorale, ipotecata dall’annunciato (finora è l’ipotesi più probabile) governicchio Pd-Monti. Il Pd mi è parso sempre un partito gnè-gnè: dentro la sua pancia esistono persone rispettabili e altre assai meno, idee condivisibili e prudenze inaccettabili. Riformisti e radicali, democristiani e comunisti. L’uno e il suo opposto. Il calderone di personalità così tanto diverse provoca immobilismo e non riforme.
Io sono per la radicalità delle idee, per la loro chiarezza, per la nettezza della posizione in campo. Fosse per me, faccio un esempio, proporrei che il finanziamento pubblico andasse solo alle scuole pubbliche. Vorrei i nostri ospedali salvaguardati e non le cliniche private; vorrei più Stato e non di meno. Fosse per me, lascerei vivere le Province e abolirei le Regioni, vero letamaio legislativo. Accorciare la filiera istituzionale significa eliminare d’un botto almeno un terzo delle cinquecentomila poltrone a cui corrispondono altrettanti bancomat perpetui. La spesa pubblica si disbosca solo se le funzioni di governo vengono semplificate e riassunte. Questo è il mio pensiero. La prospettiva invece è il continuismo: un centrosinistra allargato a Monti. Tutto già visto. Pietanza indigesta. Allora tento di inquadrare le alternative.Continue reading

Grillo, c’è movimento sul vulcano

IL TOUR DEL 5 STELLE NELL’ISOLA IN CRISI DI CLIENTELE E ASSETATA DI VENDETTA: ECCO PERCHÉ IN SICILIA RISCHIA DI FARE IL BOTTO


La pasticceria Irrera di Messina è uno dei maggiori centri di smistamento del cannolo siciliano e delle chiacchiere politiche. Ottimo punto di osservazione. Sono le nove del mattino, l’ora del caffé, al bancone si discute dell’arrivo sull’isola di Beppe Grillo. Signora molto informata: “Mi hanno detto che è stato tirato con una fune, così non vale”. Ragazzo, meno scettico: “Su youtube non si vede la fune”. Lei, molto ansiosa: “So per certo che c’era la fune e comunque è tutto spettacolo. Dimmi tu cosa rappresenta quella specie di nuotata”. È bastato poco a Grillo per divenire il padrone della scena siciliana. Ieri all’una era quasi nella bocca dell’Etna: ha improvvisato un comizio sui crateri Silvestri, e anche lassù qualcuno è rimasto ad ascoltarlo. Una corona di fan sulla criniera della falla naturale ha apprezzato e applaudito. Continue reading

a cosa serve la televisione

Ieri sera ho acceso la tv e ritrovato Bruno Vespa al solito posto. Scrive bene il Fatto: sembra uscito dal freezer lui e con lui i soliti ospiti. Congelati a giugno, scongelati a settembre e pronti per essere riserviti a tavola per la nuova stagione (dodicesima? quindicesima? trentaduesima?).
Io non voto Grillo. Aggiungo che non lo amo: non ridevo quando faceva il comico, non mi entusiasma adesso, e m’incupisce questo Casaleggio con i capelli da foresta nera e il mondo Gaia sulle spalle.
Però ascoltare questi professori della democrazia, della comunicazione e del buon gusto, accanto alla figura cartonata del comico che per fortuna nostra tra tanta disgrazia Grillo non guida un movimento insurrezionale e violento, e i grillini non fanno la cacca sul marciapiede e non sputano in faccia ai passanti, fa venir voglia di chiuderli a chiave nello studio di Porta a porta e – prima di riporli nel freezer – avanzare loro su un bloc notes queste domande.
Ma qual è il bene comune che voi avete difeso? Quali libertà avete allargato? Quanta ricchezza avete dilapidato e quanta invece avete condiviso? Quanti corrotti mandati in galera? Quali leggi avete promulgato? E a favore di chi? E in nome di quali Istituzioni, di quale democrazia, di quale suprema Verità giudicate Grillo?
Prima di passare il bloc notes agli illustri uomini di Stato, e al loro leader Bruno, campione del giornalismo investigativo e imparziale, mi domanderei a cosa serve la televisione. Ecco la mia risposta: l’informazione scorretta, di parte, manipolatrice può promuovere il falso e trasformarlo in vero. Mutare l’ordine degli addendi e cambiare segno al saldo democratico. Erigere l’apparenza in luogo della realtà e cambiare i connotati alle persone trasformando ladri in galantuomini, servi in statisti, e gente magari visionaria ma piuttosto perbene in pazzi scatenati, pericolosi per noi, la nostra famiglia, i nostri bambini.