La mia guerra perduta

Ora che ci accingiamo a votare facciamo tutti il conto con la realtà, con le nostre angosce che sono purtroppo più delle speranze. Ieri ho dovuto assistere in piazza San Giovanni al più degradante spirito di obbedienza. Da Milano, diceva un giovanotto col giubbetto del servizio d’ordine grillino, era giunto l’ordine di selezionare i giornalisti per cittadinanza. I buoni dentro, i cattivi fuori. Buoni (gli stranieri) cattivi (gli italiani). Non era solo una buffonata, era (è) anche una grande vigliaccata, un colpo ferale alla dignità altrui, al rispetto del lavoro altrui e delle idee altrui. Dire che molti giornalisti sono stati collusi col potere è una grande verità che non sposta di un millimetro la questione fascista. Vietare, anche con la forza, l’ingresso è una fascisteria che in Europa adotta solo la Marine Le Pen. Quel ragazzo che diceva no ai giornalisti reggicoda del regime non sapeva, e non mostrava alcun interesse a saperlo, che centinaia di essi, parecchi perfino in quella piazza, sono onesti, hanno fatto sempre il loro dovere. Se Grillo ha iniziato a battere le strade sette anni fa, altri lo fanno da molto prima. Hanno denunciato prima, scritto prima, preso querele prima di lui. Non è una gara a chi è più figo, è la storia, sono i fatti che lo documentano.Continue reading