Elezioni 2013, cari (e)lettori, facciamo due conti?

Cari amici, utilizzo in queste ore in modo piuttosto intensivo lo spazio che ilfattoquotidiano.it mi mette a disposizione. Credo che la situazione politica e civile del Paese meriti però il massimo dell’attenzione e della riflessione.
Andiamo dunque per ordine.
Il capo dello Stato sta orientadosi chiaramente a incaricare una personalità al di fuori del Parlamento (si parla insistentemente del governatore della Banca d’Italia), che trovi sulla base del suo programma la maggioranza sufficiente per comporre un governo di emergenza. Delle quattro forze rappresentate, una è dichiaratamente indisponibile a farne parte. Una seconda, quella intorno a Monti, non ha i numeri per segnare col suo voto la tenuta dell’esecutivo. Non c’è altra scelta: Pd e Pdl dovranno votarlo.
Lo chiameremo governo del presidente, governo della Banca d’Italia, governo X o Y ma la sostanza resta: è un governissimo, è un’ammucchiata. Sarà così. Perchè sarà così? Perchè è di tutta evidenza che il Pd, se fallirà – come appare probabile – un esecutivo col Movimento 5 Stelle non avrà la forza nè la possibilità di sottrarsi a questa chiamata. Inizierà il capo dello Stato a chiedere assunzione di responsabilità, proseguiranno i giornaloni, poi i giornalini, poi tutti noi. Qualcosa si dovrà pur fare, diremo, per evitare il caos.
Bene: il Pd appoggerà il governo. E il Pdl? Assolutamente consenziente: apparirà un Berlusconi statista (del resto già recentemente comparso nella formula uomo di Stato) e regalerà i suoi voti per il bene dell’Irtalia. Così dirà, così ha sempre detto, così disse nel ’94: scendo in campo per il bene del mio Paese. Adesso mettiamoci un attimo solo nei panni del premier incaricato: c’è un’economia allo sfascio, una società affamata e arrabbiata e un Parlamento sconfitto e umiliato. Chi ha vinto sceglie l’opposizione. I perdenti fanno il governo. In questo quadro quale programma potrà mai presentare?
Eccolo qui: misure urgenti per la crescita economica e per la moralizzazione della politica. Benissimo, siamo tutti contenti. Ci accorgeremo presto che il primo e il secondo punto devono trovare il consenso del Pd e del blocco berlusconiano. Moralizzare ma compatibilmente ai voti dei sostenitori di questo governo. Disastro in arrivo. E spiego perchè. A uno dei sostenitori, Silvio Berlusconi, stanno per arrivare addosso una gragnuola di sentenze. E le inchieste sui danari che avrebbe utilizzato, e i deputati dipendenti che avrebbe convinto con i soldi, allungherà la lista delle questioni. Il governo dovrebbe così moralizzare la vita pubblica grazie ai voti del grande corruttore. Come paradosso non è male!
A questo punto ce lo ricorderà Beppe Grillo, dopo un ora che il governo sarà formato, di quale fetida mercanzia si tratta. E i deputati del M5S useranno le armi a loro disposizione (disegni di legge, interrogazioni, interpellanze, proteste, sit in, raccolte di firme in rete, fuori rete, in piazza, fuori piazza) il volto mostruoso di un potere che affama. Tra botte metaforiche, e qualche spintarella vera, si arriverà alla resa dei conti.
Ecco, chiederei a voi, amici di questo blog, e specialmente a voi (e)lettori del M5S se i conti che qui porto avanti sono esatti o sbagliati. Innanzitutto: chi ha votato Grillo e perchè. Ho in casa, nella mia famiglia e tra amici fidati, qualche elettore grillino. Io ho scelto Sel, sapevo che era una scelta debole ho tentato di argomentarla anche in pubblico ma senza successo. Capivo e capisco. Tutti mi hanno risposto: basta con questo ricatto del voto utile, serve una lezione a questa sinistra. Non conosco e non approvo Grillo, ma è l’unica arma che ho per assestare un ceffone a un potere immobile e irriconoscente della nostra passione. Ceffone, anzi ceffonissimo assestato.
Secondo i flussi elettorali su 10 voti a Grillo 4,5/5 vengono dall’area Pd-sinistra, 1 dall’area Pdl, 4 dal non voto/altri.
Era chiaro subito che gli elettori (non i militanti) avessero a cuore che il ceffone fosse ben assestato e che con il loro voto qualcosa potesse cambiare. Ecco qui il primo equivoco: la metà degli elettori grillini ritenevano e ritengono che i loro nuovi deputati, da posizione di forza, potessero mutare assetto e provocare da subito, in un governo col Pd, un cambiamento profondo, radicale. Avendo come arma la fiducia e il suo opposto: se bari ti sfiducio e andiamo alle urne. C’è stata una petizione online promossa da una ragazza elettrice. Ha avuto centomila firme. Non male. Ma Grillo ha detto che la ragazza era del partito pirata (vattelapesca) e i firmatari dei troll (e rivattelapesca). L’ha detto lui, e sarebbe la verità.
Per quanto mi riguarda penso che Grillo abbia troppe verità in tasca, e abbia anche parecchia, giustificabile ritrosia a formare un governo con chi ti appare nemico. Ma i voti si pesano, e di fronte al voto non hai scampo: puoi dire che Bersani è inadeguato. Ed è giusto chiedere una persona nuova che guidi un cambiamento così epocale. Puoi dire che sono dei bari, ed è giusto trovare le formule adatte, scrivere ben bene i patti avvertendo che chi viene scoperto a truffare si ritrova il giorno dopo senza governo e con le elezioni davanti. Puoi dire tutte le parolacce che vuoi, ma con il turpiloquio non cambi i voti e i volti di questo Parlamento. L’unica cosa che non puoi fare è spiegare al mondo intero che Berlusconi è uno psiconano, Bersani gargamella e invitarli a fare un bellissimo governo dello sfascio. Così, all’opposizione sapremo noi come impallinarli!
Quando qualche pallino per sbaglio avrà incocciato anche il nostro corpo, e sempre per sbaglio saremo a terra, guarderemo l’orologio e capiremo di aver fatto tardi all’appuntamento col Sol dell’avvenire.
da: www.ilfattoquotidiano.it, 3 marzo 2013

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