Accompagnato alla porta Letta sbotta: “Filibustieri”

L’ANALISI DI CIVATI: “GLI HANNO FATTO FARE LA FINE DELLA GIRAFFA DI COPENAGHEN”
Da notevole uomo di Stato Renzi non ha atteso neanche la pubblicità per licenziarlo. In venti secondi la vita politica di Enrico Letta è stata sciolta nell’acido e il suo corpo è divenuto gas. A Palazzo Chigi, dove ha indossato la fascia di capitano per l’ultimo pomeriggio, sono giunte le prefiche: Alfano, Quagliariello e Lupi. Espulso dal centrosinistra, fantasma a largo del Nazareno, il premier è stato consolato dal centrodestra, e così la visione in streaming della sua decapitazione è stata più sopportabile. Se Renzi si nutre di sé, Letta ha purtroppo il corpo fragile e la digestione delicata. La gastrite, la più temuta nemica, si è subito riacutizzata quando sono apparsi i capelli dritti come chiodi al vento di Luigi Zanda, il capogruppo al Senato. Un perfetto ex amico. Continue reading

“Le dimissioni non si danno per manovre di Palazzo”

Come se una bolla magica l’avesse trasformato in mezzo brigante, tutto d’un tratto Enrico Letta ha presentato all’Italia il suo quid alternativo: se Matteo mi vuole cacciare me lo deve dire. Senza acuti, con spirito zen, la faccia levigata, perfettamente rasato e di un magnifico pallore dc, Letta ha sferrato calci e pugni con quella gentilezza che lo distingue, “io sono un uomo delle Istituzioni”. Tonico e perfino su di giri è giunto nella palestra di Palazzo Chigi per dare al Paese la prova che nulla è impossibile: oggi è la volta dei due premier in contemporanea. Altro che la lotta tra D’Alema e Veltroni. Il nuovo che avanza è pieno di sciabolate. Chi spinge per entrare e chi non si sposta. Letta ha ritrovato anche gli aggettivi giusti, ed è parso molto f re e , persino disinibito. Ha detto che Matteo è un casinista (gli crediamo) e sta “incasinando” l’Italia come peggio non potrebbe fare.Continue reading

L’ultima pugnalata: il classico duello Dc

ENRICO & MATTEO, COSÌ VICINI COSÌ DIVERSI. IL PRIMO PREDATORE, L’ALTRO GOMMOSO: SI CHIUDE UN’EPOCA, NE RESTA UNO SOLTANTO


In fasce e già incapsulati a una poltrona. Babies in carriera, introdotti dal potere affluente e coincidente. Ambedue hanno il corpo da democristiano. Quello di Matteo è più vispo, forse anche un po’ più stronzo, però simpatico, umano, vincente. Enrico è legnosetto, troppo giudizioso, tenero e perfettamente inconsistente. É infatti il nipote meglio riuscito di Gianni Letta, vapore acqueo della Dc, pura condensa, cortina fumogena, nebbia negoziatrice. Enrico è quasi così. Con loro la bugia democristiana ritrova uno stile, un’estetica che la distingue dalla frottola gradassa berlusconiana.Continue reading

Molise vuol dire famiglia. Indagato il nuovo re Frattura

Non è un’inchiesta penale ma uno scioglilingua familiare, con un’addizione di parenti e cognati, e soci ed ex soci che compongono la più straordinaria rete di interessi in conflitto che l’Italia post berlusconiana in qualche modo ha preparato e benedetto.
Con l’accusa di malversazione al governatore del Molise la procura della Repubblica di Campobasso non apre un fascicolo solo su Paolo di Laura Frattura ma illustra la matrioska politica dentro la quale la più piccola delle regioni italiane ha ficcato il suo destino. L’attuale governatore è un facoltoso pluri-imprenditore: quindici aziende nel curriculum e fatturati diversificati (dall’immobiliare all’energia). Paolo è figlio di Ferdinando, anch’egli naturalmente è stato presidente della Regione e oggi felice pluripensionato (un vitalizio da consigliere regionale, uno da parlamentare).Continue reading

NICK ’O MERICANO, L’AVVOCATO E LA NOMINA DI LA BOCCETTA

COSENTINO IMPONE L’AMICO TROMBATO PER L’ACQUA PUBBLICA DI NAPOLI
Da non crederci: Carlo Sarro, avvocato di fiducia di Nicola Cosentino, meglio conosciuto come Nick o’mericano, quest’ultimo purtroppo reduce da una lunga permanenza in carcere, consegna ad Amedeo Laboccetta, il primo missino in Italia ad aver conosciuto le manette (arrestato agli albori di Tangentopoli, era l’aprile del ‘94) la sua poltrona di presidente di uno tra i migliori carrozzoni d’Italia. È il consorzio Gori, monumentale e fallito gestore dell’acqua pubblica in 76 comuni napoletani. L’impresa si è rivelata vincente per una serie di indimenticabili fattori: il carcere ha consegnato alla politica e a Forza Italia un Consentino in perfetta forma. Che ha ritrovato tutti i suoi amici nei posti giusti. Sarro, il suo avvocato di Piedimonte Matese con una agenda fittissima di impegni parlamentari (è naturalmente anche deputato) e il suo amico del cuore, l’ex fascista Laboccetta, seppur avanti con gli anni e con le rogne giudiziarie (denso di vicende il suo curriculum) invece disoccupato in quanto trombato alle ultime politiche. Quindi è scattato l’avvicendamento e la giusta compensazione.Continue reading

Come l’ex Grande fratello “piazza” Di Battista in tv

Vuoi un Di Battista? E se ti do Di Battista, così fotogenico e televisivo, così carino e vestito bene, mi garantisci che sarai lieve, tenera come i suoi anni? Doveva arrivare il giorno che perfino Rocco Casalino, intrepido caratterista del Grande Fratello, impartisse indicazioni ai giornalisti nel solco dell’abitudine immortale di chi è al potere: trasformare l’intervistatore in un soprammobile. Poche domande e soprattutto non invadenti. “Voglio una cosa leggera ma con contenuti politici” ricorda Casalino di aver detto durante le trattative, nella veste di tutor a cinquestelle, a Daria Bignardi. Il verbo è un programma: voglio.Continue reading

Beppe, Matteo e l’odiosa fame di voti

L’occhio vuole la sua parte. E anche l’orecchio esige rispetto. “Sono molto peggio di Berlusconi, credimi”, dice Ivan Scalfarotto, un ex morigeratissimo. Il tratto “eversivo”dei loro lineamenti lo nota persino Cuperlo, anch’egli un ex sobrio, e il collega calabrese Stumpo se fosse consentito dai regolamenti parlamentari darebbe una legnata tra capo e collo, senza differenza di genere: grillino maschio o femmina. L’importante è fare male. L’invincibile alfabeto dell’odio conduce Pd e i Cinquestelle alla prova ultima della loro inimicizia. I primi sentono che forse li stanno fregando: “La velocità di Renzi gli fa perdere la testa. Se facciamo le riforme loro sono fritti”. E il solo pensiero conduce Davide Faraone, uno dei giovanotti entrati nella stanza dei bottoni del Nazareno, alla propria fanciullezza. Sorride al pensiero, come i bimbi intenti a scartare i regali sotto l’albero, e gli piace, si vede che gli piace.
LE ELEZIONI SONO VICINE e l’odore dei voti si fa sentire. Affamato Renzi, affamato Grillo. Continue reading