“Il mio mestiere? Accalappiavoti”

votaAntonioAmici, di cosa dobbiamo parlare? Chi vi parla è da dieci anni che sta nel Parlamento europeo. Cortesemente un po’ d’attenzione, fate silenzio! Dobbiamo recuperare la fiducia degli elettori. E dai, parlate almeno a bassa voce!”.
Incredibilmente la sala del Crowne Plaza di Caserta, dove Forza Italia ha raccolto il meglio del suo meglio, non lo sta riconoscendo. Non ha capito che alla tribuna è stato chiamato Aldo Patriciello, funambolico, straordinario, stupefacente mietitore di voti molisani. “Modestamente”, sussurra. E modestamente ha ragione lui: settantamila voti nel 2004 con l’Udc, 120 mila nel 2009 nel Popolo della libertà, oggi punta a sbalordire.
Non conoscete Patriciello? È l’unico candidato con lo sponsor, come solo i fuoriclasse dagli ingaggi stratosferici possono esibire. Continue reading

Formigoni e Rotondi. Il dc che odia (e quello che ama)

Roberto Formigoni (d’ora in avanti F) è il dc che Berlusconi sopporta di meno.
“Non credo. Ma si spargono piccole cattiverie perché ho la voce forte, l’animo del combattente, la voglia di fare, di dire, di contarmi.
Gianfranco Rotondi (d’ora in avanti R) è invece il dc a cui Berlusconi vuole un bene dell’anima.
“Mi riempie di belle parole. Gli regalo consigli disinteressati”.
È venuto il momento di fare le valigie.
(F): “D’ora in avanti batteremo palmo a palmo l’Italia, promuoveremo incontri con gli amici del Popolo delle libertà. Obiettivo minimo: puntare a stoppare le decisioni prese. Obiettivo massimo: raggiungere la maggioranza del Consiglio nazionale e sovvertire il quadro attuale”.
(R): “La traiettoria di Formigoni è chiara e già segnata. Vola colomba volaaaa. Poi in politica si fa un po’ di frù frù, ma tutto è già scritto.
Per le colombe è davvero un cattivo giorno.Continue reading

Angelino, segretario senza quid e senza partito

È LO SCONFITTO DI GIORNATA. IN UN POMERIGGIO IL CAIMANO GLI PORTA VIA TUTTO QUELLO CHE PUÒ. ERA VICEMINISTRO PDL, ORA LE DUE SEDIE TRABALLANO
Tutto resta com’è e come è sempre stato da quelle parti. Silvio Berlusconi proprietario terriero e Angelino Alfano semplice mezzadro. Il quid, questo benedetto quid che avrebbe dovuto trasformare Angelino da boyscout del berlusconismo in un novello De Gaulle, è stato un felice fraintendimento giornalistico che ha dato però vita alla più crudele delle suggestioni. Per tre settimane Alfano ha pensato di essere capo della delegazione al governo, capo del partito e plenipotenziario dalle Alpi alla Sicilia. Due giorni fa, addirittura, in visita guidata al Partito popolare europeo si è fatto salutare dalla Merkel nel ruolo che ha creduto di ricoprire.Continue reading